live report
Teenage Fanclub Milano
Concerto del 21/10/2005
21 ottobre 2005 - Rainbow, Milano Un bicchiere di vino rosso e un risotto. I Teenage Fanclub dal vivo sono esattamente come te li immagini, proprio come quando li incroci a tavola in una piccola trattoria nelle vicinanze del Rainbow poco prima della loro esibizione. Educati e genuini, distanti dai modelli di rock star stagionali venduti dal solito ufficio stampa a compiacenti radio alternative di mestiere. Parlano a bassa voce, stranieri tra gli avventori fracassoni delle notti milanesi. Li seguiamo all'uscita lungo il marciapiede che porta al club, e solo una volta guadagnato l'ingresso veniamo a contatto con un'atmosfera rilassata e cortese. L'aspetto della sala ha un che di anomalo, curioso. Il pubblico è ordinario: nessuna concessione a mode o atteggiamenti da concerto rock, nessuna maglietta a tema (tranne qualcuna appena acquistata al merchandising e subito indossata), qualche lattina di birra, tante coppie giovani e non, e nell'aria una sensazione che stride decisamente con il locale e la sua fama di tempio prediletto della scena alternativa milanese.
In verità è solo con l'inizio del concerto che i conti tornano: i quattro scozzesi, accolti sul palco con grande calore dai presenti, partono alla grande con una doppietta che rivela in un battibaleno lo spirito che anima la storica formazione scozzese. Le chitarre si sgranano in perfetta simbiosi, come le voci che all'unisono intonano "Hang on", ottima apertura ed unico brano proposto del bell'album "Thirteen". Il crescendo di "It's all in my mind" appare come un piccolo grande classico nonostante sia solo uno delle più recenti composizioni del gruppo. Il fronte sonoro non sgarra di un millimetro rispetto a quanto ti aspetteresti, e l'impasto beatlesiano dei ragazzi fa breccia nel gradimento della sala, con le prime file che sanno a memoria ogni parola e cantano non "con" ma "per" i musicisti. Si percepisce netta la sensazione di un omaggio al gruppo da parte del pubblico, che finalmente e per la prima volta si ritrova nel nostro paese faccia a faccia con una delle realtà più significative della scena indipendente d'oltremanica degli ultimi 15 anni.
Sul fondo del palco troneggia altissima la precisa batteria dell'ultimo arrivato Brendan O'Hare, affiancato occasionalmente da un tastierista, mentre la linea d'attacco si sviluppa rispettivamente da sinistra verso destra con Raymond McGinley, Norman Blake e Gerard Love più defilato. I tre si scambiano il canto di brano in brano, mescolando le carte e gli stereotipi di un'attitudine romantica di certa canzone rock, recuperando lo smalto perduto di una tradizione che vuole e deve trattare la propria musica come un elemento di comunicazione poetica, forte e condivisa. La temperatura è in crescita costante, come la sequenza di brani eseguiti che non lasciano tempo quasi nemmeno di applaudire tra l'uno e il seguente. Il suono è chitarristico e come te l'aspetteresti fedele agli stilemi tracciati nella prolifica carriera dei ragazzi. Il gradevole e ultimo lavoro "Man-Made" viene eseguito praticamente nella sua interezza e nella dimensione live ogni canzone ritrova una chiave di lettura nuova e affatto scontata, nonostante e comunque su disco non rivelano di per sé troppi misteri.
Non vengono tralasciati parecchi classici, che incontrano l'omaggio sentito di un fan che lancia sul palco una grande bandiera in segno di riconoscimento. Il gruppo ricambia con l'esecuzione di tre bei bis, mentre una domanda ronza in testa con una risposta mai giunta tanto veloce. E te lo chiedi ancora il perché di quel nome? Teenage Fanclub, o se può suonare meglio: il più efficace elisir di eterna giovinezza in circolazione.
Teenage Fanclub:
- Raymond McGinley, vocals/guitar
- Norman Blake, vocals/guitar
- Gerard Love, bass/vocals
- Brendan O'Hare - batteria
Scaletta:
- Hang on
- It's All In My Mind
- Nowhere
- Save
- Alcoholiday
- About You
- I Need Direction
- Start Again
- Feel
- Discolite
- I Don't Want Control Of You
- Verisimilitude
- Don't Look Back
- Mellow Doubt
- Slow Fade
- Born Under A Good Sign
- Your Love Is The Place
- Neil Jung
- Sparky's Dream
- Cul de Sac
- Can't Feel My Soul
- The Concept