Rolling Stones

live report

Rolling Stones Roma, Circo Massimo

22/06/2014 di Arianna Marsico

Concerto del 22/06/2014

#Rolling Stones#Rock Internazionale#Rock

Ed ecco che è arrivato il grande giorno. Dopo tante polemiche è arrivato il momento di godersi solo la musica. Di vedere quattro ragazzacci di 70 anni (beh, forse  sul ragazzaccio Charlie Watts potrebbe decidere di dissentire …)  che si divertono a suonare come se ne avessero 18. Il rock’n’ roll è passione ed energia, ma con i Rolling Stones è anche spettacolo e magia. E forse solo con la magia (o forse Mick Jagger ha un ritratto che invecchia al proprio posto nascosto da qualche parte) o gli stravizi  si può spiegare come una formazione di ultrasettantenni riesca sul palco ad essere potente e carica in un modo che certi gruppi esordienti si sognano. Non è solo perché Mick Jagger ha ancora la forza di correre come un forsennato per tutto il palco. E’ perché ancora tutti e quattro, nonostante la fama ed i soldi, si divertono. Sono felici di stare sul palco insieme, anche se sono passati tanti anni e qualche dissapore può esserci stato. Per dare un’idea della differenza tra il suonare bene e creare una scintilla mi viene in mente il concerto dei Police a Torino nel 2007. Un’esibizione tecnicamente perfetta, peccato che  tra Sting e Stewart Copeland ci fosse il gelo: nessuno sguardo di intesa ed il buon Andy Summers quasi costretto a fare da tramite.

Ma torniamo al Circo Massimo. Il tempo è stato mite negli ultimi giorni, permettendo di evitare l’effetto Woodstock.  Arrivano coetanei degli Stones, genitori con i figli piccoli, è un’allegra  folla di ogni età. Che accoglie con calore anche John Mayer, al quale spetta un compito da far tremare i polsi: suonare prima della Storia, di fronte ad una platea non accorsa per lui. Il suo contry-blues-pop però intrattiene piacevolmente i presenti, facendo dimenticare l’attesa.

“Friends, Romans, Countrymen Would you please welcome The Rolling Stones”.L’annuncio dello speaker scatena l’entusiasmo generale. Jumpin' Jack Flash apre al fulmicotone un concerto che sarà tiratissimo e molto blues e soul, grazie anche alla splendida voce di Lisa Fischer. Poco sarà lo spazio per note malinconiche, forse più o meno incosciamente, e così finiranno sacrificate perle come Angie, Ruby Tuesday e soprattutto Paint it black.

Non c’è tempo per tirare il fiato se non quello dei saluti ai presenti di Mick. Subito arrivano Let’s Spend the Night Together e It’s Only Rock ‘n’ Roll (But I Like It). Mick e Keith sono ancora i Glimmer twins, si scambiano sorridenti occhiate d’intesa, come se non se ne fossero mai andati dalla Provenza culla di  Exile on Main St. E nemmeno a farlo apposta arriva Tumbling Dice a far ballare tutti. Streets of love è  la prima ballad tirata fuori dal cilindro, e mancava addirittura dal 2007. E per l’occasione rispunta Mick Taylor. Mick si compiace nel far cantar il refrain al pubblico, che poi ringrazia calorosamente. Doom & Gloom riporta a sonorità più pienamente rock. Respectable, suonata con John Mayer, rivira sul black, ed è il brano scelto tramite le votazioni online. Arriva il momento della sulfurea e sensuale Out of control, un lento e costante crescendo. Mick salta lungo la pedana e suona l’armonica, Keith si esibisce in uno dei suoi assoli profondi come l’oceano. Honky tonk woman è calda e corale.

E’ tempo di presentare la band. Non solo i quattro ragazzacci, ma anche gli straordinari turnisti. E turnisti è riduttivo. Della meravigliosa voce di Lisa Fischer si è già scritto. Ma c’è anche quella di Bernard Fowler. Ed il sax di Bobby Keys… e si potrebbe scrivere per ore già solo di loro e di tutti gli altri.

A questo punto Keith prende pienamente possesso del palco con You Got The Silver,solo con Ronnie Wood, e Can’t Be Seen. Con Midnight Rambler torna Mick Jagger in scena con la sua armonica e torna anche la chitarra di Mick Taylor. E’ un tripudio di suoni, luci colorati e battiti di mano. E’ puro ritmo che prende il posto del sangue nel tuo corpo. Miss You con i suoi coretti è irresistibile. Gimme Shelter è un incanto, lo spirito di rivolta intatto, la sintonia tra le voci di Mick e Lisa è perfetta. E’ di nuovo ora di saltare e scatenarsi con Start Me Up.

Mick Jagger riappare sul palco coperto da uno scialle di piume rosse per Sympathy For The Devil. Chiunque a settant’anni risulterebbe ridicolo in cotanta mise… ma lui no. Incarna quella seducente ambiguità che poi si sarebbe ritrovata negli anni del glam rock. E’ “la tigre adorata, mostro dall'aria indolente” ammirata ed implorata da Baudelaire. Sul celebre verso “pleased to meet you” i riff di Keith sono affilati come katane.

La scoppiettante Brown sugar chiude la prima parte del concerto.

Si riprende con il coro che introduce You Can’t Always Get What You Want, conferendole venature gospel e facendo apparire ancora più sofferta la voce di Mick. Forse sulla maschera da rockstar si forma qualche piccola crepa…

Il finale è di quelli memorabili, di quelli che ti si tatuano nel cervello e nel  cuore. Satisfaction è un incontro con l’atomo del rock. In tutto. Dal mito sorto attorno a come Keith la compose, quasi in dormiveglia, alla voglia di andare sempre oltre che esprime. Senza dimenticare una chitarra che spazza via qualsiasi freno inibitorio.

Con Satisfaction e i fuochi d’artificio la Storia ci saluta.

Sì, decisamente il patto con il diavolo deve essere stato rinnovato per un bel po’.

 

SET LIST

Jumpin’ Jack Flash

Let’s Spend The Night Together

It’s Only Rock ‘N’ Roll (But I Like It)

Tumbling Dice

Streets Of Love (with  Mick Taylor)

Doom & Gloom

Respectable (with  John Mayer, song vote winner)

Out Of Control

Honky Tonk Women

You Got The Silver (with  Keith on lead vocals)

Can’t Be Seen (with  Keith on lead vocals)

Midnight Rambler (with  Mick Taylor)

Miss You

Gimme Shelter

Start Me Up

Sympathy For The Devil

Brown Sugar

ENCORE

You Can’t Always Get What You Want (with Coro Giovanile Italiano)

(I Can’t Get No) Satisfaction (with Mick Taylor)