Klezmerson

live report

Klezmerson Aperitivo In Concerto - Teatro Manzoni

15/11/2015 di Paolo Ronchetti

Concerto del 15/11/2015

#Klezmerson#World#World Klezmer Zorn Messico

   Secondo appuntamento per aperitivo in concerto al Teatro Manzoni di Milano e, con i messicani Klezmersons, si va incontro ad un melting pop quasi più clamoroso di quello visto la settimana prima con Yemen Blues. I Klezmersons sono una band di ebrei messicani che si presume possa avere radici comuni con gli ebrei convertiti che nel 1500 seguirono Cortez nelle sue battaglie contro gli aztechi. Una band di messicani che suona la musica delle radici ebraiche imbastardendole con quelle proprie della musica popolare messicana. Se a ciò si aggiunge un pizzico di improvvisazione, una manciata di Afro-Beat, un po’ di vago Jazz e la sorpresa di un album prodotto e composto per loro da John Zorn, abbiamo solo una vaga idea di cosa ci possiamo aspettare.

   Proprio da Zorn e dal suo Amon, Volume 24 del Book of Angel, parte il concerto. Nell’ordine del disco vengono proposte le nove tracce e se inizialmente il suono appare un po’ ingessato - quasi prevedibilmente piacevole e sorretto nelle dinamiche dal lavoro della sezione fiati e del basso – piano piano i nove elementi della band si scaldano. Finalmente, sul finire di Sehibiel, terzo brano in scaletta, emerge una carica diversa che viene mantenuta nella successiva Yefefiah in cui break di chitarra sono introdotti e contrappuntati da poderose scariche di basso/batteria/percussioni. Le facce sul palco si fanno più sorridenti e rilassate e Benjamin Shwartz, (viola, tastiere e direzione) si permette libere “conduzioni” di stampo zorniano in alcuni finali. La flautista Maria Emilia Martinez, ormai scalza, è precisa su tutti gli attacchi e i molti momenti in cui si esibisce in solo o duettando con la viola di Shwartz hanno una pulizia e forza non indifferenti. Tra incroci poliritmici, cambi repentini di dinamica e impasti sonori in continua variazione emerge il tema impetuoso di Zichiel che sembra ricordare potenti venti desertici e che è da annoverare, assieme all’intensa Amabiel che chiude la prima parte del concerto, tra le migliori composizioni tra le trecento scritte da Zorn per il Masada Book Two.

   La seconda parte del concerto è dedicata alla manciata di dischi che l’ottetto, solo per questa data italiana nonetto per l’aggiunta del trombettista Michele Mastrofilippo, ha inciso in questi quattordici anni, il suono cambia e diventa ancora più solido e sicuro. I Klezmerson sembrano ancor più a loro agio su brani forse più semplici e meno strutturati ma che favoriscono grande comunicatività. Passano uno dietro l’altro i loro brani bran più famosi come Augmented, No es Por Nada, Seven e la loro lenta versione del classico Misirlou che assume, cadenzato, un sapore tra il messicano e il mediorientale. Prima della conclusione c’è ancora tempo per uno sghembo klezmer/funky dal vago sapore di primi anni ’80 a new York! Il concerto finisce dopo un’ora e quaranta senza bis ma con il pubblico sicuramente contento.

   Lo confesso, era stato difficile alzarsi questa Domenica mattina per andare ad un concerto in teatro dopo quanto era successo a Parigi poco più di ventiquattro ore prima. Dal palco ci era stato detto subito quanto era stato difficile “esserci” anche per organizzatori e musicisti, ma tutti sapevamo come la paura fosse il primo alleato che i terroristi di ogni parte ideologica cercano di alimentare nell’uomo. Probabilmente “esserci” e non avere paura era (ed è), sin da questa mattina, la prima risposta per non darci sconfitti!

   I Klezmerson sono: Benjamin Shwartz (direzione, viola, tastiere); Carlos Mercado (Batteria), Carlos Metta (percussioni, Jarana); Maria Emilia martinez (Flauto, Jarana); Carina Lopez (Basso Elettrico); Daniel Zlotnik (Sax Baritono, Clarinetto); David Gonzalez (percussioni); Federico Schmucler (chitarra). Ospite speciale Michele Mastrofilippo (tromba).

  Foto di: Giovanni Daniotti