Samuele Bersani

live report

Samuele Bersani Roma, Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone

08/05/2022 di Arianna Marsico

Concerto del 08/05/2022

#Samuele Bersani#Italiana#Canzone d`autore

Samuele Bersani sale sul palco dopo scrocianti applausi (che come racconterà dopo lo hanno lasciato “pietrificato” nel senso buono del termine). Inizia con Pixel e Tiranno, tratte da Cinema Samuele (2021) come una buona fetta della scaletta, dove si nota subito la sintonia tra la musica le immagini scelte sullo sfondo. Sono video, realizzati da Bruno D’Elia, tra il surreale e il metafisico, che ben si addicono allo sguardo umano troppo umano e capace di pensiero laterale del cantautore romagnolo.

Solo a questo punto, dopo i primi due brani, Samuele prende la parola. Ed è un fiume in piena, anche se scherza: “Non vi terrò ostaggio dei miei comizi”. Spiega quanto per lui gli anni tra l’ultimo disco e il precedente, ben sette (“Ci sono carriere che durano sette anni”), siano stati particolari, e di quanto Cinema Samuele sia importante per lui. Disco del quale più tardi dirà che è quello che ama di più, pur capendo che ognuno possa essere legato per motivi diversi alle prime opere di qualsiasi artista.  

Si diverte a sottolineare che i suoi brani possano in realtà essere meno rassicuranti di quello che forse qualcuno vorrebbe, ad esempio Harakiri, qui soave come non mai, Psycho e Il mostro. Prima di Replay si diverte a chiedere al pubblico di accendere i cellulari sul ritornello, in modo da impressionare chi vedrà le immagini della serata. È proprio vero, come ha ribadito più volte, che il concerto non è solo quello che vediamo noi spettatori ma anche quello che vedono loro dal palco, in una corrispondenza biunivoca che il riminese preferisce non chiamare “empatia” (parola ormai abusata), preferisce dire che “abbiamo qualcosa in comune”.

Che dire della meraviglia degli arrangiamenti di Lo scrutatore non votante e Coccodrilli? Sono tra gli episodi, assieme a Le Abbagnale, in cui spicca maggiormente la bravura della numerosa band: Tony Pujia e Silvio Masanotti (chitarre), Alessandro Gwis (piano e tastiere), Stefano Cenci (tastiere), Davide Beatino (basso), Marco Rovinelli (batteria) e Michele Ranieri (cori e polistrumentista).

Le Abbagnale, poi, briosa come se ci fossero i fiati, mette in luce la capacità di Samuele di prendere spunto dalla realtà rendendola ancora più bella e poetica: pensava al bellissimo ricordo della telecronaca della vittoria degli Abbagnale di Galeazzi e lo ha unito all’incontro con due ragazze, che sembrano sorelle, anche se vestite in modo diametralmente opposto, e poi si rivelano amanti.

Non mancano i classici come Spaccacuore, eterna nella sua teatralità dolente, En e Xanax e Freak.

Ma il finale, e Samuele lo sa, non può che andare a Giudizi Universali, in cui lascia i presenti a cantare “Potrei ma non voglio fidarmi di te…”.

È davvero un abbraccio tra palco e sala Santa Cecilia (sold-out per la cronaca). Un abbraccio meritatissimo, e troppo a lungo rimandato.

Setlist

Pixel
Il tiranno
Mezza bugia
Il tuo ricordo
Harakiri
Psycho
Replay
Lo scrutatore non votante
L’intervista
Spaccacuore
En e Xanax
Ferragosto
Cattiva
Il mostro
Le Abbagnale
Distopici (Ti sto vicino)
Le mie parole
Coccodrilli
Chicco e Spillo

Encore

Freak
Giudizi Universali