Sergio Arturo Calonego,

live report

Sergio Arturo Calonego, Seregno (MB) / Tambourine

26/03/2013 di Laura Bianchi

Concerto del 26/03/2013

#Sergio Arturo Calonego,

Sergio Arturo Calonego e le sue Marinere


Sale sul palco del Tambourine di Seregno, che l'ha visto decine di volte, negli ultimi anni, esibirsi con il suo Arturo Fiesta Circo, oppure in una serie di apparizioni estemporanee (l'ultima delle quali poco tempo fa, durante un omaggio a De André). Il Tambourine è come il salotto di casa, per lui. Eppure stasera Sergio Arturo Calonego,  43 enne cantautore italo belga con una precisa identità di chitarrista blues, è particolarmente emozionato, tanto che la voce trema, mentre saluta il pubblico, giunto qui in un anonimo martedì (proprio perché Calonego non vuole "la gente del weekend", stavolta).

L'occasione è speciale: la presentazione di Marinere, mini cd di soli 24 minuti, molti dei quali strumentali, chitarra e atmosfere sospese, in cui Calonego prosegue quel viaggio musicale e di ricerca, intrapreso ormai più di vent'anni orsono, proseguito con diverse formazioni, maturato nell'acustica particolare della propria stanza da bagno (cercare su Youtube le "bathroom sessions" per credere…),  e culminato nell'autoproduzione di quest'opera.

Coadiuvato dalla voce espressiva di Sara Giolfo, dalla fisarmonica di Armando Illario, oltre che dalla batteria discreta di Fabio China Giussani, in forze anche nel Circo , Calonego porta il pubblico in mezzo ad atmosfere difficilmente classificabili, sfoderando una tecnica chitarristica mai virtuosistica o gratuita, ed evocando un percorso suggestivo, intessuto di riferimenti musicali a grandi autori come Pierre Bensusan, filtrati attraverso una sensibilità aperta al mondo, fra distrazioni a Sud ( Solisud ), climi intimistici ( Sotto la pioggia),  e rispetto per la melodia italiana (Non ti crucciar). Le sonorità riprodotte sul palco sono molto simili a quelle del disco: infatti, un pregio del chitarrista è aver ripudiato le sovraincisioni, a tutto vantaggio di un suono reale, concreto, in cui spicca la bravura dell’interprete.

Per far capire al pubblico la sua poliedricità, l'artista tiene comunque a concludere il concerto chiamando il Circo sul palco, per un set fantasmagorico e rutilante, in cui la demenzialità viene sempre stemperata dalla maestria musicale del gruppo, capace di spaziare nei più disparati linguaggi.


Il pubblico ascolta in silenzio concentrato la proposta di Marinere, e si diverte con il Circo; non si trova tanto spesso un concerto double face , tenuto da uno stesso artista. Teniamoci stretti Calonego e il suo Circo; in un panorama musicale di una piattezza sconfortante, sono una ricchezza da preservare.