Mavis Staples

live report

Mavis Staples Parigi - La Cigalle

08/06/2022 di Andrea Scarso

Concerto del 08/06/2022

#Mavis Staples#Jazz Blues Black#Soul

Due anni di rinvii ed incertezze, ma alla fine, lo scorso 8 giugno sono riuscito a volare a Parigi per vedere una delle figure leggendarie dela musical soul,Mavis Staples.  Poco prima delle 20.00 entro a La Cigale e prendo posto in prima fila, giusto in tempo iper assistere all'opening act, che avrebbe dovuto vedere protagonista Amy Helm. Sfortunatamente l'artista non on stage a causa di un violento raffredore che la costringe a restare in albergo. Al posto suo c'è un duo francese che propone una serie di brani originali in salsa hard blues FM, sinceramente poco interessante. 

Un veloce cambio palco è veloce, le luci si spengono, la musica in sottofondo si ferma, ed entra la band, che per due minuti scalda la sala con una versione strumentale di If You're Ready (Come Go With Me)  la cui compattezza e qualità sonora preannunciano quale sarà il livello della serata. La regina viene annunciata con enfasi e appena si nota la sua silhouette fare capolino dal backstage il teatro esplode in un fragoroso applauso accompagnato da urla di gioia. L'amore per Mavis è palpabile!

Lei fatica a stare in piedi, ogni tanto deve sedersi, la sua voce è cosi roca da sembrare essere pronta a scomparire, ma per tutti i brani del concerto sa essere incendiaria. Mavis si concede pure delle micro coreografie con Rick Holmstrom che non è solo un micidiale chitarrista ma è un vero e proprio direttore di palco, sempre attento a supportare la Staples, che, giova ricordarlo, è in tour alla bella età di 82 anni.

Rick, alla chitarra, è parte di una  band di cinque elementi essenziale ma potente, tre musicisti. Jeff Turmes è al basso, e Stephen Hodges alla batteria. Ci sono poi due coriste delle quali mi è sfuggito il nome. Il sound è un sapiente mix di Soul Rock pervaso da un classico suono vintage che valorizza in pieno le canzoni 

E questo lo si deve alla microfonatura della batteria che ne esalta la fragranza percuttiva, il bassista sfiora le corde del Fender Precision e dal “frigorifero” Ampeg escono suoni marchiati seventies, Personalmente non posso esimermi dall'apprezzare che, quando Holmostrom si dedica alla ritmica ha delicatezza ed efficacia, per poi trasformarsi durante gli assoli un Toshiro Mifune furente.  

Quattordici brani per una ora e venti di show, senza troppe pause e purtroppo nessun bis in  uno show potente e sincero, che  mette sul piatto canzoni degli Staple Singers, che celebra  Mississippi Fred McDowel con una rovente You Gotta Move, che fa alzare in piedi il pubblico e lo fa ballare con le note di Can You Get To That dei Funkadelic.Le pause sono brevi, e ogni volta che Mavis parla ha l'enfasi di un ministro di una chiesa gospel.

Più ci ricorda che è li per una chiara missione: Mandarci tutti a casa facendoci sentire bene, facendoci dimenticare per una ora e mezza delle brutture del mondo.Senza dubbio ci riesce. La pelle d'oca si impossessa di noi quando partono le note di The Weight inevitabile tributo a The Band e all'amico Levon Helm con il quale ha registrato Carry Me Home, disco uscito in questi giorni.
La festa raggiunge il suo apice con I'll Take You There, durante la quale viene presentata la band. Poi, sempre avvolta da un sontuoso manto sonoro, verso la fine della canzone Mavis lascia il palco e ci saluta. 

Il pubblico ricambia con un sincero grazie. La serata è stata memorabile ed è stato davvero bello essere sudditi di una sovrana come lei.