Bruce Cockburn

live report

Bruce Cockburn Palasport S. Bernardino - Chiari (bs)

04/10/2003 di Christian Verzeletti

Concerto del 04/10/2003

#Bruce Cockburn#Americana#Songwriting

BRUCE COCKBURN

04/10/2003
PALASPORT S. BERNARDINO
CHIARI (BS) Bruce Cockburn è in tour per promuovere “You’ve never seen everything”, disco pubblicato un paio di mesi fa, di cui ci siamo già occupati. Anche se la prova in studio non è stata all’altezza dei precedenti “Breakfast in New Orleans” e “The charity of the night”, la speranza è di vedere un concerto carico di magia acustica, come quello vissuto sempre a Chiari quattro anni fa.
Cockburn ha rinunciato anche stavolta all’accompagnamento di una band, scegliendo una veste spoglia, che sembra la sua preferita, per presentare le canzoni nella loro più assoluta essenzialità.
La prima sorpresa è che sul palco col canadese c’è Julie Wolf, già tastierista e polistrumentista con Ani Difranco. Le sue tastiere e la sua voce fanno da sfondo suggestivo ad una prima parte di concerto volutamente oscura: “Lovers in a dangerous time” ha una dolcezza minata d’asperità e addirittura “Wonderin’ where the lions” perde il suo tempo reggae.
Cockburn non perde occasione per fare critica sociale e politica, con l’ironia da gentleman che da sempre lo contraddistingue: cita Nostradamus per introdurre una tenebrosa “All our dark tomorrows”, che rievoca gli spettri delle presunte elezioni presidenziali americane, poi sbeffeggia un predicatore televisivo per offrire con “Put it in your heart” una via d’uscita alla catena di colpe e rancori innescata dall’11 settembre.
Proprio in virtù dell’impostazione data alla scaletta, il concerto vive di una profonda sobrietà fino a “Wait no more”: Cockburn si produce in un assolo con arie orientaleggianti, mentre Julie Wolf imbraccia la fisarmonica per un ritmo ancora più ansioso e spezzato.
Da qui in avanti, il concerto si scioglie, i due protagonisti si scambiano spesso sguardi di reciproca approvazione: “Nighttrain” arriva in una versione assolutamente inedita, con la fisarmonica e con Cockburn che canta l’assolo finale.
Ma il pezzo forte della serata è “Trickle down”, una canzone scritta col pianista jazz Andy Milne, che su disco non appariva tanto consistente: la resa dal vivo è invece magistrale, con un corpo improvvisato tra piano e chitarra.
Cockburn libera la sua mano con uno stile virtuoso mai appariscente: basterebbe “Last night on earth” con la destra che costruisce contemporaneamente due ritmi tra pollice e dita e la sinistra che gira in totale indipendenza. È un tipo d’intensità nella tecnica e nell’interpretazione che ha fatto di lui un punto di riferimento per chiunque si avvicini ad un chitarrismo acustico di stampo folk-blues. E prima il blues lunare di “Mighty trucks of midnight” e poi la visione mistica di “Celestial horses” suggellano la serata in questo senso.
Cockburn si conferma artista eternamente maturo, che vive un rapporto privilegiato col tempo: da una parte la sua musica è a stretto contatto con la realtà, dall’altra è immune a qualunque età. Tracklist:
LOVERS IN A DANGEROUS TIME
WONDERIN’ WHERE THE LIONS ARE
TRIED AND TESTED
CALL IT DEMOCRACY
IF I HAD A ROCKET LAUNCHER
MY BEAT
ALL OUR DARK TOMORROWS
PUT IT IN YOUR HEART
WAIT NO MORE
OPEN
NIGHTTRAIN
TRICKLE DOWN
LORD OF THE STARFIELDS
LAST NIGHT ON EARTH
WORLD OF WONDERS
CLOSER TO THE LIGHT
MIGHTY TRUCKS OF MIDNIGHT
CELESTIAL HORSES