Sentieri Selvaggi

live report

Sentieri Selvaggi Teatro Elfo Puccini - Milano

10/04/2017 di Paolo Ronchetti

Concerto del 10/04/2017

#Sentieri Selvaggi#Derive#Suoni

Dopo il bel omaggio a Luigi Nono a fine marzo, appuntamento in qualche modo sorprendente se si pensa ai riferimenti e alle prospettive con cui Sentieri Selvaggi si è mosso dai suoi esordi, ecco l’ensemble tornare verso autori che sono naturalmente nel DNA del gruppo. A Man With A Movie Camera è infatti un omaggio al genio postmoderno di Michael Nyman. Conosco e apprezzo, sin dall’epoca del vinile, le composizioni del maestro inglese ma è vero, come dice giustamente il direttore Carlo Boccadoro, che l’importanza di Nyman è ormai più visibile nei suoi lavori meno conosciuti, che in quelli più famosi legati al cinema. Il concerto inizia con Love Always Count brano che Nyman arrangiò 10 anni fa appositamente per l’ensemble milanese dall’overture della sua opera Love Counts. Il suono è ricco e preciso nelle tessiture poliritmiche come in quelle melodiche. Un brano che, nei suoi cinque minuti scarsi, inchioda lo spettatore alla poltrona con una energia e potenza rara. Un quintetto, senza viola, è il protagonista della prima italiana di Viola And Piano. In origine un duetto poi trascritto dallo stesso Nyman per quintetto, appunto, senza viola. È una composizione articolata con continui cambi di tempo e tema ed in cui soprattutto gli strumenti a fiato sembrano essere messi a dura prova, in alcuni fraseggi particolarmente veloci. In alcuni passaggi, inaspettatamente, si fa varco, nella mia mente, una assonanza con il Reich di Different Train o, in maniera più continua, mi sembra di cogliere, in alcune frasi, una serie di riferimenti al Copland di Billy The Kid. Una sensazione, più che una assonanza, a dire il vero, ma che rende l’ascolto ancora più interessante e stratificato.

String 4rtet n°5 – Let’s Not Make A Song And Dance Out Of It è un’opera relativamente recente (2011) di cui proprio Sentieri Selvaggi ha da poco eseguito la prima italiana. Brano in 6 tempi di un virtuosismo esasperato, e allo stesso tempo di una apparente semplicità all’ascolto, si divide tra momenti veloci, ritmici, quasi danzabili, e momenti quasi cantabili e più melodici. La composizione è chiaramente impegnativa ed è quella che più si distacca dai cliché più conosciuti a cui la musica di Nyman spesso è sembrata abituarci (anche se ne rimane sempre riconoscibile la mano).

È l’ora di una trascrizione, per flauto solo, di quattro movimenti (n°2; n° 4; n°5; n°9) tratti da una più lunga composizione per violino solo: Yamamoto Perpetuo. Paola Free si lancia tra le note con la solida padronanza che la caratterizza e gli applausi, alla fine del suo brano, sono scroscianti e meritati.

Più rispondende al clichè nymaniano è Child’s Play. Si tratta di un brano “antico”, scritto per una coreografia e risalente al 1985. Per dare riferimenti è una composizione che è quasi contemporanea con la colonna sonora de Lo Zoo Di Venere, il secondo film frutto della collaborazione con il regista Peter Geenaway. L’esecuzione è impeccabile e il brano, bellissimo, è sicuramente più rassicurante di quelli con cui si concluderà il programma.

Appositamente scritte per Sentieri Selvaggi, e in prima esecuzione assoluta, Two Song sono due canzoni nel vero senso della parola. La prima, Racine, è tratta da una poesia del poeta americano Frederick Seidel ed è un ricordo di viaggi e volti a cavallo della seconda guerra mondiale. Milano, Auschwitz, una giovane e colta nobiltà ebrea, Montale, la Scala: Il tutto sfumato come in un sogno che toglie i reali contorni ai volti e alle domande. Completamente diverso è The American Hand Gramophone Reproducer. Il testo, tratto da un manuale per il funzionamento di un grammofono a 78 giri, è qui solo un pretesto, come spesso succede con Nyman, per rendere possibile un cantato. Dal punto di vista musicale l’esercizio funziona (a mio avviso, soprattutto se viene fatto in una lingua sconosciuta all’ascoltatore) e Giulia Peri è cantante assolutamente credibile nel suo ruolo.

Nyman, presente come spettatore a quasi tutte le serate di questa rassegna a sottolineare il prezioso legame con l’ensemble, si riconferma ancora una volta autore sopraffino e la scelta dei brani fatta da Sentieri Selvaggi non fa che rimarcare al meglio le grandi qualità del suo scrivere musica. E gli applausi convinti del pubblico non fanno che confermare la bellissima serata!

Lunedì 8 maggio nuova interessante serata  dedicata a una serie di improvvisazioni del Trio Sur e dell'Aisha Quartet, coordinate da Andrea Dulbecco.

Foto di: Giovanni Daniotti