Cristiano De André

live report

Cristiano De André Cernobbio (CO) / Villa Erba

25/07/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 24/07/2024

#Cristiano De André #Italiana#Canzone d`autore

Cristiano De André incanta Villa Erba


Per una volta, iniziamo dalla conclusione del concerto di Cristiano De André a Cernobbio (CO), per Le Serre Festival: tutti in piedi, e poi sotto il palco, a cantare e acclamare il figlio del grande Fabrizio e la sua incredibile band (Osvaldo di Dio alle chitarre, Davide Pezzin al basso, alle tastiere Luciano Luisi e alla batteria Ivano Zanotti). Con buona pace delle signore che implorano "state seduti...", e della security che ci tiene lontani dalla transenna, siamo tutti con lui, con loro, al termine di due ore e mezza di autentico amore. Per Faber, per la sua poesia, per la sua umanità fragile e fortissima, che resiste al tempo, alle mode, ai cambiamenti climatico - politici, con una tenacia e una perseveranza che ne dimostrano l'altissima arte.

Cristiano - è il caso, stavolta, di chiamare per nome l'artista, e non solo per distinguerlo dal padre, ma proprio per il clima di intimità che egli instaura da subito - mancava dalle scene dal 2019, da quando presentò l'integrale di Storia di un impiegato (https://www.mescalina.it/musica/live/04/05/2019/cristiano-de-andr-). Ma, in occasione dei venticinque anni dalla scomparsa di Fabrizio, ha voluto riprendere in mano con "un nuovo vestito, una nuova vitalità" le sue canzoni, avvalendosi di grandi musicisti, tra cui Luciano Luisi, presente stasera alle tastiere, Max Marcolini e Stefano Melone.

Dopo quattro album De André canta De André, ecco quindi il tour Best Of, con canzoni che vincono il tempo, perché, come dice Cristiano, sono legate da "un filo rosso, la coerenza, l'ansia di giustizia, il punto di vista di chi si è sempre schierato dalla parte degli ultimi, degli esclusi", e perché "ci ha insegnato che solo l'amore, la compassione, il riconoscersi vicendevole possono salvare l'uomo, e di conseguenza il mondo".



Moltissimi, durante il live, sono i momenti in cui il figlio omaggia il padre con parole di compassione, di umanità, quasi a ricercarla nel suo pubblico, per trovare in esso la ragione non solo del suo stare sul palco, ma anche del suo stare al mondo tout court: il ricordo di Don Gallo, l'appello perché cessi il genocidio a Gaza, la richiesta di fare anche noi, ciascuno di noi, "nel nostro piccolo", qualcosa per cambiare il mondo.

Ma anche le canzoni parlano, stasera, vestite di abiti nuovi, di suoni brillantemente espressi dalla band che ha trovato un'intesa perfetta, con la potenza della macchina ritmica di basso e batteria, col fraseggio e al tappeto di tastiere, con gli assolo dell'elettrica.

E poi c'è Cristiano, al bouzouki, alla chitarra, al violino, al piano, alla voce, quella voce così simile a quella del padre, eppure incrinata da emozione e pudore, che canta le storie che ormai sono patrimonio dell'umanità, o meglio, di chi ha umanità.



Ecco quindi sfilare davanti a noi, dolenti, ma ricchi di dignità, gli ultimi del mondo e di tutti i tempi, e gli amici fragili, spazzati via dall'ipocondria, dall'odio (splendida l'introduzione a Disamistade, a ricordarci che anche gli screzi tra vicini di casa possono alimentare il male), dalla guerra, dalla povertà o dall'incomunicabilità. Parole sempre attuali, che scendono nel profondo, scuotono, ancora e ancora, e che vengono esaltate da suoni altrettanti attuali, dalla coda strumentale di Amico Fragile, o de La canzone del padre, con Di Dio che giganteggia, a una Smisurata Preghiera con la batteria di Zanotti che duella col violino, mentre il contrabbasso di Pezzin e le tastiere di Luisi incantano in una struggente Verranno a chiederti del nostro amore.



E torniamo alla conclusione: dopo i due bis, Cristiano viene reclamato dal pubblico ormai tutto in piedi, e ci regala una Canzone dell'amore perduto che ammalia le migliaia di persone, che un attimo prima ballavano su Il pescatore e su Crêuza de mä, mentre ora sussurrano le parole eterne di una storia che fa parte del vissuto di tutti.

Una serata dall'intensità a tratti insostenibile, che però sentiamo come necessaria, per respirare meglio, col cuore e con la volontà.





SETLIST

Mégu megún

'Â çìmma

Ho visto Nina volare

Don Raffaè

Se ti tagliassero a pezzetti

Smisurata preghiera

Verranno a chiederti del nostro amore

Canzone del padre

Nella mia ora di libertà

Bocca di rosa

Amico fragile

La canzone di Marinella

Disamistade

Andrea

La cattiva strada

Un giudice

Il testamento di Tito

La collina

Volta la carta

Quello che non ho

Fiume Sand Creek


Encore:

Crêuza de mä

Il pescatore

La canzone dell'amore perduto


FOTO DI FRANCO VALSECCHI