Pokey Lafarge + Jack Grelle

live report

Pokey Lafarge + Jack Grelle Bologna / Locomotiv Club

24/02/2018 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 24/02/2018

#Pokey Lafarge + Jack Grelle#Americana#Songwriting Pokey LaFarge Jack Grelle Adam Hoskins Don Diego Trio

"Io li odio i nazisti dell'Illinois". Per fortuna dall'Illinois non arrivano solo i nazisti, giustamente odiati da John Belushi, ma anche personaggi unici e incredibili come Pokey LaFarge. Trentaquattro anni, fisico minuto e un volto scavato che arriva dal passato, quasi rubato ad una di quelle vecchie foto ingiallite e in bianco e nero che ritraggono i nostri nonni da giovani. E dal passato arriva anche la proposta musicale di Pokey e dai suoi degni compari, un country old style imbevuto di indiavolati rockabilly, rock'n'roll anni '50, hillbilly scorticati, ragtime, swing a tutto spiano, profumi di mexico e border. Il tutto aggiornato ai nostri tempi, ma con un rispetto sacro e doveroso nei confronti della tradizione.

Sulle scene ormai da più di dieci anni, il nostro piccolo eroe gode di un notevole seguito di appassionati in Europa e in Italia. Già tre anni fa ebbi già modo di assistere ad un suo concerto, sempre al Locomotiv Club di Bologna, lo conoscevo poco e fu una vera e propria rivelazione.

Stasera invece la rivelazione è nell'opening act e porta il nome di Jack Grelle, un barbutissimo individuo uscito dai boschi del Missouri per imbracciare una chitarra elettrica e dar vita ad un set di vibrante e trascinante honky tonk country rock, nella migliore tradizione del genere, fresco, vitale, tremendamente piacevole e coinvolgente. Scopro anche che ad accompagnare il tipo c'è una band italiana, siciliana per la precisione, i Don Diego Trio, molto bravi anche loro.

È ormai pieno il locale quando Pokey ne prende possesso con la band, tutti giovani, Adam Hoskins alla chitarra, Joey Glynn al contrabbasso e Ryan Koenig alla batteria. Lui alterna le sue chitarre, rigorosamente acustiche, in un viaggio musicale tremendamente affascinante e suggestivo, attraverso i vari generi musicali precedentemente menzionati. Pokey mette in campo una voce potente e vibrante, capace di graffiare e di accarezzare, in più, a sostenere il tutto, una grande presenza scenica, da vero e consumato frontman.

Colpisce al cuore la Carmelita di Warren Zevon, perché "Carmelita hold me tigher/I think I'm sinking down/And I'm all strung out on heroin/On the outskirts of town" è sempre lì che si aggira tra atrio e ventricolo. Partecipano alla festa in modo variegato, variopinto e in ordine sparso anche Going To The Country, Devil Aint't Lazy, Goodbye Barcelona, altro momento spanish, Cario, Drinkin' Whiskey Tonight, che ci sta' tutto, Pack It Up, Cario, La La Blues, cantata da tutto il pubblico in una festa collettiva, leggera, piacevole e liberatoria. Come dice un sito spagnolo dedicato a Pokey LaFarge "Este hombre es uno de los culpables del revival country swing" Che Dio protegga a lungo Los Culpables Pokey!