
? Alos & Xabier Iriondo Coscienza di sè
2019 - Sangue Disken/Cheap Satanism
Una dedica che non è mero omaggio bensì sostanza. Scritti femministi, nel senso più autentico del termine, di Emma Goldman diventano linfa preziosa per i testi. La sua raccolta di saggi Anarchism and Other Essays ne comprendeva ben cinque dedicati alla questione femminile. Eh sì, non ci fu solo l’immensa Simone de Beauvoir a scrivere della donna e delle sue catene.
?Alos, e Xabier Iriondo a proposito della genesi del progetto raccontano: “Abbiamo iniziato a registrare i pezzi nel 2018, quando il femminismo stava riprendendo linfa vitale, anche grazie al movimento Non Una di Meno. Tutto, poi, è giunto a maturazione. Parecchie persone, incluse molte giovani femministe, non sanno neppure chi sia Emma Goldman. Ecco perché la sua figura deve essere assolutamente valorizzata. I concetti gridati dalla Goldman, cento anni fa, non sono mai stati così attuali. Crediamo che in questo momento storico sia ancora più importante che nella musica si torni a parlare di politica”.
In un momento storico particolarmente complesso e frammentato il nucleo del pensiero femminista della Goldman viene tradotto in un linguaggio sonoro decisamente complesso e claustrofobico, ancora più scomposto rispetto a quanto Iriondo ci aveva proposto in Irrintzi. Ma questo suono art – punk distorto, lacerato e oscuro è funzionale all’espressione di una condizione, creata meramente da costruzioni sociali, che spesso diventa una gabbia, più o meno dorata, per molte donne.
Apertura sembra una corsa disperata verso appunto un’ “apertura mentale” che possa rivelarsi salvifica. Gelosia con poche parole, grezze e fortemente espressive come i Prigioni michelangioleschi, e con un suono che sembra riavvolgersi su se stesso nel descrivere la spirale di limitazioni ed ossessione che non di rado sfoga in un femminicidio. Autoaffermazione, più declamata che cantata, cerca la riscossa dal dolore del brano precedente affondando le radici negli scritti di Emma Goldman: “La vera emancipazione ha inizio nell'anima della donna”. Perché è da lì che scaturisce la forza per non restare intrappolate in relazioni limitanti, soffocanti quando non mortali, e in convenzioni che non hanno altra ragion d’essere che l’abitudine (leggesi “non è da donna” abbinato a quello che vi viene in mente). Dall’anima si erge “Il rifiuto di essere serva” e voler essere libera esattamente come un uomo.
Coscienza di sé ha un ritmo ossessivo, quasi da mitragliatrice, e un testo che si regge solo su 4 versi. La conclusiva Amore libero attinge ancora direttamente dal pensiero della filosofa: “Emma Goldman riconosceva nella sessualità e nelle relazioni d'amore/una fonte di energia creativa”. E lo fa con una vocalità e delle sonorità disturbanti e seducenti insieme.
Sarebbe superficiale bollare Coscienza di sé come un disco esclusivamente femminista, o peggio ancora veterofemminista. È un disco profondamente umano, perché la libertà è un anelito vitale sia per l’intera umanità. Ma dal suo essere profondamente umano fotografa la condizione di quella porzione di umanità che ancora totalmente libera non è.