Emidio Clementi / Corrado Nuccini

live report

Emidio Clementi / Corrado Nuccini Teatro degli Angeli, Milano, 29 novembre 2024

30/11/2024 di Valeria Di Tano

Concerto del 30/11/2024

#Emidio Clementi / Corrado Nuccini#Italiana#Canzone d`autore

Non saprei dire se sul palco del nuovissimo Teatro degli Angeli di Milano ha debuttato uno spettacolo di parole o di musica, ma il fatto che il protagonista di "Perché io non spero più di ritornare" fosse Emidio Clementi dovrebbe bastare a confermare che si è trattato di una immersione intensa nelle forme di poesia liquida e solida che sa comporre chi è insieme musicista e scrittore, in una regia di tempi e di spazi che trasporta altrove.

Con Corrado Nuccini, autore del progetto musicale, Clementi ha trasportato e racchiuso in un monologo di un'ora e mezza tutte le ispirazioni e le fonti che hanno attraversato la sua lunga carriera come leader dei Massimo Volume e come autore di romanzi ("L'ultimo dio", "La notte del Pratello" "Gli anni di Bruno"...): ci sono echi di Sam Shepard, citazioni di T.S. Eliot, lo spirito di Emanuel Carnevali che su tutto e tutti aleggia: c'è l'America sognata e lusinghiera, la polvere che graffia la voce e attutisce i desideri, la puzza delle stanze vuote di motel periferici dove si può solo sopravvivere.

Ma c'è molto di più nel reading di Clementi: c'èl'anima nomade di uno scrittore che ha vissuto la solitudine, la ricerca affannosa del senso, la paura del fallimento, la fuga dalla verità, il suono delle speranze che si gonfiano e che bucate precipitano lontano, trascinate contro un cielo freddo.

Non basta essere un autore per scrivere uno spettacolo così: serve essere una persona sensibile e profonda, capace di afferrare nell'immaginario romantico e appassionato di una America che continuiamo a guardare da lontano, proprio gli spigoli più appuntiti, i panorami più crudi e farne una forma di poesia nuova, arrugginita, scricchiolante, delicata.

La musica che sottolinea le parole e ne riempie i silenzi è quanto di più attento, misurato e premuroso: un controcanto naturale che accende un dialogo con Clementi stesso, prendendo forma e corpo intorno a lui.

Il tempo scorre dentro lo spettacolo in un vortice che lascia gli spettatori animati da una malinconia dolcissima e fertile, dalla voglia di leggere, scrivere, viaggiare e capire.

E continuare a sperare, comunque.

 

"Ciò che diciamo principio

spesso è la fine, e finire

è cominciare. La fine

è là onde partiamo."

(T.S. Eliot, "Quattro quartetti")

 

Partire dalle cose belle.

Quelle che, come la musica e la letteratura, non finiscono mai.