live report
Samuele Bersani Roma, Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone
Concerto del 08/05/2022
Solo a questo punto, dopo i primi due brani, Samuele prende la parola. Ed è un fiume in piena, anche se scherza: “Non vi terrò ostaggio dei miei comizi”. Spiega quanto per lui gli anni tra l’ultimo disco e il precedente, ben sette (“Ci sono carriere che durano sette anni”), siano stati particolari, e di quanto Cinema Samuele sia importante per lui. Disco del quale più tardi dirà che è quello che ama di più, pur capendo che ognuno possa essere legato per motivi diversi alle prime opere di qualsiasi artista.
Si diverte a sottolineare che i suoi brani possano in realtà essere meno rassicuranti di quello che forse qualcuno vorrebbe, ad esempio Harakiri, qui soave come non mai, Psycho e Il mostro. Prima di Replay si diverte a chiedere al pubblico di accendere i cellulari sul ritornello, in modo da impressionare chi vedrà le immagini della serata. È proprio vero, come ha ribadito più volte, che il concerto non è solo quello che vediamo noi spettatori ma anche quello che vedono loro dal palco, in una corrispondenza biunivoca che il riminese preferisce non chiamare “empatia” (parola ormai abusata), preferisce dire che “abbiamo qualcosa in comune”.
Che dire della meraviglia degli arrangiamenti di Lo scrutatore non votante e Coccodrilli? Sono tra gli episodi, assieme a Le Abbagnale, in cui spicca maggiormente la bravura della numerosa band: Tony Pujia e Silvio Masanotti (chitarre), Alessandro Gwis (piano e tastiere), Stefano Cenci (tastiere), Davide Beatino (basso), Marco Rovinelli (batteria) e Michele Ranieri (cori e polistrumentista).
Le Abbagnale, poi, briosa come se ci fossero i fiati, mette in luce la capacità di Samuele di prendere spunto dalla realtà rendendola ancora più bella e poetica: pensava al bellissimo ricordo della telecronaca della vittoria degli Abbagnale di Galeazzi e lo ha unito all’incontro con due ragazze, che sembrano sorelle, anche se vestite in modo diametralmente opposto, e poi si rivelano amanti.
Non mancano i classici come Spaccacuore, eterna nella sua teatralità dolente, En e Xanax e Freak.
Ma il finale, e Samuele lo sa, non può che andare a Giudizi Universali, in cui lascia i presenti a cantare “Potrei ma non voglio fidarmi di te…”.
È davvero un abbraccio tra palco e sala Santa Cecilia (sold-out per la cronaca). Un abbraccio meritatissimo, e troppo a lungo rimandato.
Setlist
Pixel
Il tiranno
Mezza bugia
Il tuo ricordo
Harakiri
Psycho
Replay
Lo scrutatore non votante
L’intervista
Spaccacuore
En e Xanax
Ferragosto
Cattiva
Il mostro
Le Abbagnale
Distopici (Ti sto vicino)
Le mie parole
Coccodrilli
Chicco e Spillo
Encore
Freak
Giudizi Universali