Giulio Casale

live report

Giulio Casale Piccolo Teatro - Manerbio (bs)

14/05/2005 di Christian Verzeletti

Concerto del 14/05/2005

#Giulio Casale#Italiana#Rock Cantautore

GIULIO CASALE

14 maggio 2005
PICCOLO TEATRO - MANERBIO (BS) Canzoni e poesia, parole e musica: è una storia lunga, segnata da un'attrazione a cui non si può - e forse non si deve - resistere.
È un binomio che, come in qualunque coppia, ha bisogno di una scintilla per realizzarsi. Quando succede, c'è sempre da stupirsi. Da continuare a stupirsi. Soprattutto quando, a provocare la prima scintilla, è un amministrazione comunale che si prende carico di organizzare tre giornate sulla Beat Generation con tanto di concerti, readings e aperitivi letterari.
Già, la Beat Generation: chi meglio di quel movimento ha provocato e consumato l'attrazione fatale tra poesia e musica, tra parola scritta e ritmata? E chi meglio dei musicisti rock (e jazz) ne ha tramandato la passione, ne ha tenute accese le braci? È allora un'accoppiata che funziona, che fa ancora scintille, quella tra la Beat Generation e la musica rock: non a caso a conclusione della tre giorni "Grangi Beat" è stato invitato Giulio Casale, voce e chitarra degli Estra, uno che da tempo cerca di tenere vivo proprio quel sacro fuoco, quel "beat".
Al momento impegnato nella costruzione di una carriera solista più cantautorale, Giulio "Estremo" si è presentato sul palco con una chitarra acustica e con qualche libro. Seduto su una seggiola, ha cominciato a far cantare la parola leggendo brani e poesie della Beat Generation, ripescando pezzi degli Estra e proponendo in anteprima alcune canzoni del suo nuovo disco "In fondo al blu".
La prima cosa che ha stupito è stato il tasso emotivo dello spettacolo: non solo una serata di cultura e di interesse letterario, ma un concerto carico di vibrazioni, in cui l'artista ha offerto le sue emozioni nella maniera più spoglia e diretta.
Casale è stato abile nel costruire un set in cui testi e canzoni (cover comprese) erano connessi fino ad essere gli uni il proseguimento degli altri: le "parole avventate" dei Beat sono diventate complementari alla scrittura inquieta del cantautore, bravo a sottolineare ogni verso con una mimica facciale e vocale molto efficace.
Il pubblico ha percepito con attenzione reagendo in maniera differente ad ognuno dei brani, come spinto da onde simmetriche ma mai uguali: un'approvazione entusiasta ha accolto le canzoni, mentre applausi intensi hanno fatto seguito alle letture, ma ci sono stati anche attimi di silenzio, talmente tesi da lasciare i presenti ammutoliti come alla fine di "Mosca nella solitudine, Segovia nella neve" di Ferlinghetti. Altrettanto toccante è stata la proposta dello storico discorso del Capo Seattle sulla vendita della terra all'uomo bianco, esempio di una riflessione e di una partecipazione al mondo della natura care anche ai poeti beat.
A quel punto, "L'uomo col futuro di dietro" è parsa proprio una metafora di quel Capo indiano e ancor di più dell'uomo moderno, costretto a dissetarsi con i pochi sorsi di vita che gli sono rimasti.
"Sacrale" ha quindi concluso il set riassumendone gli ideali e le emozioni, prima che Giulio Casale si rendesse disponibile alle richieste del pubblico: "La strada" è risultata particolarmente a tema, come pure "Fiesta", il cui battito rock popolare è stato ritmato dai presenti con un costante battimano. Una sorpresa poi la cover di "Redemption song" di Bob Marley, colma di dolcezza e di forza, e un altro pezzo del nuovo disco, "Marina Elisa", che ha confermato la statura delicata di Casale come cantautore.
Infine una cover de "Le elezioni" di Gaber, colma di un'ironia tanto divertita quanto provocante, tanto impegnata quanto sottile, come nella miglior tradizione dei folksinger. Come negli slanci più vitali della poesia beat.
Alla fine artista e pubblico sono rimasti a guardarsi negli occhi, l'uno sporgendo dal palco e gli altri dalle sedie, commossi, emozionati, come quando si verifica un incontro raro.

VIENI
"Per i poeti, con amore" (da "Il Manifesto populista" di Lawrence Ferlinghetti)
The times they are a-changin' (Bob Dylan)
"Saluti cosmopoliti" (Allen Ginsberg)
SO CHE NON SO
"Non sparate sul facocero" (Gregory Corso)
"Potere" (Gregory Corso)
"The Whole mess almost" (Gregory Corso)
IT'S ALL OVER NOW BABY BLUE (Bob Dylan)
"Ultimi viaggi" (da "Un po' di emozioni" di Fernanda Pivano)
CARA GIOVANE VERGINE CHE MI PARLI DI SUICIDIO
"Chiaro?" (da "Saluti cosmopoliti" di Allen Ginsberg)
"Mosca nella solitudine Segovia nella neve" (Lawrence Ferlinghetti)
HALLELUJAH (Leonard Cohen / Jeff Buckley)
Discorso di Capo Seattle al Presidente degli Stati Uniti
L'UOMO COL FUTURO DI DIETRO
Umiltà (da "Sullo zero" di Giulio Casale)
In piedi sullo zero (da "Sullo zero" di Giulio Casale)
SACRALE

LA STRADA
FIESTA
REDEMPTION SONG (Bob Marley)
MARINA ELISA
LE ELEZIONI (Giorgio Gaber)