Giulio Casale

live report

Giulio Casale Osio Sotto (bg)

23/06/2006 di Christian Verzeletti

Concerto del 23/06/2006

#Giulio Casale#Italiana#Rock Cantautore

GIULIO CASALE

23 giugno 2006
FESTA UNITÁ - OSIO SOTTO (BG) Si sa che le feste dell'Unità sono tra le poche feste popolari, e le uniche tra quelle organizzate da partiti politici, ad avere un programma musicale degno di interesse. Così può capitare di trovare una delle voci migliori del rock italiano degli ultimi anni a suonare in un paesino della provincia bergamasca, da solo, senza pubblicità alcuna: è una scelta che Giulio Casale sta portando avanti da tempo, da quando i suoi Estra si sono presi una pausa e lui ha cominciato a proporsi in una forma spoglia, più cantautorale.
Dopo il set d'apertura dei The Bone, band dedita ad un rock molto Morphine, la serata non sembrava avere troppe pretese, complice un ambiente piuttosto dimesso: un palco posto nel mezzo di un campo da calcio e qualche panca poco alla volta riempita dalla gente delle festa sono invece bastati a Casale per un concerto intenso, che ha catturato l'attenzione anche di chi non sapeva chi fosse quell'uomo che cantava e suonava la chitarra.
È stato subito chiaro che la scaletta non avrebbe risparmiato critiche né tantomeno evitato di prendere una direzione precisa: l'inizio con "L'uomo col futuro di dietro" e "So che non so" ha dato il segnale di una musica pronta a districarsi con coscienza nel "groviglio di perché" del mondo di oggi, toccando anche temi forti come il suicidio e il conformismo culturale.
Casale ha presentato le canzoni del suo ultimo disco, lo splendido "In fondo al blu", e ripescato pezzi degli Estra offrendo un set coerente anche nelle cover, tra cui una inattesa "Wishlist" dei Pearl Jam. A differenza di molti cantautori italiani, ha dato prova di una interpretazione nè flebile né ammiccante: anche nei pezzi più toccanti, come "Hallelujah" (Leonard Cohen / Jeff Buckley), non si è mai appoggiato sulla melodia, ma l'ha sempre esposta alla tensione della chitarra e del suo canto. Un esempio lo si è avuto con una versione di "Sacrale" molto pesata, quasi tagliata dagli accordi e dalla voce fino ad una parte finale liberata su dei vocalizzi duri.
Tra le cose migliori della serata Casale ha regalato una "In fondo al blu", in cui ha inserito un tacito saluto a Sergio Endrigo, e una "Sbarre sui denti" giuliva, che ha recuperato la tradizione più giocosa della canzone italiana su un testo aspro di critiche ("L'Italia è una scuola materna / dove i bimbi siamo noi / tutti insieme sempre più deficienti").
A richiesta ha eseguito un brano di Fabrizio De Andrè, optando per un pezzo tutt'altro che facile come "Il suonatore Jones" che ha zittito i presenti. Poi ha salutato con una "All I want to be" scandita con cattiveria, alzando la voce in modo feroce, e, richiamato sul palco, ha eseguito "Fiesta" accompagnato dal battito di mani e piedi del pubblico.
Un esempio di come una serata qualunque possa diventare importante, quando sul palco c'è qualcuno che ha qualcosa da dire e che sa come dirlo. Scaletta:

L'UOMO COL FUTURO DI DIETRO
SO CHE NON SO
CARA GIOVANE VERGINE CHE MI PARLI DI SUICIDIO
NON CANTO
WISHLIST
PARASSITA INTELLETTUALE
SACRALE
HALLELUJAH
VIENI
IN FONDO AL BLU
SBARRE SUI DENTI
IL SUONATORE JONES
HANABEL
ALL I WANT TO BE

FIESTA