live report
Massimiliano Larocca Alvito (FR) / Teatro Comunale
Concerto del 26/10/2019
L' apertura della serata tocca a The Jess Band, un gruppo locale imperniato sulla bella voce e sull'accattivante presenza scenica della cantante, la giovane e ricciolosissima Jessica Guerriero. Attorno a lei le sapienti mani di Stefano Giovannone, Dino Morelli e Romeo Recchia si disimpegnano a dovere tra violino, tastiere, percussioni cajon e chitarra elettrica. Quando iniziano a suonare pensi di sognare, poi capisci che forse c'è ancora speranza in questo mondo, perché se un gruppo propone in scaletta Cause Cheap Is How I Feel dei Cowboy Junkies (!!!), Sweet Jane e Powderfinger, sempre modello Margo e Michael Timmins, per chiudere poi con Don't Think Twice, It's All Right nella versione di Susan Tedeschi, allora forse non è tutto perduto. Le percussioni stendono un tappeto sonoro su cui si adagiano gli altri strumenti, la voce di Jessica vola ipnotica e sinuosa, dolce e soave, creando minuti di magia eterna. Margo Timmins strizza l'occhio da qualche nel suo Canada insieme con Neil Cavallo Pazzo. Buona strada ragazzi! Massimiliano Larocca arriva direttamente da un noir degli anni quaranta, sguardo concentrato e carico, pronto a presentarci il nuovo disco Exit/Enfer. Un progetto ambizioso e adulto, prodotto da Hugo Race, con le illustri partecipazioni di Howe Gelb e Don Antonio. In studio con lui anche Gianfilippo Boni, Diego Sapignoli, Jacopo Ciani e Giulia Millanta. Questa sera la formazione che si schiera sul palco comprende Hugo Race medesimo alla chitarra, Gianfilippo Boni alle tastiere e Diego Sapignoli alla batteria.
Max riveste con la sua voce da crooner i nuovi brani, un cantato intenso e sofferto a metà strada tra Leonard Cohen, Nick Cave, Luigi Tenco e De André, figlio di una maturazione artistica ormai conclamata. Exit/Enfer, letteralmente Uscita/Inferno, perché non si scappa facilmente dal dolore, dalle aberrazioni della vita quotidiana, sia morali che materiali. Vincoli che ci tengono stretti in morse ferali e ci trascinano giù, da dove è difficile poi trovare una via di fuga. Ma Larocca lascia aperta una speranza, anche se "l'unica via d'uscita per uscire dal dolore è attraversarlo tutto da cima a fondo", come dice Max stesso.
Da (Eravamo) Orfani parte un viaggio onirico e sospeso, tra suoni rarefatti e squarci di elettronica, distesi su un impianto di scuro folk rock. Con Cose Che Non Cambiano inizia il vero viaggio attraverso le ferite di "cuori che non battono", e allora ecco Il Giardino Dei Salici "crocevia tra il presente e il passato", e "stringimi forte la mano adesso andremo lontano". Black Love cinge Leonard Cohen e Nick Cave in un unico abbraccio, Guerra Fredda è arrembante e senza pietà come la successiva Perdiamoci.
Dopo La Stanza arriva un toccante e sentito tributo a Luigi Tenco con Quello Che Conta, perché le radici sono importanti. In Si Chiamava Lulù e Il Regno torna in circolo il classico cantautorato italiano, Il Cuore Degli Sconosciuti scende a fondo nella spirale del dolore, mentre Fin Du Monde annuncia quasi in allegria che "non c'è niente da fare, è arrivata la fine del mondo". Fiato sospeso, cuore gonfio. Un disco da ascoltare e riflettere a lungo, ci si salva scendendo fino in fondo.