Aa.vv. Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea
2023 - Snowdonia
Tutta la musica che gira intorno ha tanto da raccontare della cultura del cantautorato del nostro Paese. La bellezza forse sta proprio negli incastri che ciascuno può cercare e trovare nelle influenze remote con autori che ci hanno accompagnato e formato. Per questo, ogni nuovo ascolto riesce a creare alchimie impensabili. E non è detto che in ciascuno di noi produca lo stesso effetto.
È il caso di Rodolfo Santandrea: un caso raro di grande talento (riconosciuto) che, a un certo punto della sua carriera, ha abbandonato le scene, per dedicarsi alla musica in altre forme.
Eppure, ascoltando le sue canzoni, reinterpretate da vari artisti, in Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea, traspare un'originalità che certamente non è giunta a un pubblico vasto come avrebbe meritato; la ricerca mai banale lo ha accompagnato in un percorso non sempre adatto alla logica discografica, rendendolo (purtroppo) un artista di nicchia.
Il disco in questione (curato da Snowdonia) è un omaggio a certa musica che è sì leggera, ma che ha lasciato un segno tanto indelebile, quanto rarefatto.
Nulla da eccepire: la semplicità con cui si raccontano piccoli fotogrammi di vita è disarmante, e sembra persino che l’autore giochi con i versi che scorrono tra le note. Nulla di complicato, quindi, se vi ritroverete ad Amsterdam a camminare tra la folla, o se scriverete una cartolina inventandovi un Niente.
Le tracce di questo disco non somigliano a nulla di altro, e scusate se è poco. Ci sono l’amore, la rabbia, la contemplazione: e tutto è tenuto insieme in un filo illogico, dove l’ironia si piega alla poesia senza mai avere la pretesa di prendere il sopravvento.
Che altro dire: cercate questo disco, ascoltatelo e abbiatene cura.
È il caso di Rodolfo Santandrea: un caso raro di grande talento (riconosciuto) che, a un certo punto della sua carriera, ha abbandonato le scene, per dedicarsi alla musica in altre forme.
Eppure, ascoltando le sue canzoni, reinterpretate da vari artisti, in Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea, traspare un'originalità che certamente non è giunta a un pubblico vasto come avrebbe meritato; la ricerca mai banale lo ha accompagnato in un percorso non sempre adatto alla logica discografica, rendendolo (purtroppo) un artista di nicchia.
Il disco in questione (curato da Snowdonia) è un omaggio a certa musica che è sì leggera, ma che ha lasciato un segno tanto indelebile, quanto rarefatto.
Nulla da eccepire: la semplicità con cui si raccontano piccoli fotogrammi di vita è disarmante, e sembra persino che l’autore giochi con i versi che scorrono tra le note. Nulla di complicato, quindi, se vi ritroverete ad Amsterdam a camminare tra la folla, o se scriverete una cartolina inventandovi un Niente.
Le tracce di questo disco non somigliano a nulla di altro, e scusate se è poco. Ci sono l’amore, la rabbia, la contemplazione: e tutto è tenuto insieme in un filo illogico, dove l’ironia si piega alla poesia senza mai avere la pretesa di prendere il sopravvento.
Che altro dire: cercate questo disco, ascoltatelo e abbiatene cura.
