live report
Daniele Tenca Band Cantù / All'una e trentacinque
Concerto del 23/02/2013
UN INCENDIO CHE BRUCIA MA NON FA MALE: DANIELE TENCA & BAND: WAKE UP NATION!
Un altro live di prestigio Allunaetrentacinquecirca di Cantù: Daniele Tenca e la sua band - Heggy Vezzano e Leo Ghiringhelli (chitarre), Luca Tonani (basso) e Pablo Leoni (batteria e percussioni) – presentano il nuovo lavoro, Wake up nation, a qualche anno di distanza dal riuscito album d’esordio Blues for the working class.
Il locale è gremito di appassionati di blues e di rock, che applaudono con convinzione anche il duo ravennate Hernandez e Sampedro, trascinanti ed energici, con i loro intrecci di chitarre e di voci, con la loro musica ricca di voglia di vivere e lottare (non a caso il loro cd fresco di stampa si chiama Happy Island).
Il loro set è una convincente introduzione a quello di Tenca e soci, che con Wake up nation intendono proprio dare la sveglia a un’Italia per troppo tempo assopita nell’indifferenza e nella dipendenza dal pensiero eterodiretto. Il blues della classe che lavora – non più solo operai, ma tutti quanti faticano a tirare avanti, nonostante la loro preparazione e la loro onestà – presente nel primo cd, ha aperto la strada a un percorso originale, in cui la musica si sposa alla stretta attualità e si riveste di suoni potenti, sporchi, contaminati fra rock e blues, con testi scritti e cantati in un eccellente inglese, fatto per andare lontano, riportando tutto là da dove l’ispirazione di Tenca era partita: ai Working Class Heroes di Seeger, Dylan e Springsteen.
Forte di compagni di strada che col ritmo e le chitarre ci sanno fare (davvero impossibile decidere chi della band sia il migliore!), Tenca si muove con passione e determinazione sul terreno della critica sociale, coinvolgendo il pubblico, presentando i pezzi con brevi, efficaci parole, non sottraendosi mai al confronto con un’attualità scottante e scomoda ( basterebbe citare Big Daddy e qualche frase del testo, per capire a chi si riferisca Tenca, quando parla di un ‘paparino’ che chiede alla sua protetta se vuole una parte in uno show in prima serata… ), oppure sottolineando l’eterna attualità di classici come Last po’ man, o di pezzi moderni, ma già classici, come la vedderiana Society, interpretata live solo chitarra, per aumentarne la suggestione.
Le oltre due ore di concerto scorrono senza pause, in un crescendo entusiasmante; a riprova che è possibile riflettere, e fare riflettere, continuando la migliore tradizione del rock blues impegnato, che, dalle lotte contro la discriminazione negli Stati Uniti del secolo scorso, torna a fare parlare di sé, resistendo contro qualunque disparità sociale, per la dignità dell’uomo.