live report
Eileen Rose Bergamo
Concerto del 11/02/2006
11 febraio 2006
CAFFÈ LETTERARIO (BG) Eileen Rose la conosciamo: è una di quelle cantautrici dal rock gentile e profondo, cresciute come virgulti dal fertile terreno dell'american music. Da lei ci si aspetta un concerto toccante e coinvolgente, magari con qualche sferzata elettrica per dare alle sue canzoni quel vigore che ha fatto un po' difetto nell'ultimo disco "Come the storm" (2005).
Ad aprire la serata ci pensa Andrea Parodi, cantautore di cui bisogna lodare anche l'impegno come tour-manager, uno dei pochi rimasti ad occuparsi di veri songwriters. Solo un paio di pezzi, in vista di quello che dovrebbe essere il suo nuovo disco, previsto entro la metà del 2006: sostenuto da Paul Rigby alla chitarra e da Keith Rose al basso, Parodi offre un assaggio di suoni ed atmosfere che partono dall'Italia per calarsi nella terra di confine tra Stati Uniti e Messico. "Liberi" ha infatti più di un'affinità con il Bob Dylan di "One more cup of coffee" ed anche con il Joe Ely di "Letter to Laredo": è uno spirito outlaw che trova ulteriori spazi nella successiva "Gabriela", rinforzata dalla chitarra di Paul Rigby (già nella band di Bocephus King ed ora con Neko Case).
Pur con soli due pezzi, Parodi ha dimostrato di essere cresciuto e di aver acquisito maggior convinzione rispetto a quanto gli abbiamo sentito fare ai tempi de "Le piscine di Fecchio": di sicuro è un buon segnale per il proseguo di una carriera che potrebbe e dovrebbe compiere un passo importante.
Dopo una breve pausa tocca ad Eileen Rose salire sul palco e da vera headliner questa signora cantautrice si presenta da sola senza alcun timore: accompagnandosi con la chitarra acustica, incanta con una versione di "Tom Waits crooning" che lascia subito un segno. Seguono un paio di ballate ben ricamate dalle chitarre di Seth Goodman e di Russell Chudnovsky: protagonista è comunque la voce della Rose, tesa e profonda al punto da catalizzare l'attenzione dei presenti. Da consumata performer avvicina ulteriormente il pubblico con simpatiche introduzioni in italiano e dimostra coraggio nel proporsi in modo schietto anche quando sottlinea i risvolti politici di una "Stagger home" rivolta a Bush. La Rose vive il concerto con spontaneità e partecipazione: questo diminuisce forse la sua concentrazione al canto, ma le permette di rendere la scaletta più viva, proponendo anche qualche pezzo inedito come "Twenty dollar shoes" e "Bird of youth".
Dopo una toccante "Ocean of fire" eseguita al piano, il country-rock di "Trouble from tomorrow" fa salire la temperatura della serata: sono le chitarre ad alzare il tiro con un suono che passa dal rockabilly della Danelectro di Goodman al rock sanguigno della Fender di Russell Chudnovsky. Sulla spinta dell'entusiasmo a questo punto vengono chiamati sul palco anche Andrea Parodi e Paolo Pieretto per una "Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli, che sembra la più improbabile delle cover: il pezzo viene invece trasformato in un arrembante rock dai toni western e diventa uno dei punti più alti dell'intero concerto, capace di coinvolgere i presenti che rispondono all'unisono. Concluso il set con "White wave" la Rose non ha bisogno di scendere dal palco per la manfrina dei bis: senza farsi pregare intuisce ed asseconda la volontà del pubblico con una corale "Bye bye love" degli Everly Brothers e con il country-rock di "Booze talkin'" che gira a mille dalle parti dei Blasters. Il trittico di chitarre offerto da Goodman, Chudnovsky e Rigby è seguito sullo slancio anche da un assolo di basso del simpatico Keith Rose che sembra chiudere la serata. Ce n'è ancora invece per qualche ballata regalata a chi ancora non fosse sazio: prima "Time to go" al piano e poi su richiesta "Good man", toccante come una "Knockin' on heaven's door", e per finire "Helpless" di Neil Young.
Eileen Rose ha dato prova di un talento e di una sensibilità capaci di toccare le corde interiori anche di ancora non conosca la sua musica. Andrea Parodi:
Liberi
Gabriela
Eileen Rose:
Tom Waits crooning
Genie steps out
Rose
Stagger home
Twenty dollar shoes
Bird of youth
Ocean of fire
Trouble from tomorrow
Nessuno mi può giudicare
White wave
Bye bye love
Booze talkin'
Time to go
Good man
Helpless Foto di: Maurizio Pratelli