Barrence Whitefield And The Savages

live report

Barrence Whitefield And The Savages Festival Beat - Salsomaggiore Terme

10/07/2022 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 10/07/2022

#Barrence Whitefield And The Savages#Jazz Blues Black#Soul #Festival Beat

Il sorriso a trentadue denti è terribilmente contagioso, perfettamente incastonato su un volto allegro, tondo e rassicurante. Il fisico invece è da boxer, tosto e forgiato alla battaglia, perché quando è il momento di salire sul ring e combattere, Barrence Whitfield da Jacksonville, Florida, non è certo uno che si tira indietro. Quasi quarant'anni di carriera, lui e i suoi Savages, a disegnare un ritmo indiavolato in cui soul e r&b di marca Stax incontrano la sporcizia del funk e del garage e la furia del punk. Un artista di culto che negli anni si è saputo ritagliare un suo spazio ben preciso, sfornando dischi sempre apprezzati da critica e pubblico, vinili da girare incessantemente, impregnati di un groove terribilmente torrido e contagioso.

La serata di Salsomaggiore Terme è carica di aspettative, la piazza che ospita il concerto grande il giusto, nell'aria si libra una brezza piacevole e leggera che veicola passione e voglia di divertimento. Stasera non c'è un palco su cui salire, il ring è direttamente la strada, il pubblico a mezzo metro, one, two, three, si parte, senza trucchi e senza inganni, via dritti come un treno in corsa che non ammette fermate. Hug Me Squeeze Me e Bip Bop Bip segnano una partenza fulminante, direttamente dal primo album del 1984, mentre per Corner Man si pesca da Dig Thy Savage Soul del 2013. Gli anni passano ma la voce di Barrence resta sempre splendidamente potente e cristallina, capace di rapide discese e improvvise risalite.



(Ph. Giovanni Sottosanti)

Il personaggio è unico, istrionico, trascinante e irriverente. Slowly Losing My Mind ancora dalla produzione più recente, poi irrompe Bloody Mary con tutta la sua travolgente energia e a questo punto invito chiunque a restare seduto! Blackjack, Go Ahead & Burn e una clamorosa Big Mamou non concedono un secondo di respiro, con il sax a indicare il cammino sporco di funk, blues e voodoo fino al midollo, la chitarra di Peter Greenberg a inanellare assoli precisi e ficcanti, mentre Barrence sul ring a giganteggia da par suo. Urla, stacchi, ripartenze, giù a perdifiato e senza freni con Georgia Slop, ma quando si ferma? Ci vuole I'm Sad About It per rallentare un po', ma poco però per il r&b assassino ti strappa l'anima e ribalta il cuore. Barrence, che dici? Si riparte? E via con Pain a squarciagola, l'ugola scorticata come non ci fosse un domani, poi di nuovo in corsia di sorpasso grazie a Walk Out, Willie Mehen, Just Moved In e, manco a dirlo, Rock & Roll Baby.

Presenta la band prima di assestare il definitivo colpo del ko con lo shuffle Walking with Barrence e poi? Finito? Sei veramente senza pietà, Mr. Barrence, perché i bis con Dig Yourself, Ramblin' Rose, Tore Up, Miss Shake It e Mama Get The Hammer sdraierebbero una mandria di tori! Basta! Ci arrendiamo! Vittoria per KOT, game, set, match per l'uomo di Jacksonville. Raccolgo gli sguardi degli amici presenti, i sorrisi parlano più delle parole, non servono commenti perché la musica rovescia, ribalta e rimette al mondo. God Bless You, Barrence!