Emma Tricca

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Emma Tricca Il nuovo video di Emma Tricca: Christodora House

15/02/2023 di mescalina.it

#Emma Tricca#Rock Internazionale#Songwriting



 

Con il suo nuovo album Aspirin Sun in uscita il 7 aprile tramite Bella Union, e, dopo aver precedentemente condiviso un video per la traccia principale "King Blixa", Emma Tricca condivide un video visivamente sbalorditivo per il nuovo singolo "Christodora House". La canzone è un omaggio al suo defunto padre, ispirata da un edificio storico nell'East Village di New York, che è indissolubilmente legato al suo lignaggio paterno. Il prozio di Tricca, un artista di New York, aveva dipinto l'edificio di 16 piani negli anni '30. Quando si è trovata davanti a esso nell'estate del 2019, trovandosi nello stesso punto del suo predecessore, è arrivata alla profonda consapevolezza di aver chiuso il cerchio. Il brano è accompagnato da uno straordinario cortometraggio realizzato da Francesco Cabras. Commentando la traccia e il video, Cabras dice: "Quando Emma ed io abbiamo discusso della canzone, del suo significato e della sua ispirazione, ho iniziato a 'vedere' l'edificio - Christodora House - come un portale verso l'ignoto. Avevo delle riprese che avevo girato in tre diversi continenti che sembravano rappresentare perfettamente ciò che Emma aveva sentito e tradotto in canto. Edifici primitivi, una donna che vaga in cerca di libertà dal dolore e trova la pace. Le influenze di Bunuel, Parajanov, Jodorowsky, persino Mario Bava e Jesús Franco, sono molto presenti, ma alla fine, nell'assemblare la sequenza, sono stato trascinato nel vortice dei suoni folli, della sua voce e della sua melodia". 

"Mi sembrava di guidare attraverso dei tunnel", dice Emma Tricca del suo quarto album, il primo per Bella Union. Un panorama fosforescente di colori, forme e suoni ondulati. Come in ogni trasformazione, è questo senso di movimento che è alla base di Aspirin Sun e della sua nuova forma audace, fluente, che si dispiega continuamente. I tunnel hanno portato la cantautrice londinese nata in Italia verso qualcosa di vasta portata: una raccolta di canzoni completamente nuova e sperimentale. Ma l'hanno anche avvicinata al suo defunto padre, e ai suoi ricordi di lui che guidava nella sua piccola Fiat bianca, sfrecciando attraverso le Alpi e  attraverso passaggi bui, dove raggi di luce tremolavano davanti a loro in lontananza.

Luce e ombra; passato e futuro; amore e perdita. "Ero in un territorio inesplorato, cercando di capire cosa mi stesse succedendo", dice Tricca. Nell'inverno del 2018, solo pochi mesi dopo l'uscita del suo terzo album St. Peter, suo padre è morto, sommergendola in un mondo di dolore. "Penso che la perdita abbia davvero influenzato molto i brani", riflette. E le melodie sono emerse rapidamente. Tricca ha deciso di trascorrere alcuni mesi a New York durante l'estate del 2019 e ha iniziato a registrare Aspirin Sun nello studio del suo collaboratore di lunga data Steve Shelley. "Con questo disco, si accettava molto che uno facesse quello che fa", dice filosoficamente Tricca. "Non cercare di essere qualcun altro, non puoi fingere ciò che non sei." Voleva avventurarsi fuori dalla sua zona di comfort e il risultato è un'esplorazione caleidoscopica di cosa significhi liberarsi dai vincoli del passato. Dal vortice soprannaturale di "Through the Poet's Eyes" al sussurro inquietante degli ottoni mariachi in "Space and Time", gli echi ritmici dei poeti Beat non sono mai lontani - una fiamma che era accesa, all'età di 9 anni, quando Tricca lesse 'Mattina' di Ungaretti e andò alla ricerca di altri liberi pensatori d'avanguardia.

Chiedete a Tricca come si sente Aspirin Sun, e lei lo descriverà come "una strana germinazione" di influenze disparate. Un set-up tipo "Wim-Wenders-incontra-Fellini-8 ½" – in particolare 'Autumn's Fiery Tongue' che si gonfia e si amplifica in un'odissea pulsante e allucinatoria che le è venuta in sogno. "Hai presente quando il sole è nel cielo ed è così rotondo da sembrare un'aspirina? Questo disco rappresenta molto bene quel tipo di cielo", dice Tricca. Descrive anche la natura sconcertante del dolore: "Stavo cercando la mia strada attraverso il mio dolore con la musica e i sogni che ho scritto la mattina." Questo nuovo orizzonte psichedelico potrebbe essere completamente portato in vita solo da una band che lei chiama la sua famiglia. Gli stessi musicisti con cui ha collaborato alla sua uscita del 2018, St. Peter: Steve Shelley dei Sonic Youth, il chitarrista dei Dream Syndicate Jason Victor, entrambi co-produttori dell'album, e il bassista Pete Galub. Tutti e tre i musicisti hanno apportato qualcosa di unico al disco. "Pete proviene da un background di songwriting più tradizionale, Steve e Jason sono più sperimentali, e poi ci sono io, una via di mezzo. Per me, l'esperienza è stata magica", dice. Figlia unica, Tricca è sempre stata abituata alla solitudine. Ma, quando il mondo si è spento, le sue finestre si sono spalancate. "Da un lato, sono una solitaria; dall'altro, mi emoziono molto quando lavoro con altre persone. Se sei cresciuto in una famiglia distrutta, come me, quando si tratta di lavoro e amicizia cerco sempre la famiglia che non ho mai avuto, per questo con questi ragazzi mi sento completa".

Dopo il suo periodo iniziale nello studio di Shelley, Tricca è tornata a Londra solo per tornare all'aeroporto JFK nel gennaio 2020: un ritorno a casa che lei chiama "destino", considerando ciò che doveva seguire. Pochi mesi dopo, il mondo sarebbe cambiato irrimediabilmente. "L'inferno si è scatenato con il Covid", dice, il che non fa che aumentare il tema centrale del disco: il suo senso di alienazione. Tornata a Londra, ha collaborato con la sua band di New York durante l'estate del 2020, lavorando su sovraincisioni e scambiando idee, "trovando una nuova strada con una rinnovata fiducia". Tricca si è avventurata fuori dai sentieri battuti, estendendosi oltre il suono più morbido del Greenwich Village del suo debutto nel 2009 Minor White, desiderosa di espandere le melodie italiane classiche che era cresciuta ascoltando da ragazzina: Morricone, Puccini e Rossini. "Questo è il mio stato naturale", conclude. L'oscurità e il pericolo sono sempre lì, riflette Tricca. Ma, proprio come quei guizzanti raggi di luce che ricorda dalla sua infanzia, correndo attraverso le Alpi con suo padre, la speranza non è mai lontana.  "Time will go / Racing through space and a old fashioned waltz", canta nella traccia finale di Aspirin Sun, "Space and Time"

FOTO: CAMILLA AISA