Caparezza

live report

Caparezza Sesto San Giovanni / Carroponte

04/09/2015 di Laura Bianchi

Concerto del 04/09/2015

#Caparezza#Italiana#Canzone d`autore

 

Chi si diverte di più, a un concerto di Caparezza? I fanatici del pogo, che saltano e ballano sulla taranta di Vieni a ballare in Puglia o sui ritmi techno di Goodbye melancolia?

I bambini sulle spalle dei genitori, che ripetono i lunghissimi testi delle canzoni, con una facilità e una gioia stupefacenti?

I genitori di quei bambini, che dicono ai pargoli “la prossima volta andiamo sotto al palco, promesso!”?

Gli adulti impegnati e consapevoli, che apprezzano la maglia di Libera indossata dal cantautore in una foto esposta sul palco, si indignano per l’iperrealismo dell’ILVA di Taranto, esultano vedendo le copertine degli album della loro gioventù trattate come opere d’arte in Cover e colgono i numerosissimi rimandi colti e le citazioni nascoste fra le righe?

Il pubblico di Michele Salvemini, alias Capa Rezza, è, per sua stessa ammissione, trasversale e transgenerazionale, e lui fa di tutto per regalargli una serata che definire concerto è riduttivo: piuttosto, uno spettacolo multimediale e multisensoriale, in sapiente equilibrio fra festa paesana ed escursione culturale, in cui l’artista, coadiuvato da una band versatile e affiatatissima, esaltato da un'acustica perfetta, non lesina salti acrobatici, gag estemporanee, vertiginosi cambi di abito e di scena, scenografie reali e virtuali in costante dialogo fra loro e con gli spettatori, trovate circensi alla Slava’s Snow Show, come i coriandoli sparati sul pubblico, o i palloni – mappamondo da far rimbalzare sulla platea, luci sapienti e un ritmo narrativo insieme spontaneo e accuratamente costruito.

Così, l’immenso spazio rosso del Carroponte di Sesto San Giovanni si è riempito di un pubblico di ogni età e formazione culturale, coraggioso nello sfidare il meteo, che prevedeva forti temporali, e numerosissimo (migliaia di persone, poche per il Questore, canterebbe Caparezza), favorito in questo anche dal prezzo contenuto dei biglietti (15 euro, contro, ad esempio, i 30 di De Gregori o i 25 di Carmen Consoli, nello stesso spazio), per sancire un successo sempre crescente, in una serata in cui Caparezza ha offerto il meglio del suo percorso ormai ventennale.

L’intento dell’artista pugliese è emerso chiarissimo: raggiunti i quarant’anni, per lui è essenziale disperdere idee, riflessioni, dubbi, seminare cultura ed emozioni, arrivare dritto alla pancia, per mirare alla mente di chi ascolta, fare in modo che il suo concerto non sia solo un’occasione per saltare e cantare a squarciagola, ma anche per porsi domande e cercare, insieme, le risposte.

Così, la lode per la parola scritta di China Town, con un magnifico piano a gran libro presente sul palco, si intreccia stretta con la critica di qualsiasi totalitarismo in Nessuna razza; la riflessione sulla crisi di Non me lo posso permettere si alterna alla celebrazione dei piccoli grandi eroismi di Luigi delle Bicocche, in un susseguirsi di differenti cifre stilistiche e musicali, che rendono il concerto un evento teatrale e popolare insieme. E se, fra le migliaia di spettatori plaudenti, ce ne saranno anche solo dieci che, l’indomani, cercheranno chi è Méliès, cos’è stata l’arte degenerata repressa da Hitler, perché è stato importante Galileo o cosa hanno composto Mozart o Van Gogh, l’obiettivo acquisterà ancora più senso.

Troppo politico? Caparezza risponderebbe che la cultura è politica. Con buona pace di chi crede che sia un inutile ed esibizionistico snobismo.

SETLIST

Intro
 
Mica Van Gogh
 
Abiura di me
 
Sono il tuo sogno eretico
 
Teste di Modì
 
Nessuna razza
 
Follie preferenziali
 
Comunque Dada
 
Il dito medio di Galileo

Cover
 
China Town
 
Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche)
 
Argenti vive
 
Ilaria condizionata
 
Non me lo posso permettere
 
La fine di Gaia
 
Vieni a ballare in Puglia
 
Avrai ragione tu (Ritratto)


Bis: Vengo dalla luna
 
Fuori dal tunnel
 
Goodbye Malinconia

Troppo politico