Anthony Braxton

live report

Anthony Braxton Teatro Metastasio, Prato

14/10/2012 di Francesco Bove

Concerto del 14/10/2012

#Anthony Braxton#Derive#Suoni

Anthony Braxton torna al Teatro Metastasio di Prato, per l\'anteprima di Metastasio Jazz 2013, dopo la famosa jam con Ben Webster del 1971 e la spericolata session del 2007. In anteprima assoluta, presenta il sestetto Echo Echo Mirror House che si differenzia dagli altri ensemble di Braxton per un uso originale del supporto tecnologico. Sul palco, infatti, sono presenti anche sei iPod con la minispeaker caricati della musica di Braxton e che, durante la performance, dialogano con la musica dal vivo prodotta sul palco. Il risultato è un cataclisma, un furore musicale, dove ogni musicista risponde agli impulsi provenienti dall\'iPod raddoppiando il suono.

Braxton è una forza della natura e i suoi allievi non si staccano un attimo da lui, lo seguono con convinzione nel suo delirio, ne prolungano il suono, lo spezzano con virulenza, estendono il tessuto sonico all\'infinito in una polifonia in-volontaria spiazzante, gemente, visionaria. Anthony Braxton, oltre ad essere un ottimo musicista, è un genio della musica contemporanea perché è uno dei pochi che riesce ad essere dentro e fuori il pentagramma, a sviscerarlo completamente e a volare \"da interstato a interstato\".

Progetti che non possono rispondere a determinate categorie, dove le note prendono percorsi strani, dove il tessuto sonoro assume forme geometriche impossibili espandendosi e disfacendosi. Ma Braxton è oltre, non conosce limiti, si autoalimenta, distrugge quel che ha inciso per ricrearlo, un gigante imponente e carismatico con la curiosità di un bambino. La sua musica, fortemente proiettata verso il futuro, è altresì una sintesi di quel che è stato prodotto dai grandi del passato, una parodia, dilatando il pentagramma fino a ridefinire totalmente la notazione, il tempo e la struttura di una partitura. Braxton dà indicazioni ai musicisti tramite i simboli del cerchio, del triangolo e del rettangolo - basta dare una sbirciatina agli spartiti - e il compito dell\'interprete è di unire il tutto in una struttura condivisa.

Un lungo flusso sonoro, di circa un\'ora e trenta, un magma impetuoso che travolge e scuote, che si dipana lungo le direttrici dettate dalla chitarra di Mary Halvorson rimanendo sempre razionalmente inafferrabile. Come uno squarcio improvviso, un accecamento, un fuoco d\'amore che divampa ma è impossibile da spiegare con il linguaggio comune, una fiamma che lentamente sale e invade tutto il corpo. Una musica oscena, senza spazio e senza tempo, aliena, totale e totalizzante.

Anthony Braxton è un musicista essenziale per i tempi che corrono, perché crede nel futuro puntando sui giovani, perché è sempre originale e creativo, anche quando suona gli standard del jazz, perché è la testimonianza vivente che oggi si può ancora creare senza compromessi ed è bello che questa lezione provenga da un musicista che ha fatto la storia.