Daniele Silvestri

live report

Daniele Silvestri Bardonecchia (TO)

25/07/2024 di Luca Bacchetti

Concerto del 24/07/2024

#Daniele Silvestri#Italiana

Ci sono quei cantanti che magari non è che segui con attenzione maniacale, non sei informato su tutte le sue uscite, non conosci nemmeno tutte le sue canzoni e magari di alcune che conosci a memoria ti dimentichi pure i titoli, però poi quando ti capita nelle vicinanze un suo concerto non puoi fare a meno di andarci, perché c’è sempre l’amico che ti propone di andare, perché in fondo è estate e ascoltare un po’ di buona musica è sempre piacevole, ma soprattutto perché già sai che, in mezzo a quelle note e a quei versi, che magari non conosci nemmeno tutti, ti sentirai piacevolmente a casa.

Così quando Ale butta nella chat della Banda la locandina di un concerto di Daniele Silvestri, la risposta è immediata "daje!". Poi guardiamo meglio: “il concerto sarà alle 14, a Bardonecchia, all’arrivo della seggiovia di Melezet”. Cazzo, alle 14… tocca prendere ferie, eh, ok, dai ci si prende un giorno libero, anche meglio.

E così il 24 mattina si parte; scarpe comode, acqua e cibo al seguito e ci si trova a camminare in montagna assieme a camminatori improbabili, tutti chiaramente lì per il concerto, tutti chiaramente, all’inizio, con il pensiero “ma che vuoi che sia un’ora di camminata?...”

Sole, salita, salita, salita un po’ più ripida, salita ripidissima… in effetti ci si mette più o meno un’ora, come dicevano nelle avvertenze, ma nel frattempo l’eco di quel “che vuoi che sia” risuona nel cervello come una risata beffarda.

Un po’ affaticati si arriva comunque ad uno spiazzo erboso con un piccolo palco allestito davanti ad uno scenario che già da solo, come quasi sempre in montagna, vale la fatica della salita.

Il concerto inizia puntualissimo alle 14, sotto un sole pieno che per lo meno, a quell’altezza, non è accompagnato dall’afa torinese. Si sta bene, l’aria è gradevole e il clima tra le persone sedute sull’erba è rilassato e sorridente.

Sale sul palco Casa di Lego, non conosciamo niente del suo repertorio, ma ha una voce notevole e riesce a raccogliere l’attenzione di tutti, anche con la sua emozione evidente (dice che è l’altura che le fa mancare un po’ la voce, ma secondo me non è solo quello, e ci sta).

Mezz’ora di suoi pezzi, applausi meritatissimi, e poi sale sul palco il “Cantastorie recidivo”, come si definisce fin dalla locandina del concerto.

Sono in 3 lì sopra, senza nemmeno un ombrellino a tenerli un po’ all’ombra, che in effetti avrebbe rovinato un po’ la scenografia diciamolo (vedi foto).

Oltre a lui al piano, chitarre, e ovviamente voce, ci sono Marco Santoro (fagotto, tromba, voce) e Davide Savarese (batteria, percussioni e voce), entrambi bravissimi e perfettamente incastrati nelle storie che hanno raccontato per più di due ore.

Così, sotto il sole e con le montagne alle spalle, iniziano subito a stupire il pubblico (o almeno il sottoscritto, visto che non ricordo di aver mai sentito Silvestri cantare pezzi non suoi) aprendo il concerto con Alle prese con una verde Milonga, di Paolo Conte, guidata ad un ritmo molto, molto più lento, e lasciata ad aleggiare tra il verde dei prati e il grigio delle montagne che fanno da sfondo al palco.

Già con questo il mio biglietto può dirsi ampiamente ripagato.

Il resto è fatto di viaggi, storie, parole, sorrisi, scherzi, che vanno a pescare in un repertorio che si srotola per gli ultimi 30 anni e che da tutto questo tempo riesce a far sentire bene le persone che sono davanti al palco a cantare, ballare, guardarsi intorno con la faccia di chi è contento di trovarsi in un posto così, ad ascoltare musica assieme a facce mai viste prima, ma che hanno tutte l’aria famigliare di chi comunque, in modi strani e non sempre con la stessa assiduità, frequenta la stessa casa, tra la Bastiglia e il Bataclan.