Caduto<small></small>
Italiana

Alessandro Grazian Caduto

2005 - TROVAROBATO / MACACO RECORDS / AUDIOGLOBE

24/10/2005 di Christian Verzeletti

#Alessandro Grazian#Italiana

Un novizio. Così si definisce a ragione Alessandro Grazian, all’esordio con questo “Caduto” che esce per La Famosa Etichetta Trovarobato. Il termine porta con sé una dedizione seria ed anche sinceramente ingenua, tipica dei principiandi, nei confronti della canzone. Nulla di religioso o di cattolico, ma piuttosto una concezione alta e nobile del ruolo del cantautore.
Più introspettivo e meno politico di Alessio Lega, altro giovane portato all’esordio dall’etichetta dei Mariposa, Alessandro Grazian si fa accompagnare dal violoncello di Giambattista Tornielli e dal clarinetto di Enrico Gabrielli. Sono questi due strumenti, uniti alla sua chitarra acustica e classica, che definiscono gli arrangiamenti del disco con l’aggiunta di qualche tocco di wurlitzer, harmonium e glockenspiel.
Sono evidenti le vicinanze con certi cantautori italiani, in primis Fabrizio De Andrè e Andrea Chimenti, e alcune affinità con la musica da camera per la presenza degli strumenti di cui sopra.
Eppure “Caduto” non è il semplice disco di un altro esordiente che si va ad aggiungere alla lista dei cantautori: ha un’anima sua, integra e salda. Grazian nutre una vera e propria fede nei confronti della canzone d’autore al punto che in più di una traccia si ritrova a difenderla, riflettendo implicitamente su quelle caratteristiche con cui lui stesso poi si trova ad adoprarsi: la parola, l’ideale, l´interiorità.
A questo proposito infatti le canzoni che reggono il disco sono “Oggi hanno vinto loro” e “Ottima”, entrambe esempio di come l’autore non intenda adeguarsi agli standard del cantautore parolaio, pacifista e militante. Quelli che sembrano lamenti gravi ed oscuri si rivelano infatti pezzi tutt’altro che rassegnati, a loro modo anche aggressivi nel prendere posizione senza però schierarsi: “non voglio restare una vita a sudare / disteso su campi di niente”.
Quello di Grazian è un impegno preso prima di tutto verso sé stesso, con coscienza e intelligenza: pur non disponendo di un “canto” eccelso, sa usare la voce e la fa salire prevalentemente quando aumenta il ritmo della chitarra su cui poi si svolgono le parti di violoncello, clarinetto, arpa e tuba. Da segnalare nella loro tensione anche “Vado a Canossa” e la conclusiva “Via” con un coro e uno stacco di voce quasi lirica.
Unico appunto al disco, giustificato dal fatto che si tratta di un’esordio, è l’insistenza introspettiva, che porta il giovane autore a cucire qualche parola di troppo addosso a canzoni già formate con immagini essenziali. Grazian possiede un’intensità che deve solo autoconvincersi e svincolarsi dal bisogno di parlare di sé stesso.
Anche questo fa di “Caduto” un esordio coraggioso, di qualcuno che è stanco delle troppe canzonette e anche delle troppe canzoni poetiche-impegnate che popolano il nostro paese.

Track List

  • Caduto|
  • Ammenda|
  • Prosopografie|
  • Santa Sala|
  • Tattile|
  • Novizio|
  • Oggi hanno vinto loro|
  • Ottima|
  • Vado a Canossa|
  • La differenza|
  • Serenata|
  • Via

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