live report
Cheap Wine Torino / Magazzino su Po
Concerto del 19/10/2013
Si trattava del primo concerto della band a Torino, malgrado il gruppo sia in attività dalla fine degli anni ’90 e abbia fatto numerosi proseliti nel Nord Italia. I Cheap Wine sono arrivati a Torino con l’entusiasmo e la carica che li contraddistingue e hanno dato l’ennesima prova di essere grandi musicisti e grandi professionisti deliziando i presenti con un tiratissimo concerto di un paio di ore. Il concerto di Torino è capitato nel mezzo della tournée autunnale di Based on Lies e molti dei brani suonati al ‘Magazzino Sul Po’ provenivano proprio dal loro ultimo cd come la grintosa Breakaway, con le chitarre in evidenza e la voce di Marco Diamantini che descrive con parole dure la totale perdita di orientamento e di valori dei giorni nostri, la cavalcata ipnotica di Waiting on the Door, la stupenda To Face A New Day , dove la chitarra di Michele Diamantini detta legge e dove si ritrova la quintessenza del dramma dei giorni nostri in cui non si riesce ad intravedere un futuro, e il capolavoro Vampire con il suo assolo finale al fulmicotone. Non sono mancati brani classici del gruppo come la potente Leave Me A Drain e neanche alcune delle loro cover più belle come Ballad Of A Thin Man di Bob Dylan e Lost In The Food dall’album di esordio di Bruce Springsteen, Greetings From Ashbury Park, uno dei ‘pallini’ storici del Frontman Marco Diamantini. La chiusura del concerto è stata affidata alla cruda satira di Freak Show, un brano sempre travolgente con i suoi improvvisi stacchi ritmici.
I Cheap Wine hanno mostrato ancora una volta (non che ce ne fosse bisogno..) di essere una band formata da musicisti ‘veri’, capaci di riempire la scena senza mai far abbassare l’attenzione del pubblico. Una sezione ritmica inappuntabile con il drumming prepotente e preciso di Alain Giannini e il basso essenziale di Alessandro Grazioli costituiscono il ‘pavimento’ del sound della band, su cui Alessio Raffaelli al piano elettrico costruisce i suoi arrangiamenti armonici e la lead guitar di Michele Diamantini spazia dagli assoli elettrici e visionari ai riff taglienti come lame, mentre la voce calda e ricca di sfumature di Marco Diamantini accompagna il suo lavoro alla chitarra ritmica.
Alla fine del concerto le porte del ‘Magazzino sul Po’ si sono aperte sui Murazzi e gli spettatori coraggiosi che per due ore si erano immersi nel microcosmo del grande rock si ritrovano a contatto di un tutt’altro che edificante spettacolo di una movida sgangherata, fatta di bottiglie vuote lasciate per terra e di facce di orde di giovani, spesso perse nel nulla di alcool e pasticche, ma questa è un’altra storia…