Mandolin Brothers

live report

Mandolin Brothers Milano / Spazio Teatro 89

03/12/2022 di Laura Bianchi

Concerto del 03/12/2022

#Mandolin Brothers#Italiana#Rock

C'è un teatro, a Milano, il cui inno potrebbe essere il titolo di una canzone dei Mandolin' Brothers: Still got dreams. È lo Spazio Teatro 89, zona Baggio, che da anni porta avanti una programmazione di grande qualità, coraggiosa, perché dà spazio ad artisti autentici, che non si fanno largo nello scenario a colpi di maerketing, ma con la sola loro bravura.

E un pubblico appassionato risponde sempre, a dimostrazione che, anche in una serata uggiosa, se la bella musica chiama, bisogna accorrere e rispondere con calore. Così, eccoci tutti riuniti a salutare un'alchimia particolare, stasera: i Mandolin' Brothers hanno chiamato a condividere parte del concerto un grande amico, Edward Abbiati, che esclama: "Ringrazio i Mandolin', perché mi hanno strappato dal divano!"

La serata si apre nel migliore dei modi, con i sei in gran spolvero: tutti danno modo al pubblico di capire che assisteranno a un concerto in cui la bella musica regnerà sovrana, servita da sudditi appassionati, divertiti e divertenti, dagli assoli di Riccardo Maccabruni (suoi quello in Someone else, o quello alla fisarmonica di A sip of life) o del sempre preciso Paolo Canevari, che illumina con la sua slide più di un brano, fra cui l'emozionante That's me on the page, dall'intenso songbook di Abbiati, mentre Marco Rovino presta la sua voce a efficaci background vocals, e colora le tinte di molti pezzi con chitarra o mandolino, come Scarlet. Per non parlare della "sala macchine" di Daniele Negro e Joe Barreca, batteria e basso precisissimi, a dare benzina là dove è necessario. Jimmy Ragazzon dirige le danze, armato di chitarra, armonica, passione civile, che emerge in brani come Another kind, e sincera amicizia, nella dedica a Daniela Bonanni, anima dello storico Spaziomusica di Pavia, presente in sala.

La seconda parte si apre, senza soluzione di continuità, con l'aggiunta del "settimo Mandolin'", come viene definito Abbiati da Ragazzon, e subito sono altre emozioni: dalla già citata That's me on the page, alla trascinante Love Etc., sfilano i brani più belli dei Lowlands, animati dalla voce emozionata e intensa di Abbiati, che si rivolge spesso agli altri, come a trarre da loro energia e supporto, che non manca mai, come non mancano gli omaggi ai grandi ispiratori della musica dei due gruppi. Se infatti i Mandolin' avevano già interpretato Deal dei Grateful Dead, ora il finale prevede Steve Earle con The other kind, un'incredibile Willin', del compianto Lowell George, e un'immancabile, eterna Like a Rolling Stone, cantata a gran voce da tutto il pubblico, felice di appartenere a una famiglia così ricca di energia ed emozioni.

Il divano può attendere!

 

FOTO DI ROBERTO SASSO