live report
Grayson Capps Due set infuocati per Grayson Capps e Emanuele J. Sintoni a Modena e Torino
Concerto del 22/01/2025
Stasera è tornato anche lui, Grayson Capps, il gigante dell'Alabama, come sempre istrionico e seducente, una sorta di sciamano, pronto a prenderti per mano e introdurti nel suo fantastico mondo colorato e onirico, popolato da personaggi grotteschi e improbabili, tra dolci ballate country folk, blues sgangherati e rock'n'roll assassini. Con lui il fido compagno di mille avventure, Emanuele J. Sintoni, dal cuore della Romagna con il blues nelle vene e nelle corde della chitarra, puntuale, preciso e tagliente con la slide, mai sopra le righe, mai una nota di troppo. Un teschio bianco su sfondo nero campeggia sornione sulla copertina di Heartbreak, Misery & Death, il nuovo lavoro in cui Grayson omaggia il padre Ronald, scrittore e riferimento essenziale per il figlio. Tra traditional, ricordi d'infanzia e cover d'autore, con nomi del calibro di Randy Newman, Leonard Cohen, Gordon Lightfoot, Paul Siebel, Jerry Jeff Walker e Doc Watson, il disco mette in circolo un suono scarno, più intimo ed essenziale. L'intro a cappella di Wake Up Little Maggie segna l'inizio del viaggio in cui Grayson, da perfetto alchimista, mischia alla perfezione passato e presente, tra suoni scuri e colori speziati, pennellate di malinconica nostalgia e improvvisati siparietti di piacevole goliardia. Lungo il cammino non possono ovviamente mancare pezzi come Lorraine's Song e Love Song For Bobby Long, quelli da ascoltare a occhi chiusi, seduto sotto un patio, il sole che tramonta, una sedia che dondola e la porta che cigola. Ma la vera magia accade in quel momento esatto, quando partono gli accordi di Washboard Lisa, perché allora non hai scampo, sei lì seduto a pochi metri ma in realtà voli in Alabama e non ne vieni fuori, ci resteresti veramente per sempre. L'atmosfera è magica, calma, rilassata, quasi surreale. Moody River e Cooper Kettle dall'ultimo disco abbracciano la storia grottesca di Coconut Moonshine, mentre ovviamente non può mancare il finale etilico a base di grappa "Before you die, before you die, drink a little grappa before you die"...
Due giorni dopo le assi del Magazzino di Gilgamesh a Torino accolgono uno show molto diverso. L'atmosfera del pub è decisamente carica e l'opening act a tinte country rock di Renato Tammi & Wooden Brothers ha già contribuito a scaldare i cuori. A questo punto per Grayson e J. Sintoni è un gioco da ragazzi accendere la miccia e incendiare la scena, perché stasera le chitarre volano verso territori southern con assoli trascinanti e jam senza confini. Poi Grayson è sempre lui, sornione e intrigante, un giretto per l'Alabama lo propone a tutti, tra donne pelose, tatuaggi e Washboard strofinati all'angolo di Royal Street. Nel finale c'è spazio per una stralunata Sympathy For The Devil e una corale Take Me Home Country Roads insieme con Renato & Wooden Brothers. Poi di nuovo Grayson a chiudere un'altra serata di blues, colori, magia e storie dell'anima.
Standin' on the corner of Royal Street...
Da lì non me ne vado