live report
Goran Bregovic Teatro Del Vittoriale - Gardone Riviera (bs)
Concerto del 25/07/2002
25.07.2002, “TEATRO DEL VITTORIALE”,
Gardone Riviera (BS)
La regione balcanica prima che un vero e proprio luogo fisico va considerata come uno spazio ben più ampio, che si alimenta nel quotidiano di un’umanità eccentrica e assolutamente originale. Spazio dal quale l’unica regola è dettata dalle contraddizioni tipiche dei popoli di confine, sospese tra equilibri precari e ingenuità che possono apparire tali solo ad una vista superficiale. Analizzate più attentamente queste peculiarità sanno stupire generando ammirazione e una sincera simpatia.
Goran Bregovic, sapiente compositore e conosciuto ai più come autore delle colonne sonore dei più fortunati film di Emir Kusturica, ha sempre avuto ben chiara nella mente questa premessa, tendendo alla realizzazione di un emblematico ponte con la cultura occidentale pur mantenendo il proprio cuore saldamente ancorato alle sue origini balcaniche.
Il numeroso seguito che specialmente in Italia apprezza le gesta di questo autore è emblematico di quanto la vicinanza con le tradizioni che rappresenta non viene sentita solamente in stretto senso geografico, ma pare derivare da radici ben più profonde. Ci ritroviamo quindi nel gremitissimo anfiteatro del dannunziano Vittoriale, ambiente da solo capace di ricreare un’atmosfera altamente suggestiva. Da fuori campo una lontana tromba intona una marcia mesta, che dal lato sinistro del palco lentamente sentiamo avvicinarsi. Scopriamo che si tratta di una vera e propria fanfara in costume di sette elementi quando, salendo sul palco, si schiera in linea di fronte a noi. Il suono acquista coralità, lasciando che la marcia si vivacizzi chiamando sulla scena Ognjan Radivojevic a posizionarsi alle percussioni al suo centro.
Ecco il pacato Bregovic in completo bianco sedersi e imbracciare una chitarra elettrica, più defilato insieme alle tre coriste, agli estremi della scena.
Il gruppo inizia immediatamente con un gran tiro: il suono è quello acustico e sanguigno che si aspetterebbe da un orchestra tzigana ad una festa popolare. Trasposto nella dimensione più controllata come quella teatrale, seppure all’aperto, questa musica sembra perdere parte della propria spontaneità, mutando i contorni del suo fascino in una dimensione maggiormente formale e rigorosa, a tratti solenne.
I primi brani eseguiti, estratti dal nuovo album in uscita proprio in questi giorni, si dimostrano al primo ascolto non così immediati come eravamo stati in passato abituati, soprattutto per le ardite trame che intrecciano le voci Bulgare con gli onnipresenti fiati. I pezzi che si fissano immediatamente nella memoria non tardano ad arrivare, ed ecco la sicura hit “Polizia molto arrabiata”, che ha fatto molto parlare la nostra stampa, gli esilaranti siparietti del lento “Sex” e “Maki, Maki”, nel perfetto stile a cui Bregovic in passato ci ha saputo abituare. Nell’equilibrio del concerto questi cerca di apparire il meno possibile, preoccupandosi di rifinire con essenziali accordi di chitarra le melodie dell’intero gruppo, e a controllare mediante un PC portatile alcuni samplers che donano una forma più evoluta e matura a composizioni che altrimenti rimarrebbero incastrate nella definizione particolarmente restrittiva di folk tradizionale.
Lo spessore dei musicisti si rivela di assoluta menzione, a partire dal vero e proprio motore dell’intera orchestra, il già citato polistrumentista Radivojevic. È lui che detta i tempi dell’esibizione, lanciandosi in vorticosi duetti con la sua bella voce insieme a Bregovic, e che instancabilmente non esita ad incitare i presenti ogni volta che il ritmo si fa più coinvolgente.
Il pubblico presente ricambia entusiasta appena vengono intonati i brani più conosciuti, tra gli altri: “Underground tango”, “Ya ya ringe ringe raja”, “Cajesukarije Cocec”, “Mesecina”, “Ederlezi”, quest’ultimo eseguito con un toccante accompagnamento di fiati. La miscela di sonorità che il numeroso ensemble dispensa è da mozzafiato: canzoni per matrimoni e funerali, come amano definirle riassumendo in un’espressione l’anima di un popolo e di una regione che tradizionalmente non può prescindere dalla musica, in ogni tappa della sua vita, triste o felice che sia.
La serata si chiude dopo oltre due ore trascorse alla scoperta di una umanità affascinante, con una versione caricatissima dell’immancabile “Kalasnjkov”, al grido di battaglia “all’attacco!” urlato a squarciagola direttamente dal pubblico. Inutile cercare tra le poltroncine lo spazio in cui abbandonarsi a danze indiavolate e deliranti, sarà per la prossima volta.
Goran Bregovic:
chitarra, samplers,
percussioni, voce
The Weddings
and Funerals Band:
Ognjan Radivojevic:
derbouka, percussioni, fisarmonica, voce
Bokan Stankovic:
prima tromba
Dragan Celevski:
seconda tromba
Ivica Mit:
sax alto e soprano
Zivorad Barjamovic:
primo trombone baritono
Goran Odovic:
secondo trombone baritono
Aleksandar Rajkovic:
terzo trombone baritono
Dejan Manigodic:
basso tuba
Lidia Dakova - Ilieva
Ludmilla Radkova - Traykova: Daniela Radkova - Lubenova voce