Michael McDermott & Heather Horton

live report

Michael McDermott & Heather Horton Cantù / 1e35

12/04/2014 di Laura Bianchi

Concerto del 12/04/2014

#Michael McDermott & Heather Horton#Rock Internazionale#Songwriting


Gli sguardi, i sorrisi, i gesti. E ancora, le armonie delle voci, il suono degli strumenti, il ritmo della musica. La complicità fra marito e moglie di solito si percepisce dai primi tre elementi. Quella fra artisti dagli ultimi tre. Nel caso di Michael McDermott e di Heather Horton, il mix di tutte queste caratteristiche è completo. Marito e moglie nella vita e sulla scena, intrecciano pubblico e privato con delicatezza e sensibilità, incantando chi li ascolta, ma avvincendo anche chi li guarda.

Sono belli, da soli e insieme. Piccolo e scattante lui, alta e sinuosa lei; i segni di una vita intensamente bruciata, recuperata e amata sul viso di lui, negli occhi di lei quelli di un’esistenza dedicata alla musica e all’amore per Michael e per la famiglia che ha formato con l’artista di Chicago, dopo aver militato nella sua band per qualche anno. Insieme, la bellezza che dipingono si fa armonia e musica, e fa nascere negli spettatori un’emozione inconsueta per un live set.

A Cantù, Allunaetrentacinquecirca, il  locale che sempre più questa stagione si è imposto all’attenzione di tutti come uno dei luoghi iconici della musica di qualità, i fans sono accorsi numerosi, in una tappa del lungo tour italiano, ad ascoltare la proposta del singer songwriter, che si dimostra un musicista di valore, muovendosi a proprio agio fra chitarra e tastiere, sostenuto da una voce espressiva e intensa e dai backing vocals della moglie, che ricama melodie in controcanto anche col violino, mai in evidenza, sempre un passo indietro rispetto alla linea melodica del marito, eppure proprio per questo imprescindibile ingrediente per una perfetta alchimia di suoni.

Le storie dell’artista McDermott sono dolenti e reali come la vita più dura sa essere; raccontano di beautiful losers, di emarginati, di abbandoni e nostalgie, di amori travagliati e difficili. Ma il percorso dell’uomo McDermott dimostra che l’amore può redimere, che l’oscurità è necessaria per dire di aver conosciuto, almeno una volta, la luce (come canta in I know a place , una delle highlights della serata, insieme a Ever after, vibrante confessione di amore alla madre morta da poco). E tutto il concerto si snoda fra i due estremi: la sofferta appartenenza a un universo di individui che cercano la salvezza, l’equilibrio, o anche solo un momento di conforto, e la consapevolezza di aver raggiunto, grazie all’amore e all’arte, una propria, precaria, personale, serenità.

Così, il concerto, ottimamente aperto dal toscano Cesare Carugi, songwriter di classe (che per l’occasione presenta ben tre pezzi inediti, due dei quali mai eseguiti, che fanno ben sperare per un seguito del pur eccellente Pontchartrain),  si sviluppa come un romanzo; in esso  si alternano momenti meditativi ad altri più estroversi, ma la matrice irlandese di McDermott emerge sempre,  non solo dall’evocazione del fiddle da parte della Horton, ma anche dal tono di malinconica ironia, in cui gli irlandesi sono maestri. L’etichetta Appaloosa ha appena pubblicato West side stories, che McDermott ha inciso con The Westies, il suo nuovo progetto, una band a cui partecipa anche la moglie; e dal nuovo lavoro sono tratti molti dei capitoli del romanzo, dall’iniziale, lancinante Hell's Kitchen, a episodi amari e drammatici come Gun. Mescolati ai pezzi originali dell’autore, trovano spazio cover preziose, come una sfolgorante One, e una I’m on fire calda e sensuale, frutto di quella complicità fra i coniugi che tracima dal palco nella sala.  Il  romanzo ha un happy ending: fra i bis chiamati a gran voce dal pubblico entusiasta, spiccano due gemme, come  Italy, semplice e dolcissimo ringraziamento al Paese che, ‘from Como Lake to Sicily’, ha rappresentato tanto per la coppia, e una parte di The parting glass cantata a cappella, che fa sciogliere l’intero locale in un commosso applauso.

Tornate presto, Michael e Heather, a insegnarci l’armonia dell’amore.

Le foto sono di: Roberto Sasso a cui va il ringraziamento di Mescalina per la gentile concessione