live report
Mariposa Alter Bar - Cellatica (bs)
Concerto del 10/12/2004
- Alter Bar di Cellatica (BS)
10 dicembre 2004 "Mi tagli pure una fetta di quel pezzo di carne. Me la può sminuzzare, per favore? No, scusi, mi faccia il tutto in parti molto più piccole, che diventino spezzatini. Vanno bene così, anzi ancora più minuscoli se possibile, che diventino dei bocconcini da spadellare, stufare, stracuocere".
Il macellaio, un uomo barbuto, dalla stazza che ben si addice al suo mestiere, risponde ad ogni richiesta con una smorfia, poi con un'espressione a metà tra la classica aria di sfida ed una malcelata soddisfazione, impugna il coltellaccio e si dà da fare. Una poltiglia informe è quello che rimane del pezzo bovino che solo pochi istanti prima faceva bella mostra davanti a sé. Me la impacchetta per bene e saluta cordialmente.
Solo una volta a casa aprendo la confezione mi rendo conto che quell'omone aveva approfittato della mia distrazione per vendermi… i Mariposa!
Non che ne sia dispiaciuto, anzi. Solo che una volta in padella si corre il rischio che la cottura ne risenta, e poi ditemi voi se lo stomaco non si possa appesantire troppo durante la digestione di un teatrino nel quale trovano posto una radiolina, la Lambada, sassofoni e flauti d'ogni specie, sonagli, chitarre, birre chiuse in bottiglia e aperte in boccali, Colpo grosso, luci di Natale, assoli buoni per divorare brioche, Il pranzo è servito, pugni chiusi, pernacchie, barbe e baffi, Ciccio Graziani, cinghiali e pappagalli, ocarine, un occhio di bue mancante, accendini, bassi e bacchette di batteria, corde di pianoforte, selezioni sanremesi, tastiere, i Negrita e Steve Reich, sale da ballo, armoniche a bocca e naturalmente sei loschi figuri catapultati nel bel mezzo della scena direttamente da chissà dove, con tutto quell'armamentario di racconti e di citazioni che da soli basterebbero a far girare la testa. Il tutto tende ad ingarbugliarsi fin da subito senza offrire vie di scampo. I Mariposa sono così, dotati di una spietata ironia e sostenitori della necessità fisica di dissacrare sia la forma sonora quanto quella letteraria della comunicazione musicale, in una parola: geniali.
Già, geniali. Ed è giusto qui, nel buio sottoscala dell'Alter bar di Cellatica portentosamente riadattato a sala concerti con divani e cuscini sui quali spaparanzarsi comodamente, ideale bunker underground chiuso a doppia mandata dal mondo esterno, che una rappresentazione simile si può gustare in tutta la sua unicità. La messa in scena di una cottura a fuoco lento di tutti i luoghi comuni nella nostra musica, fino all'ottenimento di una pietanza gustosa e speziata che sa distinguersi immediatamente dal solo ricordo di un prodotto qualsiasi da banco macelleria.
Ogni uscita pubblica dei Mariposa è un piccolo grande evento di un teatro dell'assurdo dove è lecito attendersi di tutto. Non a caso l'arrivo sul palco di tal Paolo Bruno, un personaggione conosciuto come una tra le presenze più eccentriche del bresciano, qui nella veste di poeta d'assalto a metà tra il Nuwanda dell'Attimo Fuggente e il cappellaio pazzo delle pagine di Carroll, è l'occasione per il gruppo di offrirsi a sonorizzare, improvvisando, il suo reading infilatosi da chissà dove giusto a spezzare a metà il concerto. Carne sopra altra carne al fuoco, scarti di animali impilati e riportati a nuova vita con risultati ora esilaranti, ora appassionatamente personali fuori da generi o schemi preconfezionati.
Non importa cosa chiede oggi il vostro palato, l'importante è che ovunque andiate a compiere la vostra spesa quotidiana siate sempre consapevoli che esiste un macellaio, da qualche parte in questo paese, impaziente di spacciarvi qualcosa di buono, tanto da offrirvi lui stesso la possibilità di provarlo. A meno che i vostri gusti non siano marcatamente masochisti - Oops, volevo dire vegetariani.
Scaletta:
- Forza musica
- Undici La
- Trovarobato
- Rimpianti a gas
- Poesia del lettone
- Sala da ballo
- (8 poesie di Paolo Bruno)
- Lista degli oggetti scivolati
- Giostra d'urto
- Il pappagallo
- Enrico IV°
- Vamps di rumore