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Francesca Pichierri Io sto bene: Francesca Pichierri e l’ironia come arma contro il dolore
L’artista indipendente Francesca Pichierri torna con il suo terzo singolo, Io sto bene. Tratto dal suo concept album Cellule stronze, questo brano introduce un tocco inaspettato di umorismo e leggerezza nel racconto del percorso della madre con il cancro ovarico, pur conservando la profondità emotiva che ha caratterizzato il lavoro di Pichierri fino ad ora.
I suoi due singoli precedenti hanno ricevuto recensioni molto positive da piattaforme musicali rinomate come Plastic Magazine, Rockit e Cage Riot, per citarne alcuni.
Con Io sto bene, Pichierri svela una nuova sfaccettatura del suo percorso artistico, spostandosi dai toni più intensi e spesso cupi delle sue precedenti uscite verso un approccio più giocoso ed eccentrico. Ispirata da un ricordo dolceamaro della madre—che, ancora stordita dall’anestesia, insisteva per trovare il telefono e rassicurare la famiglia che "andava tutto bene"—questa nuova traccia introduce una lente umoristica alla sua narrazione. Questo momento tenero e al contempo bizzarro cattura il paradosso del cercare di stare “bene” in mezzo al caos e al disorientamento. Con Io sto bene, Pichierri tocca una verità che parla a tutti: a volte, abbracciare l’assurdità della vita con umorismo e ironia è il modo migliore per affrontare i suoi momenti più oscuri.
Pichierri racconta: “Questa canzone cattura un momento che è al tempo stesso straziante e, col senno di poi, quasi surreale. Quando mia mamma si è svegliata dopo il primo intervento, mi ha videochiamato dall’ospedale per dirmi che stava bene. Ma nei suoi occhi e nella sua voce riconoscevo una estrema stanchezza e vulnerabilità, lo sforzo interiore di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni. In questo brano ho voluto catturare quel mix dolceamaro di forza e fragilità—la necessità di sostenere e proteggere chi ti circonda, anche quando dentro ti senti a pezzi.”
L’istinto della madre di Pichierri di rassicurare gli altri, anche quando era lei ad aver bisogno di conforto, è qualcosa in cui molti possono riconoscersi. Ci parla di quei momenti in cui nascondiamo il nostro dolore per proteggere chi ci sta accanto, o insistiamo nel dire che 'stiamo bene'—perché spesso ripeterlo è l’unico modo per andare avanti in situazioni più grandi di noi.
Sul piano musicale, il brano si caratterizza per un’impronta sperimentale, mescolando influenze indie pop, art pop e avant-garde. L’abilità vocale di Pichierri brilla, grazie all’uso creativo di effetti vocali che producono contrasti e texture inaspettate, evocando una sensazione di caos e spaesamento e catturando la precarietà emotiva, il sentirsi al limite. Cambi di tempo e atmosfere stratificate giocano con le aspettative dell’ascoltatore, alternando momenti di intimità e instabilità. Il brano evoca la dissonanza del cercare di mantenere la calma in un mare di emozioni turbolente.
Traendo ispirazione da artisti come Regina Spektor e Jacob Collier, così come icone avant-garde come Diamanda Galás e Nina Hagen, Io sto bene unisce vocalità eccentriche e contrasti audaci per creare un paesaggio sonoro giocoso, ma emotivamente ricco. Il risultato è un pezzo eclettico, ricco di sfumature e occasionalmente umoristico che celebra quello che Pichierri chiama “il sacro diritto di sclerare” —il diritto di sentirsi umani e imperfetti nei momenti difficili.
Pichierri ha composto e registrato Io sto bene nella sua vecchia cameretta, arrangiando e producendo il brano in collaborazione con il produttore e musicista Stefano Iuso. La canzone è ricca di impronte sonore e registrazioni foley che evocano in modo esagerato “l’esperienza” chirurgica—dai suoni delle lame al rombo dei trapani—aggiungendo un tocco umoristico e oscuro alle ansie frequentemente legate a luoghi quali ospedali e sale operatorie. Questi suoni sottolineano la dimensione surreale e a tratti assurda dell’affrontare la malattia.
Io sto bene è il terzo di otto singoli che saranno pubblicati nel corso del 2024 e del 2025, culminando con l'uscita del concept album Cellule stronze nel 2025. Con un titolo deliberatamente provocatorio, l’album esplora non solo le sfide fisiche e psicologiche del cancro, ma anche le dinamiche sociali che ne derivano.
Instagram: @fra_picky
Facebook: Francesca Pichierri
Fonte: artista