live report
Eugenio In Via Di Gioia Live Teatro della Concordia, Venaria Reale
Concerto del 22/03/2023
Quando vado a un concerto ripenso sempre al lavoro di Mollison e mi chiedo “che aspetto avranno i “disciples” di questo artista?”. Gli Eugenio In Via Di Gioia sono nati dieci anni fa come busker per le strade di Torino, e in questo decennio si sono costruiti un vero e proprio esercito di fedelissimi che li sostengono in tutte le loro iniziative da ogni parte d’Italia.
Davanti ai cancelli del Teatro della Concordia domina il giallo, colore chiave della band, citato anche nel testo del brano Sette Camicie. Cappelli, magliette e persino calzini gialli indosso a ragazzi che gli Eugenio li hanno visti nascere, li hanno incontrati per la prima volta mentre suonavano sotto i portici di via Po, durante un laboratorio al liceo o in una delle manifestazioni di Fridays For Future.
Alle 21.15, nel buio più totale, inizia il concerto. Uno sfondo nero, una scenografia minimale, gli strumenti bianchi e gli outfit color pastello dei quattro rimandano all’iconico film-concerto “Stop Making Sense” dei Talking Heads, in cui un teatrale David Byrne corre da una parte all’altra del palco e si lancia nei più strani passi di danza. Il frontman, Eugenio Cesaro, riprende la scenicità di Byrne a modo suo, sempre con un sorriso a 32 denti e un’attitudine quasi giullaresca sul palco.
La scaletta è corposa, comprende sia canzoni dell’ultimo disco sia pezzi risalenti ai loro esordi, rispolverati per l’occasione. La band si ingegna per riarrangiare alcuni dei brani in full-band e altri con addirittura una sola chitarra sul palco e tutti e quattro i musicisti a suonarla simultaneamente: è questo il caso per Giovani Illuminati. Quello che si prospetta fin dall’inizio è un racconto che inizia dalla cameretta con Camera Mia, brano d’apertura, e racconta per tappe i dieci anni del gruppo. È da brividi uno dei brani più vecchi, Egli, uno dei primi scritti dalla band: un arrangiamento unico a base di pianoforte, chitarra acustica e timpani che tira fuori la vera essenza della canzone. Riesumata anche All You Can Eat, risalente al primo album del 2014, che personalmente ricordo di aver ascoltato per la prima volta intorno al 2016 nella palestra della mia scuola durante una cogestione, quindi sono di parte.
I momenti più memorabili della scaletta arrivano alla fine, intorno alle 23.00, quando gli Eugenio lasciano il palco per qualche minuto per poi tornare in scena nel buio più totale. Compaiono quattro lampade sul palco, ciascun membro del gruppo ne accende una e attaccano con Altrove, la canzone che sicuramente chiunque è in sala conosce a memoria. Eugenio, da buon direttore d’orchestra, la porta avanti per diversi minuti lasciando cantare a cappella il pubblico e incalzandolo con un ultima esplosione strumentale. Subito dopo in Sette camicie il cantante si lancia in mezzo al pubblico, fa il giro della sala con un microfono radio continuando a cantare la strofa del brano e torna sul palco per chiudere la scaletta con l’ultimo brano, Tornano, una ballad che ripercorre i momenti più memorabili della storia del gruppo.
Per il loro decimo compleanno gli Eugenio riempiono il Teatro della Concordia e ci raccontano un modo alternativo di fare musica. Non hanno mai avuto bisogno dei trend su TikTok, i numeroni su Spotify o la vetrina di Sanremo, anzi il loro modello si basa sull’idea di “fare rete”, costruire rapporti offline che siano durevoli nel tempo. Aldilà della musica, che può piacere o non piacere, gli Eugenio hanno dimostrato che perseverare, costruire un mattoncino alla volta, dare valore a ogni singolo ascolto è quello che conta davvero.