live report
Jazzmi 2018 BASE Milano
Concerto del 31/11/2018
La complessità ritmica dei brani è resa in maniera molto meno pulita che nei due comunque bei dischi, del 2015 e 2018, sinora arrivati in Italia, ma questo non è per nulla un problema. Al suono vibrante contagioso e violentemente percussivo di Alp Ersonmez (bass), Izzet Kizil (Percussioni) e Turgut Alp Bekoglu (Drums) risponde di par suo la torrenzialità sensuale e selvaggia del sax di Ershain.
I brani diventano così cavalcate poderose che scaldano da subito il pubblico con poliritmie intricate che mantengono però un groove irresistibile per un pubblico da sabato sera già ben disposto all’idea del ballo. Gli elementi mediorientali sono presenti nei temi e in alcune scale usate dal leader nelle sue lunghe improvvisazioni. Tra i brani particolarmente riusciti citerei sicuramente una The Calling quasi irriconoscibile per la velocità con cui è stata eseguita. Due parole le merita il suono del basso del trascinante Alp Ersonmez. Sempre puntuale e personale il bassista sembra, per dare un’idea, un incrocio tra il compianto Mark Sandman di morphiniana memoria e il bassista e suonatore di gimbri del giro zorniano Shanir Ezra Blumenkranz. Proprio alcuni particolari delle linee di basso portavano vagamente il suono verso alcune produzioni tipicamente Downtown/Tzadik ma ci pensava la coppia batteria/percussioni a rimandare il suono e le atmosfere più verso oriente.
Rimane il peccato per un banalissimo brano in 4 con cassa fissa e atmosfere vagamente da club fighetto newyorkese suonato a metà esibizione. Oltre a una presenza ritmica veramente triste il brano aveva un tema di una banalità da ascensore di lusso anni ’90 che ha lasciato interdetti i pochi che non erano al BASE solo per ballare! Comunque concerto più che riuscito anche negli ampi tempi dedicati ai solismi individuali. Un solo difetto nella serata (lo potrete notare anche voi guardando l’unica foto): il palco era ad un livello così basso che nessuno poteva vedere i musicisti. La foto di copertina è stata fatta dall’ultimo gradino della larghissima scala/tribunetta sopra il parterre… più in alto di così nessuno poteva stare! Ma, ripeto, il divertimento e la qualità ci sono stati e sono stati indiscutibili!