live report
Premio Tenco Tre giorni alla Rassegna Premio Tenco: cinquant'anni di musica d'autore
Concerto del 17/10/2024
Libertà
La libertà esuberante di Antonio Silva, senza freni, nell'entusiasmo, nell'emozione durante l'annuncio dell'inizio della rassegna, leggendo le parole di Rambaldi di cinquant'anni prima, e, alla fine, salutando il pubblico con la voce rotta; ma anche nelle gag con il copresentatore Francesco Centorame sul palco dell'Ariston, e con il bravissimo, poliglotta e coinvolgente Steven Forti, nelle interviste agli artisti, a mezzogiorno, nella sede del Club Tenco.
La libertà compositiva delle cinque Targhe Tenco, tutte premiate giovedì 17, durante la serata iniziale della rassegna. Cinque artisti diversi tra loro, eppure accomunati dalla coerenza con cui costruiscono il loro percorso.
Diodato, che, pur emozionatissimo, interpreta l'iniziale Lontano, lontano, e regala una performance vocale che è veramente Un atto di rivoluzione: la potenza coniugata all'intensità espressiva e a un messaggio consapevole e immediato. Paolo Benvegnù, libero di esprimere le proprie emozioni nel ricevere una Targa meritatissima per la prima volta, che ripete "è tutto irreale!", ma poi inanella brani potenti in un set infuocato, con la sua band - collettivo, rodatissima e motivata a mostrare - se mai ce ne fosse bisogno - la bontà della scelta dei giurati. E la libertà dell'esordiente - ma dal lungo percorso - Elisa Ridolfi, che domina il palco con una presenza scenica e vocale di tutto rispetto; di Simona Molinari, che si prende la libertà di scalare l'arduo repertorio di Mercedes Sosa, per renderle omaggio; di Setak, che si offre al pubblico con il suo dolcissimo dialetto abruzzese, che parla di impegno e sentimento; di Alberto Zeppieri, Targa Tenco come migliore album a progetto, che chiama sul palco i suoi collaboratori, coinvolgendoli tutti nel riconoscimento.
Ma anche la libertà densa di verità nei tre monologhi, uno per ogni serata, di Tricarico, che smontano luoghi comuni e fanno riflettere; quella di Piji Siciliani, che propone una canzone sulla condizione degli artisti oggi, Non si uccidono così anche i cavalli?; quella di Gianni Coscia, che porta con eleganza i suoi 93 anni, con la sua fisarmonica che attraversa il tempo; di Giovanni Block, che, nel suo live set pomeridiano nella suggestiva ex chiesa di Santa Brigida a La Pigna, nell'antico cuore di Sanremo, fa sorridere, emozionare e cantare il foltissimo pubblico. E, in chiusura della rassegna, sabato 19, la libertà spontanea di Samuele Bersani, premio Tenco alla carriera ("ma se faccio un disco bello, non darete più la Targa?") che, dopo un set splendido, e nonostante la stanchezza, regala un bis commovente da solo al piano, Il mostro, la prima canzone fatta ascoltare a Lucio Dalla, che lo volle con sé in tour, e che convinse anche Rambaldi a volerlo per il Tenco.
Il pubblico è investito da altre forme di libertà. Venerdì 18, sia nell'intervista del mezzogiorno, sia nella serata, vengono ospitati Umut Gultekin e Sena Erkoc, due dei componenti della band turca Grup Yorum, in esilio in Germania, che raccontano le vicende loro e dei loro compagni, ancora in carcere, perché impegnati nella critica alla dittatura di Erdogan, e ringraziano quanti sono al loro fianco per la difesa dei diritti umani. Le loro parole segnano profondamente il pubblico, che tributa loro un applauso lunghissimo, anche quando viene consegnato il premio Yorum - creato quattro anni fa dal Club Tenco con Amnesty International Italia, e intitolato proprio alla band - al rapper iraniano, Toomaj Salehi, in carcere dopo aver rischiato l'impiccagione, che fa arrivare un messaggio, letto dal rapper italiano Kento. Questo è poi protagonista di un set anomalo per il pubblico del Tenco, letteralmente travolto dal suo combat rap, incisivo, diretto e vitale, in difesa dei diritti umani e della libertà.
Intenso anche l'incontro con il leader della band russa DDT, Jurij Shevchuk, che ritira ora il premio Yorum 2022, e che, pur penalizzato da una traduzione approssimativa, sia nell'intervista del mattino, sia nel set, non manca di suscitare consensi con le sue critiche alla dittatura putiniana e alla guerra in corso, ripetendo più volte l'invito alla pace.
Legami
I legami buoni, quelli che tengono unite le persone, le età, il passato e il presente. I legami che stringono senza soffocare, che rendono consapevoli di eredità importanti, da trasmettere al futuro. Ce ne sono stati tanti: innanzitutto i riconoscimenti ad artisti attivi da decenni, che raccolgono entusiasmo e applausi meritatissimi, ovunque si presentino, che sia nelle interviste del mezzogiorno, o all'Ariston. La voce di Filippo, così incredibilmente simile a quella del padre Ivan Graziani, il primo a esibirsi sul palco del Tenco nel 1974, e mai premiato, suscita autentici brividi, evocando la presenza di "uno dei cantautori più sottovalutati della storia italiana" (citando l'ottimo Paolo Talanca, durante un incontro pomeridiano), e proponendo canzoni che sfidano il tempo, come una travolgente Pigro, accompagnato dalla band che comprende alla batteria l'altro figlio di Graziani, Tommaso. L'eleganza delicata di Mimmo Locasciulli, col suo Quartetto Pessoa, con il figlio Matteo, al contrabbasso, che suona gli archi costruiti nel carcere di Opera con il legno dei barconi dei migranti di Lampedusa (qui in Gli occhi). L'energia punk rock di un immarcescibile, irredento - e irridente - Edoardo Bennato, che, col pubblico tutto in piedi, dedica il suo set a Tenco e alla sua "difficoltà nel destreggiarsi nel mondo della musica", al punto che zittisce Silva: "Non leggere le motivazioni del premio: Luigi non avrebbe voluto!", dopo essersi lanciato in un set in cui gli archi classici si intrecciano con la band: sentire Il rock del Capitan Uncino per credere. Altro napoletano, sempre classe 1946, stessa energia: Tullio De Piscopo, che giovedì 17 travolge tutti con una Primavera che diventa subito una jam session, con tanto di singalong di un pubblico in piedi.
E il premio come miglior operatore culturale a Caterina Caselli, che costituisce da decenni un punto di riferimento per quanti si affacciano alla canzone d'autore. Sia nell'intervista, sia quando viene premiata da un altro grande talent scout, Stefano Senardi, che le riconosce una fondamentale funzione ispiratrice per quanti operano nel settore, Caselli ha parole molto dense di significato: "Il rispetto per gli artisti è importante; spesso bisogna entrare nel loro mondo. Sono partita dal presupposto di fare per gli altri quello che avrei voluto che avessero fatto per me".
Proprio Caselli ha ricordato anche Lucio Quarantotto, per la cui opera, ancora in parte sconosciuta, viene presentato Forty - Eight: 11 canzoni di Lucio Quarantotto, un disco tradotto in inglese, prodotto da Squilibri e Cose di Amilcare con Sergio Sacchi, e cantato da Wayne Scott in un Vespro alla Pigna suggestivo e quasi mistico (qui Peace and War). Altro omaggio, dall'intensità quasi insostenibile, è quello proposto dalla coppia composta da Amara con Simone Cristicchi; dopo alcune splendide interpretazioni di brani propri, gli artisti si sono immersi nel mondo spirituale di Franco Battiato, per una L'ombra della luce intarsiata di canti orientali, che ha suscitato una standing ovation collettiva e convintissima.
Legami che avvincono e coinvolgono in un abbraccio caldo, quelli che stringono due cuori nell'amicizia. Quella tra il Club Tenco con Sergio Staino, il celeberrimo vignettista e padre di Bobo, che fu per anni presidente del Club, e a cui il Tenco dedica un intero pomeriggio, tra la proiezione di Satira e Sogni, il documentario con la regia di David Riondino, il concerto dedicato alle Bobo Songs, con Gianni Coscia, Fabrizio Mocata e il figlio di Staino, Michele, e la presentazione del Cantastaino, un'edizione speciale del Cantautore, la rivista del Tenco. O quella tra Paolo Carù e i lettori della sua rivista Buscadero, presentata nel pomeriggio del sabato dal direttore, Guido Giazzi, con un omaggio musicale di Riccardo Maccabruni a quel Van Morrison tanto amato da Carù. O ancora, quella tra due regine della canzone d'autore, l'italiana Tosca (Targa Tenco 2020) e l'argentina Teresa Parodi, premio Tenco 2024 alla carriera, che offrono una lezione di amicizia, di rispetto, di impegno, ma soprattutto di bravura. Le due artiste, dopo essersi esibite individualmente, strappando applausi lunghissimi, raggiungono il climax con tre canzoni insieme: la traduzione di Io che amo solo te di Endrigo, Como una cigarra e Gracias a la vida, ascoltate da tutti in religioso silenzio, rapiti dall'armonia di due voci ricche di umanità e di sensibilità. (Qui Gracias a la vida)
Infine, i legami tra passato, presente e futuro: nell'interessante tavola rotonda del giovedì al Club Tenco, (Primo incontro nazionale delle rassegne e dei premi della musica di qualità), in una sorta di Stati Generali della musica d'autore, in cui si affrontano nodi cruciali per la diffusione di questo genere e farlo divenire ancor più trasversale tra generazioni; nella bravura e nella competenza dei musicisti presenti nelle diverse band, molti dei quali provengono da studi classici e sono attualmente impegnati nell'insegnamento della musica nelle scuole; o nelle proposte dei giovani, valorizzati ovunque e sempre nell'arco dell'anno, attraverso il Tenco Ascolta, e rappresentati da Irene Buselli, voce delicata e parole forti, chitarra minimale e testi profondi, come nella bella Scusami.
E dicono anche che, nel "dopo Tenco" di quest'anno, la tradizionale cena esclusiva per gli artisti, dopo i concerti, in cui si creano jam session estemporanee e si celebrano unioni forse impossibili altrove, l'atmosfera sia particolarmente vivace, in un intreccio tra stili e generazioni che testimonia la vitalità della rassegna.
Poi, c'è quello che non può essere scritto né descritto: il pre Tenco, con un mercoledì che meriterebbe di entrare nelle locandine fin dall'inizio - Gazich e Sirianni che presentano gli inediti di Straniero -, gli incontri, i secret show (come quello di Olden per suonare il nuovo disco - la recensione qui -), i discorsi, i ricordi condivisi, i progetti abbozzati, i sorrisi, gli abbracci, le promesse di rivedersi, e le emozioni suscitate dalla magia della musica che si forma davanti a noi.
Se, come recita il motto del Tenco, preso da Vinicius de Moraes, "La vita, amico, è l'arte dell'incontro", questi incontri, questa musica, quest'arte, sono davvero la vita.
Al prossimo anno.
PLAYLIST DI MOLTI LIVE QUI: https://youtube.com/playlist?list=PLAec1KdBXO5i3TMvxQfOZnYo25OlDm98l&feature=shared