Andrea Ramolo

live report

Andrea Ramolo Roma / Le Mura

22/10/2017 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 22/10/2017

#Andrea Ramolo#Rock Internazionale#Folk Michael Timmins Blackie & The Rodeo Kings Scarlett Jane Cindy Doire Leonard Cohen Lucio Dalla

Non sempre bravura e bellezza vanno di pari passo, così nella musica come nella vita. Quando succede viene fuori un qualcosa che assomiglia molto ad Andrea Ramolo. Canadese di Montreal, 37 anni, un passato molto avventuroso vissuto dormendo spesso in un van per le highways canadesi e un presente che parla il linguaggio semplice e, al tempo stesso, complesso di folk songs cantautorali sporcate di blues rurale. Un aspetto gentile e garbato, abito da cowgirl in the sand, una voce soave e leggiadra a sostenere un cantato sofferto e vissuto. La chitarra elettrica accompagna le sue scarne folk songs in odore di Cowboy Junkies, non per niente Michael Timmins ha prodotto il suo ultimo disco.

La ragazza ha inoltre frequentato da vicino il giro dei Blackie & The Rodeo Kings, oltre ad aver appreso in pieno la lezione dai numi tutelari al femminile, come Joni Mitchell, Richie Lee Jones, Suzanne Vega e via dicendo. Senza voler scomodare le divinità e lanciarsi in paragoni anche scomodi, Andrea ha indubbiamente il suo perché, senza inventarsi nulla di nuovo, porta il suo importante contributo per la sopravvivenza dell'universo country folk.

Purtroppo per problemi logistici arrivo a concerto già iniziato, Le Mura, nel cuore di San Lorenzo, è strapieno di gente, la gran parte purtroppo assolutamente non interessata a chi sul palco sta proponendo la propria arte. Un vociare fastidioso e urlante, sommato all'inopportuno shakerare dei barman, creano una colonna sonora assolutamente inopportuna e per nulla richiesta. La Ramolo sul palco non se ne cura affatto, entro nel locale mentre esegue Dreams dei Fleetwood Mac, a cui seguono poi Hold Me e Chameleon, storie semplici e nostalgiche di vita vissuta.

La scelta delle cover non è forse del tutto azzeccata, Piccola e fragile di Drupi e Caruso di Lucio Dalla non lasciano particolarmente il segno. Wild Fire è tratta dal repertorio delle Scarlett Jane, il progetto musicale parallelo che Andrea Ramolo porta avanti in duo con Cindy Doire, anche lei canadese. Il brano racconta di un incendio che coinvolse la fattoria dei nonni, mentre The One I Love Is Gone delle Secret Sisters è tutta nel titolo.

Il concerto prosegue piacevolmente, senza grossi sussulti, ma con la forza delle proposte vere e genuine. Sinceramente avrei volentieri fatto a meno della cover degli Afterhours, gruppo che personalmente detesto, mentre mi emoziona molto Hey, That's No Way To Say Goodbye del grande Leonard Cohen, brano con cui Andrea Ramolo si congeda da noi.

There's a new girl in town and her name is Andrea Ramolo

Foto di: Antonio Ruotolo