Daniele Tenca Band

live report

Daniele Tenca Band Altro concerto eccellente al Black Inside di Lonate Ceppino (VA): Daniele Tenca e una superband

26/10/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 26/10/2024

#Daniele Tenca Band#Italiana#Canzone d`autore

Non ricordo quale sia stato il primo concerto di Daniele Tenca a cui abbia assistito; sono passati certamente più di vent'anni. 
Ma ricorderò sempre il concerto che il cantautore milanese con la sua band ha tenuto al sempresialodato Black Inside di Lonate Ceppino, per il terzo dei quattro appuntamenti della rassegna Autunno Visionario. Perché quello che hanno messo in scena i cinque musicisti è un evento di quelli che lasciano il segno, per ricchezza e intensità. 

Che Tenca sia autore dalla penna sensibile, cantante dalla voce espressiva e potente (e dall'inglese perfetto, che certo non guasta) e dalla chitarra intinta nel blues, è fatto risaputo; e lo dimostrano le sue prove su disco, di cui anche quello recente tocca tematiche urgenti e scottanti (qui la nostra recensione).
Ma la maturità di un artista si misura anche nell'empatia e nella scarica di energia che sa trasmettere sul palco, illustrando le sue canzoni e il loro significato con chiarezza e umiltà; doti che abbondano in Tenca, che sa fin da subito istituire un flusso di comunione tra la band e il foltissimo pubblico (ennesimo sold out nel club). L'impegno sociale del cantautore risale a tempi non sospetti, a quando non andava di moda trattare di sicurezza sul lavoro, di nuove povertà o di inclusione; perciò, non sorprende sentirlo introdurre i brani con precise parole, ricche di esperienza e passione, né vederlo trascinare tutti in singalong convinti, in attestazioni di impegno, in clapping sempre più intensi, sia nelle canzoni del 2013 (Wake Up Nation, quasi profetica), sia in quelle recenti,a testimoniare la coerenza del suo percorso.

A proposito dell'ultimo disco, Just a dream è il pezzo scelto per il terzo video, di cui Tenca ha regalato l'anteprima a Mescalina, con tanto di intervista concessa ad Aldo Pedron. Nell'intervista, tra l'altro, il musicista sostiene di essere convinto che " prendere una posizione rispetto alla deriva di valori a cui stiamo assistendo sia un dovere, una scelta quasi obbligata." I suoi compagni di palco approvano, e non sono da meno nell'esprimere energia e impegno: la chitarra che canta di Heggy Vezzano, suadente a volte, altre funambolica, è sempre in stretto dialogo non solo con l'altra chitarra, ma anche con le tastiere funkadelic di Alessio Raffaelli, mentre la sala macchine, con Joe Barreca al basso e Gianluca Tilesi, non sbaglia un colpo, sostenendo il groove e riportando spesso la band sui binari del blues più autentico, come nella loro versione di I can't breathe, di H.E.R. in cui Tenca sostituisce brillantemente lo spoken word, nel disco interpretato da Guy Davis, che ha vissuto sulla propria pelle il dolore per la discriminazione.

Non mancano momenti di coinvolgente commozione, quando il cantautore rievoca il proprio rapporto col padre, morto quando lui aveva solo vent'anni, introducendo Smiling Man, e invitando tutti a tenersi stretti i piccoli momenti con le persone care, e non mancano nemmeno momenti di pura allegria, come nell'ironica Pretty Mama o nella conclusiva boogie-woogie song, scritta da Don Raye, Down the Road Apiece, sulla quale Tenca rivolge un ringraziamento al Black Inside, per sostenere la buona musica e diffonderla con tanto entusiasmo. Rigraziamento a cui ci uniamo tutti noi, aspettando il quarto e ultimo - ma si spera momentaneamente - concerto, il 16 novembre, con i Mandolin' Brothers.

E grazie a Daniele Tenca e alla sua band, per una serata indimenticabile.

 
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