Francesco De Gregori

live report

Francesco De Gregori Campione d'Italia / Salone delle Feste Casinò

17/03/2013 di Laura Bianchi

Concerto del 17/03/2013

#Francesco De Gregori#Italiana#Canzone d`autore

 

DE GREGORI, IL BANDITO A CAMPIONE

Il Salone delle feste del Casino di Campione di Italia è al nono piano dell’ecomostro visibile anche da un satellite. Campione d’Italia è esattamente come il suo nome, stasera: un campione dell’Italia, una sua sintesi, nel bene e nel male. Questo salone ha vetri trasparenti su un lago perlopiù svizzero, però è in Italia; l’enclave italiana in territorio elvetico è il regno del gioco d’azzardo, ma custodisce chiese antiche e tesori artistici; e stasera il pubblico che riempie il salone è la quintessenza dell’italianità (o, forse, dell’umanità, poiché molti sono i ticinesi presenti): gli appassionati di musica, che varcano per la prima volta il Casino, evidentemente spaesati, ma solo finché il concerto non ha inizio, i devoti del gioco d’azzardo, che non conoscono quasi nulla del Principe, le fanciulle in cerca di fortuna, le signore bene con mise da gran sera, le ex ragazze che hanno imparato la vita e l’amore su Rimmel.

Tutti aspettano il concerto di Francesco De Gregori, in tour per presentare il suo ultimo lavoro Sulla strada, ispirato all’opera epocale di Kerouac, cantore di una generazione consapevolmente borderline. Nulla di più alieno a questo ambiente, sembrerebbe; ma l’Italia è il paese dei contrasti, e Campione d’Italia, stasera, lo testimonia perfettamente.

De Gregori, da professionista elegante e nobile, non si risparmia, preferisce ignorare i camerieri che scalpitano ai bordi del salone, estromessi dal loro ambiente per esplicita richiesta dello stesso artista (che non vuole che venga servito alcunché durante il concerto: e ci mancherebbe altro, si direbbe); preferisce glissare su un paio di dame poco educate, che, pur in prima fila, gli voltano le spalle per tutto il tempo, chiacchierando fitte fra loro (abituate al piano bar, si direbbe); preferisce guardare lontano, le luci del lago, o forse i sorrisi di quanti (e sono tanti) sono qui per lui.

Così,  il Principe diventa sire delle sue canzoni, molte tratte dall’ultimo album, e tinge  di toni inediti anche i successi di una carriera che conta quest’anno 40 anni (come Rimmel, Titanic, o la duplice versione, nei bis, di Buonanotte fiorellino), o rispolverando brani meno conosciuti, ma sempre attuali (Il panorama di Betlemme o Un guanto su tutti), gratificato da un’acustica quasi perfetta, e coadiuvato  da una band di fuoriclasse,  che compie con lui autentiche scorribande su tutti i territori musicali praticati dall’artista, dal rock, al folk, alla ballata: Paolo Giovenchi e Lucio Bardi alle chitarre, Alessandro Arianti tastiere e fisarmonica, Alessandro Valle mandolino e pedal steel guitar, Guido Guglielminetti basso, Stefano Parenti batteria, Elena Cirillo violino e vocalist. De Gregori, con la sua voce inossidabile, regala attimi di rara intensità, parla poco, rivolgendosi alla platea con un ‘grazie amici!’ non sappiamo quanto ironico, e lasciando alle canzoni il compito di tracciare un percorso coerente, popolare, impegnato, profondo: la sua arte che dura da una vita, sempre dalla stessa parte.

Ma verso la fine, poco prima dei bis, De Gregori si siede al piano, e, accompagnato solo da contrabbasso e violino, interpreta nella penombra tre perle eccezionali: Sempre e per sempreLa storia siamo noi,  e Santa Lucia, che si conclude con un accenno a Com’è profondo il mare, discreto e commosso omaggio all’amico Lucio Dalla, che fa partire un caldissimo applauso di tributo. Perché, anche in questo, qui siamo un campione dell’Italia: presa a tradimento, derubata, a volte pacchiana o volgare; ma che sa riconoscere la Bellezza, quando passa, fermarla e ringraziarla dei doni che ci fa.

 

Laura Bianchi

 

SETLIST

Sulla strada

Passo d’uomo

Belle Epoque

Guarda che non sono io

Titanic

Viva l’italia

Il panorama di Betlemme

Generale

Bellamore

Un guanto

Sempre e per sempre

La storia siamo noi

Santa Lucia

Rimmel

Vai in Africa, Celestino

BIS

La donna cannone

Buonanotte fiorellino (due versioni)