live report
Daniele Silvestri Roma, Auditorium Ennio Morricone
Concerto del 20/01/2024
Fatece largo che passamo noi… Daniele Silvestri sembra quasi dire così, con un sorriso autoironico, quando raggiunge il palco passando tra gli spettatori. Quella a cui assisteremo è la seconda data di un progetto ambizioso, Il cantastorie recidivo: trenta date per festeggiare trent’anni di carriera, trasformando l’Auditorium Ennio Morricone in una casa per il cantautore romano e la sua band. Una band rodata, cementata prima di tutto dall’amicizia: Gianluca Misiti (tastiere), José Ramon Caraballo (percussioni e tromba), Duilio Galioto (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Marco Santoro (fagotto, tromba, cori,), Gabriele Lazzarotti (basso) e Daniele Fiaschi, (chitarra).
Sul palco scorrono immagini di ore di viaggio insieme per correre da una tappa all’altra, di Cuba, Parigi, di quel sentirsi a casa in ogni posto in cui si abbia lasciato un pezzetto di sé, celebrato in una versione de La mia casa che riempie il cuore di emozionato stupore.
Dal baule del passato arrivano le iniziali Prima di essere un uomo e Via col vento. Il merito della serata però è quello di non procedere in ordine strettamente cronologico. È il senso delle storie da raccontare che indica la strada da seguire. Acrobati, L’uomo col megafono e Strade di Francia suggeriscono che in effetti “visto dall'oblò di questo aereo” il mondo non sembrerebbe messo male. Ed invece brani come While the children play e Le navi, dedicata a Gino Strada, ci ricorda che invece si continua a nutrire le guerre, e che troppe persone, soprattutto bambini, perdono la vita con le armi che produciamo. E L’Appello, in memoria di Paolo Borsellino, ci ricorda invece che la mafia continua a non pagare a sufficienza per i suoi crimini.
Trattandosi di un concerto che festeggi i trent’anni di carriera non può mancare un incontro con qualcuno la cui storia in questi anni si è intrecciata con quella di Daniele. Questa sera è la volta di Sergio Cammariere. Il pianista calabrese racconta di come un trenino contribuì a farlo appassionare alla musica, e del suo filmare continuamente in tour. Insieme ricordano anche l’esperienza del Premio Tenco. E Insieme è il brano che suonano al pianoforte, uno di fianco all’altro.
A bocca chiusa, con la dedica a Renato Vicini, chiude la prima fase del concerto. Riascoltarla dopo aver visto C’è ancora domani di Paola Cortellesi aggiunge nuovi significati a un brano di resistenza non violenta.
I bis sono affidati ad Aria (e che coraggio deve esserci voluto per portarla a Sanremo nel 1999…) e a Testardo. E forse a Roma, città natale non solo di Daniele ma anche di Gigi Proietti, non poteva che essere così.
Ad maiora!