Corey Harris

live report

Corey Harris Suzzara (mn) + Lodi (mi)

20-22/07/2007 di Antonio Avalle e Christian Verzeletti

Concerto del 20-22/07/2007

#Corey Harris

COREY HARRIS

20-22 luglio 2007 - Suzzara (MN) - Lodi (MI) Ci sono musicisti che per la loro caratura musicale e culturale sono dei personaggi da conoscere, da seguire, eppure i loro dischi e i loro tour passano in sordina. È il caso di Corey Harris, bluesman di valore internazionale che tra le altre cose è stato anche protagonista del film di Martin Scorsese "Feel like going home", distribuito in Italia con il titolo"Dal Mali al Mississippi"
Corey è in tour per presentare il suo nuovo "Zion crossroads" (Telarc), un lavoro dalle sonorità fortemente reggae che aveva già lasciato intendere nel precedente "Daily Bread" e molto sporadicamente nella più recente produzione. Quasi isolato da un discorso promozionale questo tour, in perfetta solitudine, si rivela una vera manna per gli appassionati di blues. Noi siamo andati a vederlo prima a Suzzara e poi a Lodi, per la seconda edizione del Lodi Blues Festival.

20/07/07, Suzzara (MN)
Nel mantovano la serata è stata aperta dai Mo' Better Blues, formazione italiana piano-chitarra-batteria con tante buone intenzioni non sempre tradotte in efficaci esecuzioni. Quando è arrivato il momento dell'headliner, il palco dello Sconfinart Festival è subito sembrato più piccolo e non solo per lo sgargiante copricapo di Corey, in tinta coi colori di una maglietta etiope: il salto di qualità si è avvertito dai primi giri di "High Fever Blues" che ha introdotto ad un suono spoglio (voce e chitarra acustica), ricco di tecnica, significato e anima.
Combinando i lick del blues a fraseggi più pizzicati di origine africana, Corey ha costruito un set vibrante che pezzo dopo pezzo ha catturato anche gli spettatori più casuali. Tra strumentali di una virtù sobria e molto black, e pezzi cantati con una voce efficace nelle interpretazioni sofferte come in quelle più gioiose, sono spiccate "Special rider blues" e poi le cover di "St. Louis blues" e "Bye and bye, goin' to see the king" (Blind Willie Johnson), quest'ultima uno degli highlight della scaletta con il suo forte anelito spirituale.
L'intensa tradizione del blues rurale veniva amalgamata a parti talkin' e a passaggi suggestivi che lasciavano trasparire l'influenza della musica del Mali, riportando alla memoria quel grande che è stato Ali Farka Toure (con cui Harris ha collaborato). Sulla scia di riflessi assolati, spesso eseguiti con la slide lasciando risuonare le corde in tutto il loro sfregare, sono arrivati alcuni pezzi nuovi in cui la matrice reggae degli ultimi dischi ha poggiato su solide fondamenta blues.
Pur non potendo interloquire coi presenti, Corey ha comunque comunicato l'impegno e la cultura di cui sono permeate le sue canzoni: "Walter Rodney" e "Sweatshop" hanno chiuso il set facendo intuire quanto la visione di questo artista attinga a tutto il serbatoio della black music, Bob Marley compreso.
Quello che doveva essere un unico bis si è poi tramutato su richiesta del pubblico in una manciata di pezzi, tra cui "Bumble bee blues" e una delicata "The sweetest fruit" prima che Corey lasciasse la propria firma ben incisa sullo Sconfinart Festival con un ultimo strumentale.

22/07/07, Lodi (MI)
La cornice del cortile del Teatro delle Vigne è perfetta per ospitare Corey Harris in solitaria compagnia della sua Gibson acustica, spettacolo inserito nella II edizione del Lodi Blues Festival. La scelta di proporre il tutto alle ore 18 è indovinata, sono anche previsti posti a sedere e tavolini per degustare un aperitivo gentilmente offerto dagli organizzatori.
Corey Harris appare rilassato e accolto da un pubblico (circa duecento persone) composto e ordinato: sarà tale per l'intero concerto. Qualche accordo per iniziare a calibrare e partire sulle note di "CC Pill Blues" per trasportarci d'incanto sulle rive del Mississippi. Il brano omaggio a Blind Blake compare riletto da Corey Harris in un tributo al blues pre-bellico "Screamin' And Hollerin' (volendo anche sul live raro "Live At Starr Hill" è possibile rintracciarlo).
Ci immergiamo nel pieno della tradizione attraverso la tormentata "Catfish Blues", versione secca, sostenuta da una gran voce. Si presenta l'occasione di ricordare Ali Farka Toure per eseguire una nuda "Cypress Grove" di Skip James (presente nell'album "Mississippi To Mali). Corey si mostra padrone anche attraverso intermezzi strumentali che ci riportano inevitabilmente su quel blues che ha caratterizzato la sua prima produzione, in particolare all'album acustico "Between Midnight And Day".
È offerta anche una versione più intima di "Money Eye" ("Dowhome Sophisticate"), che conserva comunque le sue sonorità caraibiche. Molto emozionante il momento di "Keep Your Lamp Trimmed And Burning" di Blind Willie Johnson, rifilata come un colpo di vibrazioni sotto pelle, analogamente accade con le interpretazioni di "Berry Road Blues" e "Pony Blues", accompagnata dal battito delle mani del pubblico, finalmente più disinibito. Riletture che rispettano la tradizione e mostrano la sua penetrante attitudine ad amalgamarsi ad essa con attualità. L'impressione è che il cantante e il chitarrista siano due entità diverse evidenziando la capacità di Harris di manifestarsi in maniera poli-ritmica, molto evidente nell'interpretazione di "Big Road Blues". Settanta minuti intensi per concedersi ai presenti, tra foto, autografi e la vendita dell'ultimo cd "Zion crossroads", che viaggia su un binario completamente diverso dal set proposto.
Per chiudere la serata è stato proiettato il film di Martin Scorsese "Feel like going home", presentato insieme allo staff della rivista Il Blues dallo stesso Corey Harris, grande protagonista della pellicola.