Jethro Tull

live report

Jethro Tull Legnano (Mi) Teatro Galleria

07/02/2022 di Marcello Matranga

Concerto del 07/02/2022

#Jethro Tull#Rock Internazionale#Rock

Tornare ad assaporare il gusto di un evento live dopo due anni di blackout praticamente totale, eccezion fatta per qualche show di dimensioni notevolmente minori, è decisamente straniante. Calarsi nell’atmosfera di un teatro pieno per un concerto sold out come quello dei rinati Jethro Tull lascia perplessi, quasi confusi. Però è anche un bel segnale che lascia sperare nel ritorno ad una normalità tanto auspicata da sperare possa realizzarsi definitivamente presto. Concerto per un pubblico decisamente agé, e amante di sonorità che, ascoltate oggi, appaiono circoscritte ad un periodo molto lontano nel tempo, ma che ancora trovanoaficionados pronti ad assaporarne il gusto. La reincarnazione dei Jethro Tull, tornati dopo il periodo come band a nome del titolare Ian Anderson, è coincisa con la fresca pubblicazione di un nuovo album, The Zealot Gene, che è stato ben accolto in generale, beneficiando di vendite, forse inattese, che hanno riportato la band nelle posizioni alte delle charts mondiali.

A Legnano la band ha offerto un esibizione ineccepibile dal punto di vista musicale, merito anche di un Anderson in forma smagliante che, nonostante i 75 anni rimane un folletto sul palco, cantando in maniera impeccabile e con una voce ancora notevole. Lo stesso dicasi per i musicisti che sono parte di questa reincarnazione della band, ovvero John O’Hara alle tastiere, subentrato dopo l'uscita del precedente tastierista dei Tull Andrew Giddins diventando il più stretto collaboratore di Ian Anderson sia nell'attività da solista che in quella con il gruppo. Joe Parish, chitarrista ufficiale della band da un paio d'anni in seguito alla fuoriuscita del chitarrista Florian Ophale, David Goodier al basso da ina decina d'anni sia nella band che con la Ian Anderson Band e Scott Hammond dietro ai tamburi, già nella Ian Anderson fin dal 2010

La scaletta è una sorta di prevedibile, come giusto che sia, greatest hits che riprende pezzi celeberrimi, con poche concessioni al presente, eccezione fatta per la title track del nuovo album. Il set è una chiamata agli applausi, con Anderson che, di volta in volta, presenta i singoli brani. Molto bella l’esecuzione di Thick As A Brick e la finale e trascinante Locomotive Breath. 
Tutto bene quindi? Sì, se si è fan della band e sonorità che indugiano allungandosi in arrangiamenti che suonano troppo pieni di alcuni passaggi troppo ricchi. Ma è questa una caratteristica di quel che è stato il Prog Rock, quindi, e qui torniamo poco sopra, prendere lo lasciare. 

Set LIst

Nothing Is Easy

Love Story

Thick As A Brick

Living In The Past

Hunt By Numbers

Bourée

Black Sunday

My God

Clasp

Wicked Window

The Zealot Gene

Pavane in F-Sharp Minor

Songs From The Wood

Aqualong

Locomotive Breath

The Dumbsters March