Chris Eckman

live report

Chris Eckman Chris Eckman da Germi a Milano: concerto intimo e profondo

05/03/2025 di Laura Bianchi

Concerto del 05/03/2025

#Chris Eckman#Rock Internazionale#Songwriting

Il salotto di Germi, stasera, pulsa di attesa: Chris Eckman torna a Milano per presentare il suo sesto album solista, The Land We Know the Best, dopo il bellissimo Where the Spirit Rests del 2021, premiato con il German Record Critic Award.

Il singer songwriter di culto, indipendente e orgoglioso di esserlo, ha vissuto un percorso lungo e ricco di collaborazioni, con The Walkabouts, Brian Eno, Peter Buck (R.E.M.), Warren Ellis, Townes Van Zandt, Willard Grant Conspiracy e Mark Lanegan, mentre attualmente opera anche in altri progetti, tra cui i Dirtmusic, gruppo blue rock etnico insieme a Hugo Race (ex- Bad Seeds) e Chris Brokaw.

Logico, quindi, che la sala sia stracolma e l'aspettativa altissima; eppure ogni attesa viene ampiamente superata dal musicista, che non bada certo a look di impatto o a effetti speciali, ma offre un set intenso, un'ora e mezza di ottima musica, contenuti profondi, lunghe code strumentali, crescendo e decrescendo in perfetta sintonia con i suoi due compagni di palco da lungo tempo, Blaz Celarec, percussionista e clarinettista (struggente nella lunga e dolcissima Geneviève), e Ziga Golob al contrabbasso, che sfrutta il suo strumento in modo sia lirico (come in Running Hot), sia percussivo. Un live di enorme impatto, sostenuto da canzoni costruite con sapienza e interpretate con sensibilità, con una voce duttile, roca al punto giusto, ma anche esile, psichedelica o aggressiva quando ci vuole, sulla linea del migliore Cave o Wynn.

Versatile è anche l'uso dell'acustica e dell'elettrica, ora arpeggiate, ora strapazzate da violente pennate, che trasmettono tutta la passione anche civile dell'artista; quando ci saluta, ad esempio, ci chiede come stiamo, e risponde con un sorriso amaro: "Io non lo so...non ho un cazzo di idea su cosa stia succedendo in America...ma almeno abbiamo buona musica! Come si dice, abbiamo un paio di belle cose: country and western", con tanto di citazione ai Blues Brothers.

La storia d'amore tra Eckman e il pubblico del Germi prosegue senza interruzioni: lunghe cavalcate elettriche alla Neil Young in Drinking in America, ipnosi totale in Town Lights Fade, rock psichedelico che si spegne negli echi di tamburo, contrabbasso e voce in Stranger, un omaggio a una "antiwar song", come la definisce lui, la splendida Morning Dew (1961) della canadese Bonnie Dobson, un dialogo tra un uomo e una donna che si trovano vivi in un mondo post guerra nucleare, che lui trasforma in una sorta di litania sofferta, in cui si sentono le voci di tutti i perdenti del mondo. Al termine del brano, l'artista infatti chiosa: "F..k this government and its insanity...but at least we have each other, and we keep playing..."

C'è tempo per un ultimo regalo, la lunga suite Where the spirit rests, come a dirci che questo è il luogo e il tempo in cui possiamo riposare per un momento dalla sofferenza: " This is where the spirit rests Till tomorrow proves me wrong".

La città è lontana, il domani arriverà. Ma intanto l'incanto si è compiuto.


Non perdetevi questa occasione. Suona ancora per tre date in Italia:

7 marzo, Firenze, Casa del Popolo ARCI Il Progresso

8 marzo Alessandria Visioni 47 Via Trotti

9 marzo Parma Borgo Santa Brigida


SETLIST

Running Hot

Genevieve

This Curving Track

Stranger

Haunted Nights

Nothing Left to Hate

Buttercup

Town Lights Fade

Drinking in America

Morning Dew (Bonnie Dobson cover)

Where the Spirit Rests