Eric Sardinas

live report

Eric Sardinas Città Della Pieve (pg)

19/07/2008 di Massimo Sannella

Concerto del 19/07/2008

#Eric Sardinas

ERIC SARDINAS

19 luglio 2008 - Città della Pieve (PG) Il sole è calato da poco e un leggero venticello rinfresca il folto pubblico accaldato e festante che ha già colmato Viale Icilio Vanni di Città della Pieve per assistere alla ghiotta anteprima di Trasimeno Blues 2008.
Appena terminata l'esibizione spalla di due formazioni locali (Electric Sun e Gypsy's Rainbow), i riflettori e l'attenzione massima sono tutti per lui; e la scena se la prende immediatamente con tutta la " selvaggia prepotenza" dell'eroe polveroso che viene dal Blues, dell'angelo Lucifero munito di cappello texano adornato dal rattle-naked calato fino agli occhi, e che come mitra imbraccia il suo consunto Dobro elettrificato, il quale da lì a poco non risparmierà più nessuno. Eric Sardinas, il guitar-hero del nuovo millennio è qui, e il cielo della ridente cittadina umbra ne porterà traumi a lungo.
Accompagnato dai fedeli Big Motor - Patrick Caccia alla batteria e Levell Price al basso - il musicista di Fort Lauderdale dà il via ad uno stage-act infuocato, dove la sua chitarra sbava sliddata, nitrisce, singulta, si contorce di alta maestria con la consumata arte del "junky man"; si porta dietro tutto il bagaglio giovanile cresciuto con l'ascolto di Bukka White, Elmore James, Big Bill Broonzy, Johnny Winter e Jimi Hendrix, e tutta la rudezza del "Deep South". Blues , gospel elettrico e Texas rock costituiscono l'esplosiva miscela che riversa sul pubblico estasiato, rapito da questo feroce impatto di fuoco. Poche parole scambiate con la folla, molte le schitarrate magnifiche che frustano tutti. Presenta il suo nuovo album in circolazione che porta il suo nome, il quarto di una carriera fulminante e acclamata ovunque, ma ripropone in questo live anche il precedente "Black Pearl" del 2003.
Tra un revisited in chiave dobro di "Burning Love" di Elvis Presley e una allucinante versione di "As the crows flies" di Tony Joe White - già immortalata per l'eternità dal grande vuoto di Rory Gallagher -, il ritmo è incandescente, illimitato, coreografico al massimo dello Slash degli Snake Pit - con l'onnipresente sigaretta accesa sulla bocca e i pantaloni a zampa d'elefante - ma con una padronanza assoluta sulla chitarra che non fa mai suonare, ma strillare per quasi 1 ora e 40 di set.
Saette con "Ride e All I Need", fulmini con "This time" e "Door to diamonds", tempesta con "Wonderin' blues"; c'è tutto il campionario per rimanerci sotto, e ci si rimane davvero, e lo si avverte a fine concerto quando l'onda d'urto e il vento del South cessano all'improvviso per ridare il suo posto al lieve venticello della ridente cittadina umbra. Lo schiaffo sonoro ancora lo si sente, e a luci spente uno strano miasmo di palude Floridiana e alligatori si impossessa di tutto, mentre l'eroe Eric Sardinas, staccando il jack serpente dal suo Dobro, si incammina, tracannando una birra dozzinale nel buio del backstage.
SET LIST:
All I need
Ride
Find my heart
Just like that
Burning love
As the crow flies
Gone to Memphis
This time
Door to diamonds
Wonderin' blues
It's nothin' new
Wicked ways
Old Smyrna road
Four roses
Flames of love
Black pearls
Liars's dice blues
Tenfold trouble   Foto di Giorgio Pezzanera