live report
Rolling Stones Roma / Circo Massimo
Concerto del 23/06/2014
Non si può fermare il tempo che trasforma ogni cosa, ma si possono creare pietre miliari per costruire templi magici, testimoni di una realtà sempre presente. Melodie e parole che si plasmano nelle emozioni che pulsano nel più intimo dei nostri ricordi. Tutto passa tranne il pensiero che trova vita nel rock and roll creando opere immortali che resteranno nei secoli.
Radici permanenti di un credo che andrà oltre a ciò che il tempo consumerà, come quello che in cinquant’anni hanno fatto e stanno facendo i Rolling Stones. In una cornice meravigliosa, immersi in contesto storico senza eguali, come quello del Circo Massimo, la band inglese ha ancora una volta entusiasmato ed emozionato gli oltre 70.000 fans intervenuti per quella che diventerà una data indelebile per l’Olimpo del Rock.
Ore passate ad attendere gomito a gomito sotto il sole cocente, ma l’attesa all’imbrunire, non ha deluso le aspettative, perché nel buio della notte le pietre rotolanti hanno incendiato il pubblico con il loro carisma ed una performance fatta di talento, esperienza, padronanza scenica Mick Jagger su tutti, riff ancora inconfondibili e da brividi nonostante le mani logore e qualche piccola sbavatura di Keith Richards e Ron Wood, senza dimenticare il ritmo battente e la classe cristallina dell’indomabile Charlie Watts.
Intorno alle 21.50 vibrano le chitarre e si parte con Jumping Jack Flash: ”sono nato in un uragano di fuoco incrociato…” , è il delirio, le braccia si alzano in cielo bucando la notte, le voci accompagnano i versi di Jagger in un ritmo surreale dove tutti iniziano a saltare liberando ogni energia in corpo.
Gli Stones si lasciano gli anni alle spalle, Mick comincia a correre da una parte dall’altre del palco e senza respiro attacca l’inno alla ribellione, Let’s spend the night together.
Successivamente è il momento di Mick Taylor, il primo chitarrista che si unì alla band nel 1969 per sostituire Brian Jones e se ne andò travolto dall’inferno di una vita che non era stata soltanto rock’n’roll. Ora è nuovamente sul palco con i suoi compagni per ricordare un viaggio artistico lungo cinquant’anni.
Con la sua vecchia Les Paul accompagna e aggiunge ritmo a Streets of Love, quelle strade d’amore che qualche volta riservano lacrime. Jagger, poi chiama sul palco come ospite John Mayer, il virtuoso chitarrista che con i suoi riff ha aperto il concerto, per eseguire con loro Respectable.
Ecco Out of control, gli animi sono euforici e il pubblico danza ipnotico assorto in un’atmosfera magica con Richards che guida la carovana.Via col campanaccio e col tambureggiare del vecchio Charlie Watts e parte Honky Tonk Women con la voce sempre calda di Jagger mentre Richards graffia sulla chitarra il suo honky tonk blues sempre inossidabile.
È il momento di Keith alla voce, sgraziata, graffiante, blues per una You got the silver da brividi accompagnata dalla chitarra slide di Ron Wood. Sale la nostalgia, il cuore batte forte e Mick ritorna sul palco per regalare uno dei pezzi più belli della serata Midnight Rambler con Taylor che si riprende la scena per un assolo formidabile. L’interpretazione di Jagger è perfetta e anche all’armonica è prodigioso strappando un boato di applausi.
I ragazzi sono ormai caldi e uno dietro l’altro snocciolano i loro capolavori fino al gran finale che riserva la monumentale Simpathy for the Devil, Miss you, Brown Sugar e una magnifica Gimme Shelter con la vocalist Lisa Fischer che trascina anche Mick in un duetto potente.
Una piccolissima pausa per l’ultimo rush ed ecco You Can’t always get what you want con il Coro Giovanile che regala al pezzo qualcosa di spirituale, mentre l’ultimo respiro romano si consuma con (I can’t get no) Satisfaction con i fuochi d’artificio che colorano il cielo illuminando a giorno tutto il Circo Massimo.
L’ultima nota, l’abbraccio e al pubblico il ricordo di una storia che non avrà mai fine.