Roberto Vecchioni

live report

Roberto Vecchioni Sabaudia / Arena del Mare

17/08/2024 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 17/08/2024

#Roberto Vecchioni#Italiana#Canzone d`autore

Sogna, ragazzo, sogna

Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania

Manca solo un verso a quella poesia

Puoi finirla tu...

 

Tra il silenzio e il tuono, Il concerto di Roberto Vecchioni (qui la recensione del romanzo omonimo) non è stato un concerto, è stato qualcosa di più, di oltre, difficilmente trasferibile su un foglio bianco. Perché quell'omino piccolo, magrissimo e con il volto scavato dalla vita, è riuscito a prendere per mano tutto il pubblico presente all'Arena del Mare di Sabaudia e a trascinarlo in un meraviglioso viaggio, attraverso poesia, amore, passione, emozioni, ricordi e nostalgia. Suoni e colori sospesi in un'atmosfera magica e sognante, la forza delle parole a scandire e intervallare momenti intimi e personali. E poi le canzoni, quelle canzoni, che invece appartengono a tutti, perché hanno segnato in maniera indelebile l'adolescenza e l'età adulta di tanti ex ragazzi cresciuti con le poesie del Prof. Vecchioni da Carate Brianza.

Ma lui è davvero oltre, perché a 81 anni compiuti da poco, non si accartoccia sui ricordi e sul passato, ma guarda incredibilmente e ostinatamente avanti, con una forza e un ottimismo a dir poco impressionanti e contagiosi. Il passato serve per leggere il presente e trasmettere esperienze e passioni a chi verrà dopo di noi, perché, come dice, la vita è veramente qualcosa di unico e meraviglioso e vale davvero la pena di viverla tutta. E, soprattutto, la vita non muore mai, ci sarà sempre, prima e dopo di noi. Ed è importante che le tradizioni vengano tramandate di padre, in figlio, in nipote e via dicendo. Storia E Leggenda Del Lanciatore racchiude proprio questo messaggio, semplice e diretto, come la forza dei ricordi. Ti Insegnerò A Volare è la struggente dedica ad Alex Zanardi, brano scritto insieme al Maestrone Guccini, mentre in Signor Giudice il Prof. ricorda con scanzonata ironia il 17 giugno del 1999 e la frustrante esperienza di un'ingiusta carcerazione.

Quando si apre il capitolo dedicato alle donne e all'Amore il discorso si fa serio e Vecchioni mette in campo pezzi come Ogni Canzone D'Amore, La Mia Ragazza, A Te, Le Mie Ragazze e Voglio Una Donna, tra poesia, ammirazione, trasporto emotivo e ironia. Con L'Infinito si viaggia attraverso una Napoli variopinta e chiassosa, mentre Vincent e A.R. parlano francese attraverso le pennellate e i versi di Vincent Van Gogh, Paul Gauguin e Arthur Rimbaud. Tra una canzone e l'altra Vecchioni si siede e parla, racconta, ricorda, si emoziona e fa emozionare e tu staresti ad ascoltarlo per ore, perché il tono è sempre placido, tranquillo, confidenziale e tremendamente ammaliante. Percepisci dopo poche parole una cultura infinita, mai sopra le righe, sempre incanalata in modalità espressive umili, sobrie ed eleganti, capace comunque di spaziare a tutto tondo, dalla letteratura, alla politica, alla vita quotidiana. El Bandolero Stanco viaggia al confine tra Sabaudia e il West, in un meraviglioso tramonto tra polvere del deserto e salsedine marina.

Poi arriva uno dei momenti magici della serata, perché Sogna, Ragazzo, Sogna trafigge il cuore di tutti i presenti, inno alla speranza, denso di affetto e nostalgia. Mai arrendersi, mai chinare la testa, la vita è nostra e ogni riga del testo lo dobbiamo scrivere noi. Ormai le briglie delle emozioni sono sciolte e volano alto, Chiamami Ancora Amore chiude il concerto prima dei bis, che si aprono con un'intensissima versione di Celia De La Serna, brano dedicato alla madre di Che Guevara. E poi? E poi non può che essere Luci A San Siro. Che altro dire su un pezzo simile? Forse solo quello che disse giustamente Guccini quando la cantò al Premio Tenco "Maledizione! Perché non l'ho scritta io?".

"Ma dammi indietro la mia 600, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai", eccolo qui quel groppo in gola che arriva ogni volta, puntuale, immancabile, perché le cose belle magari restano, ma niente torna indietro. Ci pensa Samarcanda a spazzare via parzialmente la malinconia in un ballo totale e collettivo, sogno dai colori sgargianti e viaggi di confine, tra voglia di fuga e ineluttabilità del Fato.

Il Sogno è finito, il Viaggio continua.

Grazie Prof. Vecchioni.

 
(FOTO DI ANDREA CIANNAVEI)