Taj Mahal & Keb Mo` Band

live report

Taj Mahal & Keb Mo' Band Luzern (CH) / blue Balls Festival KKL Pavillon

23/07/2017 di Aldo Pedron

Concerto del 23/07/2017

#Taj Mahal & Keb Mo` Band#Jazz Blues Black#Blues

Certi concerti bisogna per forza vederli all’estero, non c’è scampo, qui da noi non arrivano. Sto parlando di Taj Mahal assente dall’Italia da molti anni, da troppo tempo.  Qualcosa di misterioso però resta nel fatto che dopo il concerto di Lucerna del 23 Luglio, Keb Mo’ e Taj Mahal avevano tre giorni Off prima di suonare a Marsiglia (Francia) il 26 Luglio eppure nonostante la buona volontà della Ponderosa Music di Titti Santini di Milano che aveva avanzato una richiesta ufficiale per portarli nel nostro bel paese, i nostri eroi hanno declinato l’offerta. Non restava dunque se non l’ultima chance di andare al bellissimo e moderno KKL Pavillion di Lucerna, un centro di Cultura, Concerti e Congressi nell’Europaplatz, opera dell’architetto parigino Jean Nouvel, una delle sale concerto tra le migliori e le più belle al mondo, con un’acustica perfetta con i suoi 1898 posti e nell’ambito del Blue Balls Festival per ammirare due titani del blues come Henry Saint Clair Fredericks Jr. nato ad Harlem, New York il 17 Maggio del 1942 ed in arte Taj Mahal (dal nome del celebre tempio e mausoleo indiano) e Kevin Roosevelt Moore, un californiano di Los Angeles, nato il 3 Ottobre del 1951 e detto Keb Mo’.  

Taj Mahal è un autentico genio, uno straordinario viaggiatore dello spazio e del tempo, un esploratore senza sosta, è la sua intera carriera e discografia a dircelo e spiegarcelo. Un ambasciatore dei suoni, di ritmi, sonorità, stili e generi musicali tra i più variegati. I suoi dischi profumano di blues autentico, di country blues elettrificato, di soul, rhythm and blues, di solari rivisitazioni del suono dei caraibi, della musica hawaiana, africana, indiana, dotato di grande maestrìa, una contagiosa vitalità, una fortissima simpatia, un fisico di un omone grande e grosso che con le sue trovate sonore, ha di gran lunga preceduto (come l’amico Ry Cooder soltanto al suo livello) le mode della globale e universale World Music. I suoi incontri musicali, mai banali, sempre assai rappresentativi e decisivi lo vogliono far trovare la quintessenza del contagio generazionale tra le arti sonore. Taj Mahal è sempre circondato da strumenti esotici, fenomenale polistrumentista dotato di una voce greve, bassa, rauca decisamente profonda e nobile. Musica senza frontiera la sua, suonata, proposta e riproposta in maniera divina con i dovuti crismi.

Il 4 Maggio del 2017 è uscito per la Concord records /Universal TAJMO, la prima testimonianza della collaborazione di Taj Mahal e Keb Mo’ ed il risultato è più che lusinghiero, strabiliante, sembra siano fatti l’uno per l’altro, siano complementari. Keb Mo’ è un allievo in un certo senso di Taj Mahal, é uno dei suoi eroi ed è stato da lui fortemente influenzato. All’anagrafe li divide una decina d’anni eppure vedere sul palco i due che si scambiano battute, si alternano alla voce, alle chitarre, all’armonica li rende visibilmente impeccabili, ineccepibili. Entrambi sono ottimi autori, musicisti eclettici, esemplari negli arrangiamenti, dotati di voci generose e straordinari strumentisti.  Un disco di soul-blues e canzoni incise e realizzate con estrema efficacia.

Taj Mahal e Keb Mo’ sono anime gemelle, due chitarristi che si sono avventurati da decenni nel blues più tradizionale ma nel contempo anche e sempre alla ricerca di nuovi sbocchi. Ora i due hanno unito le forze in questa unica e spettacolare collaborazione, joint venture tra due dei migliori bluesmen tuttora viventi al mondo. Taj Mahal è stato capace di collegare, plasmare e rinverdire blues, R&B, suoni africani, indiani, il reggae, il calypso e la musica hawaiana e caraibica in toto in modo concreto, spettacolare e decisivo. 

Taj Mahal nella sua lungimirante e brillante carriera, numerosissime collaborazioni e decine e decine di dischi, ha vinto due Grammy Awards con Senor Blues del 1997 e nel 2000 con Shoutin' in Key: Taj Mahal and the Phantom Blues Band Live entrambi come Best Contemporary Blues album.

Keb Mo’ dal canto suo con 12 album solisti al suo attivo dal 1980 al 2014 é cantante, compositore, strumentista, produttore, attore, mentore e performer eccellente e al KKL Pavillion di Lucerna si dimostra personaggio solare, pimpante, brillante, grande strumentista, al passo con i tempi. Il suo blues post moderno abbraccia epoche e generi diversi tra cui pop, folk, rock e jazz. È stato ospite nei dischi di grandi artisti come Amy Grant, Willie Nelson, India Aire, Marcus Miller, Natalie Cole, Bonnie Raitt, Solomon Burke, Ray Charles, BB King, Buddy Guy, The Dixie Chicks e il movimento musicale globale di Playing for Change

Keb Mo’ con i suoi 12 dischi ha conquistato tre Grammy Awards per il miglior disco blues nel 1997 (Just Like You), 1999 (Slow Down) e 2005 (Keep It Simple).

Alle 20.05 quando dopo Keb Mo’, Taj Mahal dall’alto dei suoi 1,93 cm, circa 150 chili, entra ballando con quel suo passo articolato, dinoccolato, da Orso Yoghi, sembra che il teatro venga giù tale é il tripudio riservatogli. Lui ringrazia, saluta in tedesco, parla in francese, ripete in inglese e dietro quella burbera barba ed un volto segnato dal tempo dispensa e regala ampi sorrisi. Sul palco un gruppo spettacolare ed incisivo: Keb Mo, Taj Mahal, una sezione ritmica coi fiocchi, due fiati (Quentin Ware e Dana Robbins) che entrano con degli attacchi al momento giusto, due coriste e ballerine fantastiche (le due figlie Zoe e Deva Mahal) e un tastierista mai troppo invasivo.

Quasi due ore di spettacolo, nel vero senso della parola. Keb Mo’ degno rappresentante del cosiddetto Delta Blues, con quel suo fisico asciutto ha classe, volontà, estrema abilità sia come compositore che come cantante e chitarrista. 21 brani che spaziano dal repertorio dei vari dischi di entrambi gli artisti qui rivisti e rivisitati con nuovi arrangiamenti e naturalmente alcuni pezzi dal loro unico album scritto, pensato e suonato insieme, TAJMO che brilla di luce propria.

S’incomincia con Senor blues e l’aria si fa già incandescente. Queen bee, Diving Duck blues, Leaving trunk, Take a Giant Step, Goin’ up to the country /Paint my mailbox blue e Lovin’ in my baby eyes, quest’ultima dolce, lenta, raffinata, armoniosa, sono alcuni dei cavalli di battaglia di Taj Mahal ma qui rivestono e rivivono in nuove versioni perfettamente riuscite e coinvolgenti.

Un concerto davvero coinvolgente, intenso, suonato magistralmente e che ha deliziato il pubblico presente.

 

SET LIST:

SENOR BLUES  Uno splendido rhythm and blues, dall’omonimo album Senor Blues di Taj Mahal su etichetta Private music del 1997.

DON’T LEAVE ME HERE dal nuovo album TAJMO del 2017

GOVERMENT CHEESE dall’album LIVE & MO’ del 2009 su etichetta Yolabelle International. Viene cantata da Taj e Mo’ in sequenza.

THAT WHO I AM dal nuovo album TAJMO del 2017. Keb Mo alla Resonator guitar, Taj alla chitarra e con il sax in evidenza.

QUEEN BEE dall’album di Taj Mahal Evolution (The most recent) edito dalla Warner Bros. nel 1977.   Taj voce solista, Keb Mo’ chitarra e armonica.

LIFE IS BEAUTIFUL dal nono album di Kevin Moore (Keb Mo’) intitolato Suitcase e  pubblicato dalla Epic nel 2006. Genere: Delta Blues. Taj & Keb soli sul palco cantano senza la band e suonano entrambi delle chitarre acustiche.

DIVING DUCK BLUES Un blues di Sleepy John Estes. Incisa dai RISING SONS (con Ry Cooder e Taj Mahal)  nel 1966. Dall’omonimo primo album Taj Mahal pubblicato dalla Cbs/Columbia nel 1968 e nel nuovo album di Taj Mahal and Keb Mo’ per la Concord records /Universal intitolato TAJMO del 2017.

AM I WRONG (BRICK HOUSE) dal secondo album in studio Keb Mo’ edito dalla Okeh/Epic nel 1994. Suonato per l’occasione da Taj e Keb Mo’ in trio con il batterista Marcus Finnie.

EVERY MORNING dal secondo album per la Epic di Keb Mo del 1994. Genere: Delta Blues, Country blues.

SHE JUST WANTS TO DANCE dall’omonimo album di Keb Mo’ per la Okeh/ Epic del 1994.

TAKE A GIANT STEP dal doppio LP di Taj Mahal Giant Step / De Ole Folks at home del 1969 edito dalla Columbia.

LOVIN’ IN MY BABY’S EYES dall’album di Taj Mahal  Phantom Blues, etichetta Private Music del 1996.

THE WORST IS YET TO COME dal disco di Keb Mo’ dal titolo BluesAmericana del 2014.

SHE CAUGHT THE KATY AND LEFT ME A MULE TO RIDE (SHE’S COMPLICATED)  Uno standard del blues  scritto da Taj Mahal e dal mandolinista Yank Rachell. Pubblicato per la prima volta nel secondo LP di Taj Mahal The Natch’l Blues dalla Cbs/Columbia nel Dicembre del 1968. The Katy è una linea ferroviaria che  attraversa il Midwest (Oklahoma, Missouri, Kansas, Texas). Il titolo tradotto significa: Lei ha preso il Kathy e mi ha lasciato un mulo da cavalcare. I Blues Brothers (John Belushi e Dan Aykroyd) l’hanno incisa e portata al successo nel 1980. Curioso è la paternità di come nasce il blues con la testimonianza di Bukka White bluesman, celebre chitarrista e cantante di Aberdeen, Mississippi: Il blues viene dal culo del mulo. Oggi puoi avere i blues anche seduto al ristorante o in un hotel, ma il blues è nato camminando dietro a un mulo, ai tempi della schiavitù.  

OM SWEET OM dal nuovo album TAJMO del 2017. Cantata per l’occasione da Taj Mahal, Keb Mo’ e Deva Mahal.

GIMME WHAT YOU GOT dal 5° album di Keb Mo’ The door edito dalla Epic records nel 2000. Taj all’armonica, Keb Mo’ alla chitarra, Stan Sergeant impegnato in un assolo di slappin’ bass ed in evidenza sax e tromba.

YOU DON’T MISS YOUR WATER / DON’T TRY TO EXPLAIN (‘til your wells runs dry). Cantata da Deva Mahal. Il brano scritto da William Bell è ripreso originariamente dal LP di Taj Mahal The Natch’l Blues edito nel Dicembre del 1968.

GOING UP TO THE COUNTRY, PAINT MY MAILBOX BLUE. Ripresa dall’album di Taj Mahal The Natch’l Blues (1968) e dal doppio LP The Real Thing del 1971. Taj Mahal voce solista e armonica, Keb Mo’ alla chitarra e con assoli di organo hammond, sax e tromba.

LEAVING TRUNK Un blues di Sleepy John Estes. Dal primo e omonimo album di Taj Mahal pubblicato dalla Cbs /Columbia nel 1968.

ALL AROUND THE WORLD dal nuovo CD TAJMO del 2017. Scritta da Kevin Moore e Chic Street man. Taj Mahal che ha suonato seduto per tutto il concerto è qui all’ukelele.  

ENCORE / BIS

SOUL Scritta in coppia da Taj Mahal e Kevin R. Moore alias Keb Mo’ e presente nel loro nuovo CD TAJMO del 2017 dalla Concord Records /Universal.  

 

THE BAND:

TAJ MAHAL:

Lee Oskar harmonica, Lanikai Ukelele, Kala Ukelele, acoustic guitar, Martin electric guitar, Regal Tricone Resonator guitar, Nylon string guitar, National Resophonic guitar, lead vocals.

KEB MO':  Resonator guitar, harmonica, slide guitar, lead vocals, Paul Reed Smith guitar, Gibson guitar, Martin guitar.

MARCUS FINNIE:  drums

QUENTIN WARE:  trumpet, sax, percussion.

DANA ROBBINS :  sax, flute, trumpet, percussion, tambourine. Unica bianca del gruppo, originaria di Ann Arbor, Michigan, vive a Nashville, Tennessee.

 STAN SERGEANT:  bass

DAVID RODGERS :  keyboards

DEVA MAHAL  :  background vocals, lead vocals

ZOE   MAHAL  :  background vocals, lead vocals

( le due figlie di Taj Mahal)