live report
Mark Eitzel Ferrara / Sala Estense
Concerto del 23/10/2017
Giancarlo Frigieri racconta un'Emila che profuma di Lambrusco e Radiofreccia, storie semplici e genuine, ironiche e pungenti, in bilico tra amaro disincanto e sognante poesia.
Mark Eitzel entra sul palco con andatura caracollante e un po'incerta, movenze impacciate, sguardo trasognato, sembra uscito da un film anni '40. Quando poi inizia a cantare capisci che il viaggio onirico può aver inizio, allacciate le cinture, si parte. L'inizio a dir la verità non è dei migliori, qualche problema tecnico rallenta il decollo, risolti però gli inconvenienti si procede che è un piacere attraverso atmosfere sospese, rarefatte, blues sussurrati, ballads strappacuori, jazz vellutati, voce da crooner, sporca e rauca, un po’ Tom Waits, un po' Leonard Cohen, ma soprattutto molto Mark Eitzel. Autore geniale e bizzarro, interprete umorale e trascinante, gli American Music Club e un progetto musicale sempre rimasto ai margini del music business, sempre di nicchia e mai di massa. Una carriera solista poi molto prolifica, a tratti contorta e contraddittoria, sfociata in un ultimo grande album, Hey Mr Ferryman.
La serata ferrarese ce lo mostra in tutto il suo multiforme talento, dolce e rabbioso, fragile e arrogante, istrionico e timido. Non ha bisogno di troppo parole né di effetti speciali, dopo un'ora e mezza il giro dei sogni è finito, l'atterraggio morbido e senza sussulti, puoi riaprire gli occhi, ma è proprio necessario? Hey, Mr. Ferryman, quando si riparte?