live report
North Mississippi Allstars Pero (mi)
Concerto del 22/06/2008
22 giugno 2008 - Pero (MI) Il Canovacci Perofestival è un appuntamento importante, anche se è solo alla quarta edizione. Singolare e lodevole è infatti l'iniziativa della ditta Vimercati Spa che organizza e propone gratuitamente l'iniziativa integrandola anche con degli ottimi concerti blues: ce ne fossero di industriali pronti a pagare artisti di livello internazionale piuttosto che finanziare eventi pubblicitari con vip, buffet e veline. Dopo che l'anno scorso avevamo goduto dell'esibizione di Willie King, il piatto forte del programma 2008 è sicuramente il concerto dei North Mississippi Allstars (seguito il 3 luglio da quello di Watermelon Slim & the Workers).
La band dei fratelli Dickinson è in tour per promuovere l'ultimo disco "Hernando", ma soprattutto per ribadire la propria prestanza strumentale, che dal vivo è sempre garanzia di performance entusiasmanti.
La serata è aperta da un abbondante set di Omar & the Howlers, formazione del texano Kent "Omar" Dykes. Il suo è un blues di forte mestiere, in cui si sente la portata di una carriera quasi trentennale: in trio chitarra-basso-batteria la band offre una prestazione a tratti scolastica, ma sempre carica di energia e passione. Quando sul palco salgono però i North Mississippi Allstars, scatta subito un'altra scintilla: sempre di blues si tratta, ma ben più sfavillante, più acceso, quasi che i grandi del Delta avessero passato il testimone e la loro anima a questi giovani. Oltre a Luther e Cody Dickinson, figli del grande Jim, al basso c'è ora Gary Burnside: figlio del compianto R.L., il ragazzo dimostra subito di poter continuare sulla linea della discendenza blues come nelle caratteristiche del progetto, rinnovandone e arricchendone il DNA.
Si comincia con una sfilza di pezzi sparati uno dietro l'altro, praticamente in medley, giusto per far capire il tiro che avrà il concerto: "Goin' down South" e "Shake" fanno da introduzione ad una torrenziale versione di "Hear my train a' rollin'" che lascia subito a bocca aperta per la tecnica chitarristica di Luther. Il "ragazzo", che ricordiamolo ha solo venticinque anni, passa con grande naturalezza dal blues all'hard-rock toccando i territori dell'Allman Brothers Band in alcuni assoli più scorrevoli in cui viaggia alla grande in coppia con fratellino Cody: a più riprese lo si vede infatti riaccordare lo strumento all'interno di un pezzo - sempre suonando, è ovvio - per poi lanciarsi in incendiarie parti psichedeliche.
Straordinaria la versione di "Mean ol' wind died down", conclusa con Cody che suona contemporaneamente organo e batteria, oppure quella di "Po Black Maddie", che dalle parti degli Allman ci arriva davvero. A confermare poi come non ci sia paragone con quanto fatto in studio, ci pensa una "Shake 'em on down" da urlo, tutta giocata tra la batteria e la mano destra di Luther, stavolta molto concentrata sul pollice.
Non mancano parti hard, mai sopra le righe eppure del tutto libere, tanto nel peso quanto nello slancio freak ereditato dai Seventies, in un ideale incontro tra Junior Kimbrough ed i Led Zeppelin. Il set non cala di tensione neanche quando Luther passa al basso e lascia la scena a Gary Burnside, che si impone con un chitarrismo più strappato in un paio di brani, tra cui un lungo slow mozzafiato suonato con impetuosa energia. Il finale poi è una botta con "All night long" e con "Snake drive", quest'ultima dotata di qualche parte scratch di chitarra.
Acclamati i bis: "Shimmy she wobble / Station blues" e "Baby what's wrong with you" portano il concerto oltre le due ore. Da menzionare anche una trascinante e personale rilettura di "Sittin' on the top of the world".
I NMAS hanno portato i presenti nei pressi di un muscoloso Delta tra rock e blues che potrebbe avere ancora un futuro fertile e radioso davanti a sé soprattutto nelle dimensioni dal vivo (ancora lontane dai loro lavori in studio).
Lunga vita alle performance "live" dei North Mississippi Allstars e grazie alla sig.re "benefattore" Vimercati..