live report
Anthony Braxton Teatro Metastasio, Prato
Concerto del 14/10/2012
Braxton è una forza della natura e i suoi allievi non si staccano un attimo da lui, lo seguono con convinzione nel suo delirio, ne prolungano il suono, lo spezzano con virulenza, estendono il tessuto sonico all\'infinito in una polifonia in-volontaria spiazzante, gemente, visionaria. Anthony Braxton, oltre ad essere un ottimo musicista, è un genio della musica contemporanea perché è uno dei pochi che riesce ad essere dentro e fuori il pentagramma, a sviscerarlo completamente e a volare \"da interstato a interstato\".
Progetti che non possono rispondere a determinate categorie, dove le note prendono percorsi strani, dove il tessuto sonoro assume forme geometriche impossibili espandendosi e disfacendosi. Ma Braxton è oltre, non conosce limiti, si autoalimenta, distrugge quel che ha inciso per ricrearlo, un gigante imponente e carismatico con la curiosità di un bambino. La sua musica, fortemente proiettata verso il futuro, è altresì una sintesi di quel che è stato prodotto dai grandi del passato, una parodia, dilatando il pentagramma fino a ridefinire totalmente la notazione, il tempo e la struttura di una partitura. Braxton dà indicazioni ai musicisti tramite i simboli del cerchio, del triangolo e del rettangolo - basta dare una sbirciatina agli spartiti - e il compito dell\'interprete è di unire il tutto in una struttura condivisa.
Un lungo flusso sonoro, di circa un\'ora e trenta, un magma impetuoso che travolge e scuote, che si dipana lungo le direttrici dettate dalla chitarra di Mary Halvorson rimanendo sempre razionalmente inafferrabile. Come uno squarcio improvviso, un accecamento, un fuoco d\'amore che divampa ma è impossibile da spiegare con il linguaggio comune, una fiamma che lentamente sale e invade tutto il corpo. Una musica oscena, senza spazio e senza tempo, aliena, totale e totalizzante.
Anthony Braxton è un musicista essenziale per i tempi che corrono, perché crede nel futuro puntando sui giovani, perché è sempre originale e creativo, anche quando suona gli standard del jazz, perché è la testimonianza vivente che oggi si può ancora creare senza compromessi ed è bello che questa lezione provenga da un musicista che ha fatto la storia.