Il Muro Del Canto

live report

Il Muro Del Canto Roma, Monk

19/01/2023 di Arianna Marsico

Concerto del 19/01/2023

#Il Muro Del Canto#Italiana#Alternative

Roma c’è! È questa la sintesi del concerto a Roma del Muro del Canto. Il legame tra la band e la città di origine è forte, la risposta del pubblico è decisamente calorosa. La formazione, ricevendo tanto affetto, raccoglie i risultati di quanto ha pazientemente seminato in anni di impegno, musicale e non solo: spesso ha preso (e prende tutt’ora) parte a iniziative di interesse sociale.

Dopo l'apertura di Guidoboni, la prima parte del concerto è tutta affidata a Maestrale, l’ultimo disco (2022). La preghiera laica della title – track accompagna nel suo ingresso in scena la band, che poi colpisce con La luce della luna.  “Sia maledetta la tranquillità” è il verso che rimbalza potente tra palco e platea. Cenere e carbone è una delle acqueforti di una Roma scomparsa che caratterizza il repertorio folk - rock della formazione. Delle acqueforti così vivide che sembra di vederli, “Li vivi a bazzicà pe’ Camposanto”. E che mostrano la crudeltà che a volte si nasconde ancora oggi dietro la bellezza della Città Eterna, cantata in 7 vizi Capitale.

Una crudezza cantata anche in Chi mistica mastica, Il canto degli affamati e La vita è una. In ogni brano il Muro del Canto dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il dialetto romano non è un limite, ma anzi uno strumento potente e affilato.  Perché, abbinato a un suono senza tempo impreziosito dalla fisarmonica, è espressione di una capacità di piegarsi senza spezzarsi, di tirare fuori un sarcasmo sornione che permette di reagire, anche alla “signora secca che ce porta via de qua”, gridandole: “L’anima de li mejo è sempre cara/ E nun profuma ar chiuso de ‘na bara”. È quel non negarsi momenti in cui la si “butta in caciara”, come avviene nel siparietto che il Muro crea con Edoardo Pesce.  L’attore, con un passato ne L’Orchestraccia, duetta con la band in Pretenzioso e Tanto pe cantà.

È uno spirito forte, quello romanesco, a cui però serve pur sempre tenerezza, come mostrato nella vibrante L’amore mio non more e ancora di più in Lasciame stà. Una confessione intima affidata alla voce di Alessandro Pieravanti, con Daniele Coccia Paifelman che interviene con un controcanto che restituisce forza e speranza a chi ha “i pensieri spaccati a metà”.

Nei bis c’è spazio non solo per Peste e Corna, ma anche per un omaggio a Gabriella Ferri, con Te possino dà tante cortellate.

Daniele, Alessandro, Eric, Ludovico, Franco e Alessandro si girano per la foto di rito con il pubblico. Foto che inquadra una sala sold out ma carica di vita, forza e sudore.

 

Foto Daniele Di Mauro

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