Steve Wynn

live report

Steve Wynn Cantù (CO) / 1e35

04/10/2016 di Fabio Baietti

Concerto del 04/10/2016

#Steve Wynn#Americana#Songwriting

"35..yeah..Everybody has a lucky number!".

 Di certo Steve Wynn non è salito sul palco di Cantù a dare i numeri giusti per la prossima estrazione del lotto. Bensì ad infarcire di aneddoti, citazioni e di una straripante empatia il suo live per voce e chitarra acustica,  una forma folkie che poteva spiazzare i tanti fan accorsi (alcuni ben riconoscibili dalle loro tshirts "vintage" dei DS), abituati alle bordate elettriche di Jason Victor, sia in versione Miracle 3 che Sindacato del Sogno. "DS are not CS&N. They are CSN&Y There's a big difference". Meglio ribadirlo, stasera si punta all'essenza, al cuore delle canzoni

 Istrione garbato, Wynn mischia le carte nel primo set. Unendo i puntini che separano la Norvegia alla Pennsylvania come solo i patiti della Settimana Enigmistica sanno fare

Personaggi di telenovele nordiche a braccetto con i (troppi) poliziotti che sorvegliano le highways di Pittsburgh e Philadelphia, nelle recenti composizioni a nome Benedikt's Blues e You're halfway there. Bene così ma non basta. E allora, dopo l'iniziale Out of the grey, le versioni torci budella di Burn e Merrittville sono il miglior viatico per un secondo set al calore bianco. Amphetamine apre le danze mentre Medicine show viene proposta in versione 5 stelle lusso. Apice assoluto della serata, seguita a breve distanza da The side I'll never show e Carolyn.

 Il songwriting di Wynn, soprattutto con i DS, è infarcito di racconti oscuri, incubi in bianco e nero, storie di assassini e padri incestuosi, poesia urbana losangelina, limitrofa, se non in miglia, sicuramente nell'ispirazione a quella del Velluto Sotterraneo e del suo leader.  Steve fa finalmente "outing artistico" sulla sua devozione artistica verso Lou Reed e coverizza una toccante versione di Coney Island Baby.

 A proposito di incubi...."Just one more nightmare you can stand", recita un verso di Stagefright  della Band. Concludere con questo masterpiece il concerto, dedicandolo a Robbie Robertson non è un caso. Detto per inciso, prima di questa combinazione montante sinistro - gancio destro, il pubblico era già ampiamente, felicemente "groggy" dopo aver ascoltato versioni intense di Kerosene ManLove me anyway  e When the curtain falls (con mega pizzino di richiesta da parte di alcuni fan...)

 I giorni del vino e delle rose sono ben lungi dall'essere dimenticati, il Sindacato torna a sognare nella primavera del 2017, Aspettiamo fiduciosi