Cheap Wine

live report

Cheap Wine Lonate Ceppino (VA) / Black Inside

12/10/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 12/10/2024

#Cheap Wine#Italiana#Rock

Nessuna esitazione, stavolta, nello scegliere il genere di questo live report: ITALIANA / ROCK. Perché i Cheap Wine sono italianissimi, anche se cantano in inglese; e perché il loro rock è indiscutibile, ed è indiscutibilmente uno dei migliori rock suonati da un gruppo italiano.
Ne abbiamo ampia conferma stasera, al Black Inside di Lonate Ceppino, in quella sonnolenta provincia varesotta, che stava lentamente perdendo tutti i club in cui era possibile dare modo alle rock band di esprimersi, e al loro pubblico di ascoltarle; finché Paolo Zangara con Fabio Baietti non hanno deciso di fare del Black Inside, almeno per qualche serata, una Rock House, che sta diventando sempre più una home vera e propria, per gli appassionati del genere. 

La seconda stazione del treno di Autunno Visionario accoglie stasera il direttissimo della band marchigiana, capeggiata dai fratelli Marco e Michele Diamantini, entrambi alle chitarre, col supporto del basso implacabile e dei background vocals di Andrea Giaro e da una batteria, quella di Alan Giannini, che raramente prende la scena nei soliti assoli da cinque minuti, da "bravo ma basta", ma che risulta uno strumento totale, in costante interplay con gli altri tre componenti la band.

Da troppo tempo (quasi vent'anni!) i quattro mancavano in zona; e l'emozione è tantissima, sia per loro, sia per il loro pubblico. Che si capisce che sarà una festa, è chiaro ancora prima dell'inizio del concerto: saluti, abbracci, sorrisi, come centoventi reduci che si ritrovano, finalmente, per lo scopo che li ha uniti la prima volta: la buona musica, densa di significato, suonata e cantata come il diodelrock comanda. E l'entusiasmo esplode fin dalle prime note di Dance over Troubles, un invito quanto mai opportuno; la voce di Marco Diamantini dimostra che i decenni on the road le hanno donato intensità, espressività e forza, soprattutto nelle note basse, oltre che una maturità pienamente raggiunta. Ascoltando la reinterpretazione di One More Cup of Coffee, tutti si rendono conto di avere davanti una band completa, i cui componenti donano sfaccettature ricche a ogni nota, interagendo tra loro e restituendo al pubblico tutto il calore e l'entusiasmo che ricevono. 

Via libera, dunque, alle cavalcate elettriche alla Crazy Horse, come in Freak Show, intervallate da ballate meditative, e a lunghi passaggi strumentali, in cui brilla la bravura - tecnica, ma soprattutto espressiva - della chitarra di Michele Diamantini, che potremmo definire tutto arrosto e niente fumo: seduto, senza giochi di prestigio né effetti pirotecnici ed effimeri, il chitarrista convince in ogni passaggio, come in City Lights, potente ed energica, o nella suite che segue il testo di Mary (brano che ha dieci anni, e non li dimostra), in perfetto equilibrio tra psichedelia e rock.

Ma c'è un quinto elemento nella band, che aggiunge ulteriore potenza al set: il coro dei Wineheads, i fan da decenni, che cantano, ballano, battono le mani a tempo, incitano, urlano richieste, e che, alla fine, organizzano una pacifica invasione di palco, per una Rockin' In the Free World interminabile, coinvolgente, che fa scattare in piedi tutti, definitivamente conquistati da oltre due ore di tiratissimo rock ai massimi livelli. 

...e la setlist? Questa...con qualche brano in più nei bis!



Pronti, dunque, per il prossimo appuntamento di Autunno Visionario: sabato 26 ottobre, con Daniele Tenca, fresco di pubblicazione di un nuovo, potente video (presto in anteprima su Mescalina, con una lunga intervista esclusiva).